giovane critica - n. 19 - inverno 1968/1969

tulle le for,e "enlri~te 1t o nco-cntri~tc che. quali che fossero le loro lroric. pcrpclunno un equi,oco da cui non è sorlito fin tJUi nulla di buono. ~li rHcri.,co non solo ai declinanti gruppi tro~cl1io;ti. mn anche ai " classe opcrai~ti » tipo quelli di Venezia. di cui è il caso di ricordare una recente ini1iati,:1 ,, ri,oluzionaria 1t nelle dichiarazioni ,crbnli. cripto-comunista. ro~sandinna nei folli come i com• pugni i\lclazzini e Cazznnigti sono in grado di ricordnrc: e. aneorn. nlla cosiddclln 1t sinistra 1t rsiuppina. a proJ)(}- '-ÌIO della quale nl"uni di noi possono ri,•cmlieare una conosce1wa pertinente. Si C'S<:ht'-eroahre-.i le or,ganizznzioni marxiste-leniniste ( allora ce n"erano pili di ora) perchC. a parte ogni altra considerazione. noi coslituiamo la critica militante di esse soprattutlo per ciò che concerne il rap• porto m·anguardia-rnasse. che noi concepiamo in modo giusto. corrello. coerente con le rrcmesse teoriche cinesi, cd essi imcec conce1>iscono in modo sbagliato. formalistico. idcologizznnle ( anche se non ignoriamo che. forse per il reclutamento di non pochi mili1nn1i giovani. ,,j sono segni di critica interna ai quali non potremmo non g:uar• dare con soddisfazione e speranza. cioè intensificando il noslro modo di fore). Dopo queste esclusioni. si capisce. non è che rcsli molto. Ma il poco che resta. polrcbbc forse consentire di ottenere il risultato che il convegno si proponcv.i: persuaderci e persuadere sulla base della esperienza dirella. della riflessione su di essa. insomma di un giusto rap1>0rto fra pratica e teoria. che il nostro modo di portare a,•anti una linea di mn8sa. al quale siamo giunti crescendo nel lavoro e che. -:ccondo me. costituisce la piU valida conquista ICOrica da noi fa.un. è vnlido: e, raggiunto un accordo teorico su <1uesto punto. esaminnre e decidere le iniziati,•c pratiche. sulla base possibilmente delle scadenze di lottn prevedibili. per rendere do,•unque operante. e per quan10 pos• sibile correttamente operante, lalc modo d"inlcrvcnlo. mediante anche la moltiplicazione degli incontri bilaternli. dello scambio dei compagni, di iniziative comuni. Se lo scopo è questo. e noi siamo convinli che questo dev'essere lo scopo, e siamo anche persuasi che questa iniziativa può aprire un processo verso la formazione di 34 - una avanguardia politica nazionale legittimala csclusivamcnle dnl rapporto reale che le singole avangunrdie riusciranno n stabilire autonomamente con i movimenti di massn. questo sco1l0 ,,a dichiaralo aperlnmentc. Anzi. riprendendo una J>roposla che fec:i in un·assemblea recente e che in parie fu accolta e cominciò a essere alluala, va addirittura dbcus...o prima con i singoli gruppi e compagni che si vuole invitare. Fatto <1ucsto. nessuna obiezione a fare assi!.lcrc al con"cgno chi si vuole. on è detto. infa11i. che non si possa essere cosi pcrsuash•i eia indurre altri gruppi e compagni. lontani da questi problemi e mngnri prevenuti contro le nostre soluzioni. n J)(}rseli fi. nalmcntc o a considerarli da un dh•crso punlo di vista, determinando salutari crisi politiche. Il sc11arismo, a ben "edere, è so\'cntc il prodotto clclln insicurezza nelle idee e negli obic11i,•i. Quando al contrario si è sicuri di ciò che si vuole. si è pii.i facilmente e con"cnientemenle apcrli a <1ualsiasi disponibilità prevedibile o anche solo auspicabile: di altri gruppi e movimenti come di compagni e gruppi delle organi1.zazioni politiche tradizionali. E' opportuno, a questo proposi10. fare un·a1tra con. sidcrazione. Il fatto che i gruppi che si intende,'a invitare abbiano dei limili o rivelino una scarsa o precaria omogeneità politica non ha. secondo mc. una grande importanza: importante è In rottura iniziale che essi hanno fot• to. per rozza che ne risulti la mo1h•azione e per insufficiente che risulti la loro prima esperienza di lavoro politico. A ogni modo questa è cosa da verificare a fondo nel convegno stesso, e non a priori, sulla base di vnlu1azioni soggcllivc di questo o quel compagno. sia egli il pila perspicnce del mondo. Si lratta anche in questo caso. di a\'ere e di dare una soluzione collettiva a un problema. non dimenticando che è capitato a piU di uno di noi. nel corso di questi ultimi anni, di mutare opinione sui problemi della nostra azione politica. Io credo che questi mutamenti di opinione siano da attribuirsi anche alla nostra insicu• rezza e instabilità slratcgica. difficilmente evi1abile. Certo, non si può alla lunga interpretare la situazione sociale e di classe ( chi sono i nostri amici e ehi sono i nostri nemici) - che è si in movimento, ma storicamente, in un

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