giovane critica - n. 19 - inverno 1968/1969

non si può dire che il P. O. non abbia trovato rispondenze politiche largamente positive. Nella misura in cui la lotta antiimpcrialisla nel mon• do e le lolle operaie e studentesche nel nostro paese si radicalizzano, anche in previsione di importanti scadenze poliliehe (rinnovo dei contralti. Nato ccc.) si a,•,•crtirà sempre piti la necessità di una corretta concreta imposta• zione rivoluzionaria del lavoro. Le caratleristiehe del eapittilismo odierno, la presenza di grossi partiti re,•isionisti che continuano a gestire la maggior parte delle lotte operaie, il collegamento ialora spontaneo che si verifica tra le diverse lotte nei paesi cu• ropci e latino.americani (scioperi al di fuori del sindacato, lotte degli studenti. occupa1.ioni spontanee di fabbrica, lot. te con1adine ecc:) il fatto che gli obiettivi dl fondo si avvicinano in prospettiva al discorso totale del socialismo. ci mettono in condizione di stringere in qualche modo i tempi politici del nostro intervento. Siamo convinti che il socialismo non si fa strumenta• lizzando le masse e contro le masse, tutte le esperienze dei paesi detrEst europeo e del M. O. oecidcruale lo hanno chiaramente dimostrato. In questo, ma non solo in qucs10. consiste l'errore del PCd'I (m.-1.) che si pone come a\'auguardia che manipola le masse per certe lolle e ripropone come fine ]a crescita di se stesso come organizzazione. Al di là delle buone intenzioni di alcuni compagni marxis1i-leninisti di fatto l'operato del partito rimane molto spesso vi. ziato di ideologismo e, invece di una costante pratica sociale, si ra della propaganda spesso rifiutata dalle masse per la impostazione settaria e per il 1inguoggio che in SC vuol comprendere ed esaurire tutto il supposto con1enuto politico. Di fatto il partito m. l. rimane sostanzialmente estraneo alle masse, in evidente contraddizione coi principi maoisti a cui dice di richiamarsi. Eppure con il partilo m. I. è necessario fare i conti, se non immediatamente. abbastanza presto, soprattutto l) perché è l'unica organizzazione in qualche modo contrapposta al Pci che si articoli su base nozionale, 2) perché molti compagni che escono dal Pci confluiscon~ nel PCd'I senza conoscerlo esatlamcn• te, porlati da una snna ondata di ri\'olta contro il revi~ionismo e la politica borghese del Pci. Queslo, del resto, è il problemn di molti allri eomp,gui che militano in gruppi che non sono il P. O. t·importau1e. non è che i quadri rivoluzionari entrino ncce."~ariamentc tulli nel P. O.. l'imporlanle è ciò che essi cHel• tiv.omenlc fanno nelle diverse situazioni: di c1ui I) è ~iuslo che si facciano criliche o t,rruppi che non hanno il minimo di ,•erific.i nella pratica sociale e non impostano il discorso \'erso una linea di mas.sa. 2) la necessità. d'allra 1,arlc. di cnlrnre in contatto coi compagni che vi aderiscono per una scelta istintiva e non mcdilata poli1icumen1e. Per qucslo e per l'csigenzo politico inderogabile di allargare il fronlc di lolla per quanlo ci è possibile, il P. O. do,•rebbe s1rin. gere collegamcnli in tutte le situazioni anche minimnmcnte r.nggiungibili. anche dove ci siano solo 2 o 3 compagni che funzionino come punto di riferimento per noi. e per i compagni dl ahri gruppi che e"enlualmcntc operassero ne1la stessa zona di intervento venendo a rappresentare un momento alternativo di organizzazione. Un difetto che va evitalo è quello di prendere collegamenti solo o livello « ufficiale » sia nei con"egni sia negli incontri a cui siamo chiamati o a cui ci interessa partecipare. Evitare cioè che tutti i contalli si esauriscano nel discorso da leader a leader. discorso che spesso è mistificalo in quanto ripete. se pure in piccolo. una gestione burocratica del movimento. Accanto. cioè. ad intervenli ufficiali. è necessario che i compagni parlino con il maggior numero possibile di altri compagni esterni. in modo da conoscere cffctli"amente la situazione di uno certa zona do,•e opera un determinato gruppo. e la situazione politica del gruppo stesso: evitare sempre. insomma. che i compagni del P. O. e di altri movimenti. pensino e agiscano per delega. Sviluppare il discorso in senso maoista significa cercare costantcmcntc il rapporto coa le masse. avere chiare le loro condizioni economiche. il livello di coscienza di classe, e recepire da esse anche la minima possibilità di intervento rivoluzionario. Per questo il P. O. dovrebbe com• penetrarsi nel les.,ulo delle città. conoscere a fondo i ter. - 19

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