giovane critica - n. 19 - inverno 1968/1969

ncndo. sia pure confusamente, il problema di superare uno stato d'immn1uri1à nel rapporto, diciamo cosi . .:avanguardia-massa nlri11terno dello stesso « Po1cre operaio M. Su questo punlo. possiamo ric1ware da Carlo Donalo alcune cose giuste, anche se forse un J>0° scolastiche. Parlando del rnpporto ,•erlice-basc all'interno del movimc-nto studentesco ( ma a maggior ragione lo cosa interessa un grup1l0 quale « Potere operaio») Oonolo sostiene che t1 la situazione • lavoro e discussione collettivi · è la cornice metodologicamente corretta per superare il circolo ,,izioso. in quanto permctle la fruizione collelli\'ll del sa1lCrc-potcre di alcuni membri. e nello stesso lcmpo la critica pcrrnancnte del monopolio di autorità ad esso connesso )}. Donolo riconosce 1uttavia che queslo non basrn. cd enuncia il dovere, da parie del vertice, « di intervenire consa1>cvolmente 1>er for fore un salto t1ualitativo olla base li. Egli invita cioè alla « prevaricazione " come esperimento. distinguendola faticosamente dalla manipolazione della base, che rende 1• sempre pili diHicile una presn di coscienza da parte della base "· anche perché « la dirigenza stessa è facile vittima dclrillusione della creatività e indispensabilità del proprio ruolo "· Jn pratica - nella nostra praticn - coniano molto sia la coscienza della necessità di una milizia ri\'oluzionaria per definizione disintcressnta ( e quindi onche In mo. dcstia, la gentilezza, il rispetto e J"affcuo a ogni livello dei rapporli fra i militanti). sia runità del \'ertice. Quan• do. come accnde. al vertice !"unità viene a mancare. e diventa arduo stabilire se e quanto per mo1i,•i politici op· pure per antichi motivi umani: quando al vertice si accende una lolla o una zuffa che rischia di diventare una contesa fra « mandarini r., secondo la veramente vecchia. cicca acomunista prassi che ben conosciamo dalla storia del movimento operaio con le sole au1ore\•oli eccezioni di Lenin e di Mao. allora il proposilo di Oonolo si rivela astratto, un'altra petit:ione di principio, e resta il problema del rapporto vertice-base - problema di oggi e di domani - da risolvere. E io credo che non si possa rirolvcrlo che nel senso di una sistematica estensione del la. voro e della discussione collettiva. e a questo riguardo con la divisione in gruppi si è follo un pa;-,:-.o ,n:ulli. ,\la possiamo precisare meglio. in pratie:1. que;-,lo gr::1dualc oliicttivo che ha altre motivazioni importanti che ho ccrrato di prccisnrc in precedenti inlcncnti: la,oro di~1·u..-.ionc studio collctth·i si. con il risultato <li clc\arc il li\cllo po· litico delle as~emblcc e di migliorare il no~tro inlenr-nto: ma anche (."<foc<1zio11e d i si11goli comp1.1g11i.di tulli i rompogni. (/Ila respqusubilitit p<>liticodel ,·ertic,•. L:1 mia proposttt di ufficio politico f)arli\'a rcalis1icamcnte da que ..1a necessità. e non ho trovato finora in altre propo.,,lt' una obiezione teoricamenle e praticamente persuasiva: l'op1)0• sizionc evoca lo spcltro burocrntico della eristalliuazione. ma io credo nella rotazione. In mancanza di ciò U\'rt:1110 ugualmente una direzione politica I( spo111anea ,1 che lo stesso Oonolo prefigura assunta. nel movimento ~llalcntcsco. di volta in volta dai compagni l)il'i capaci e pili ricchi di idee. Sarà: i11ta1110n. el mo\•imcnto studcntc~co assistia• mo alla cristalizznzione degli s1cssi capi. i Riescr. i Bobbio, i Viale. i Hostagno. i Bassetti. gli Spada. i Boalo. i Hus_.~. i Sofri e cosi ,•in. Il convegno nazionale, dunque, si iscrive\•a in questo quadro cd entro questi limiti. Pensarlo come una sede di verifica polilica generale significava. in realtà. circoscri- ,,erlo nll"intcrno della logica dei gruppi. e in pratica ,•anificarlo al livello dell'accademia o della somma di poteri e di prestigi. Ritenerlo l'occasione per la posa della prima pielra organizzativa significava pcmmrc al partito in termini tradizionali (non capisco come mai alcuni compagni abbiano potuto associare la mia rcmola e vaga ipotesi di una foclcrnzionc. az:wrdnta nel modo in cui l"avc,,o auardata. come una seailcn:r.a 1)er il prossimo ronvegno!). Ma probabilmente lullo questo non era chiaro se, cammin fa. ccndo. ampliando soprallutto l'ordine del giorno dei lavori, se n'è reso pila vago e confuso lo sco1>0e il valore. Di <JUi anche il falso problema su chi irwitarc e perché. Noi. agli inizi. si era deciso che fossero da in\'ilare quei gruppi e quei compagni che twevano rotto con le organizzazioni tradizionali proprio perché le organizzazioni tradizionali hanno un rapporto sbaglfoto, socialdemocratico o stalinista. con le ma!se. Si era deciso anche di escludere - 33

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