giovane critica - n. 19 - inverno 1968/1969

rò corn in10 anche che sin slalo giusto arri,•arc a questo allari;nmcnlo. ~ia perché. L1bbiamo dello. c1ues1i problemi non potevano pili essere elusi: sia percht'. e qucsla è una opinione che la discussione dovrà Hrificarc. nel discorso che ~~tene\ a quelle prOJ)()SICi problemi di fondo erano implicati. La definizione del PO come avanguardia esterna. la l'ropo~rn di una fcdcra,ionc dei gruppi. salva una di. ,ersa interpretazione, rischiavano di dare alrufficio politico un ~ignificato che anda,a al di là di quello pralico immediato. Cosi la formula Lcnin+Mao può implicare una posizione corrclla. ma lascia aperto la strada a ogni intcrprclnt.ionc. Nella lunga discussione che abbiamo di fronte tullo questo ,a chiarilo, Può darsi che non siamo d·accordo ( non che ci si.:mo « due » posizioni, ma che ce ne siano molte): ma dobbiamo almeno sapere su che cosa e pcrchC. )li riscno di presentare alcune proposte pratiche che di~cendono da questo discorso. Una lettera di Luciano della Mea Quando si parlò per la prima voha della opportunità di tenere un convegno nazionale di determinati gruppi politici. lo si fece sulla base di una prima serie di contalli <·on alcuni di quei gruppi. sui quali i compagni che li slabilirono riferirono 1>0ia Pisa. La decisione per il ton. \cgno fu presa anche per reazione negativa a una proposta d"incontro nazionale, coµ un accenno a un possibile sbocco fedcralivo a bre\·e termine, che venne falla l'll maggio scorso dal gruppo milanese di Falcemartello. Non era però queslo la ragione principale. La ragione principale era nelrandamcnto delle lolle studentesche e in una serie di sellori operai, con punle talora esplosive, e nella maggior parte dei casi del tutto indipendenti eia un'azione politica diretta portata dall'eslerno; anche se è tuu'altro che da escludere una influenza dirella di tale azione. In piU di 30 - un caso la lolla era, pili o meno coseienle, anche una critica esplicita o implicita al partito e al sindocato. Di qui la ncccssirà di cogliere questo momento e la sua pre,•c• dibile continuità, di approfondirlo cd estenderlo, di dare ad esso una base orgauizzati,•a che ne assicurasse veramente la conlinuilà al miglior livello J)()litico, grazie a un"azione che collegasse in modo permanente le avanguardie esterne esistenti o in forrnnzione alle avanguardie interne, di scuola e di fabbrica, nei servizi e nelle campagne, che le lolle avevano de1ermina10 o pote,1ano determinare. A questo modo il com•egno non si 1>0neva come una mera occasione per una organizzazione formale delle avanguardie esterne, ma soprattutto come una necessaria occasione di verifica pratica delle possibili1à e dei metodi d"intervcnlo per O11cncre. allravcrso il confronto e la discussione delle esperienze fauc o programmale, quella che chiamammo una omogenei::a:ione del metodo d"i11tervento, vale a dire, in senso 1)()litico, una omogeneizzazione di un corretto rapporto pralico fra l'avanguaria e le masse. Su queslo punlo, allora, l'accordo dei compagni fu unanime. Si era persuasi che non si potesse pre,•aricare con una teoria astratta <lell'orgnniu.azione, del partilo in• somma, il li,•ello reale delle lotte; che non si polesse sca• valc::ire, in particolare, con una discussione politica piU generale il movimento di massa. In defini1iva: il com•e• gno non aveva lo scopo di unire le a\'anguardic allravcrso una misurazione del loro livello politico generale; ma di mohiplic.:arc, se possibile, un modo corrello d'intervenlo e di partecipazione alle lotte, cosicché un gius1O rapporto fra avanguardie e massa si estendesse; e queslo era un passo necessario, non formalislieo e non avanguardislico. verso una piU larga organizzazione politica del futuro. Per quesla ragione, si convenne allora che il convegno avesse un solo punlo all'ordine del giorno, e cioè l'esperienza d'inlervento delle avanguardie nel movimento ope• mio, nel movimento studenleseo, al livello sociale, ed evcn• tualmcnte nel movimento conlaclino. Non volevamo, tullavia, che il convegno avesse un earatlere meramenle informativo, ma uno sbocco, un risultato J>Oliticoche gli avvenimenti in corso in Francia e in hnlia, e la riflessione cri-

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