zionarìa). Fa cioè conoscere il mondo come è e 11011 come può divenlare. Un gruppo di compagni non condividc,•a questa im. poslazione e tra essi sono coloro che scrh•ono riuesto dorumcnlo. llisogna dire però che nemmeno le posizioni di questi compagni erano corrcllc perrhé. anche !«! su alcune questioni particolari essi csprimc,•ano delle giuste soluzioni, a,1cvano una concezione sbagliata sul problema fondamentale della costruzione del partito. Essi non ave• vano capito che in questi anni il compito fondamentale per i marxisti leninisti è la costrm-:ione ciel partilo mar• xista•lcninisla. Pensavano che il partito fosse uno stru• mento indispensabile per la presa rivoluzionaria del potere e per la costruzione del socialismo: ma ritenevano che i marxisti.leninisti avrebbero dovuto ancora per un certo tempo s,•olgcre azione di massa. diffondere il pensiero di Mao Tse.Tung. inserirsi nella lolla di classe. anche a ti• tolo individuale o di piccolo gruppo. In questo modo. pensavano, si costruisce concretamente ìl partito, ma è stata proprio la pratica sociale che ha mostrato loro il loro stesso errore. Essi si sono accorti che. malgrado la loro buona volontà. nella situazione particolare nella quale si muovevano, non proponevano niente che già non polesse essere realizzato sponlancamente. non contribuivano a far fare nessun passo avonli. Per esempio, essi sapevnno ciò che Lenin a,•eva insegnato, che se la classe operaia lotta da sola. o solo nelle fabbriche, non fa lotta politica rivoluzionaria. ma solo lolla sindacale o lolla polilica di tipo tradeunionista o corporativa. Pensavano quindi che era necessario muoversi verso una lotta che non fosse solo limitala alla fabbrica. o ad una fabbrica. In vista di questo, come prima soluzione da adottarsi immediatamente, avevano proposto di svolgere non .solo l'attività dei comilati di linea alrinterno della fabbrica. ma di anelare nei c1uartieri dove vivono gli operai, fare un lavoro di agitazione non piU sindacale ma po· litico. Pensavano che fosse necessario fare riunioni pubbliche sulle lotte degli studenti e degli operai in Francia. sulla Rivoluzione culturale, sui partiti revisionisti, sui sin• dacati, sulla Cina, -sull'Unione Sovietica. D'altra parte in• serirsi nelle lolle che quolidiannmcntc gli i,fruw11ì ,ano costretti :.1 fare per combattere con1ro lo sfrullamenlo (dal• le lolle per gli aHitti a <1ucllc 1-.cr la 1el'uola a qul'llc 1,cr i trasporli). Queste 1,roposte sono !'òlalcacccllalc, ma J>Oi.siccome manctwn la volontà di altuarle. non sono !i'lalc mc,1,(' in allo quasi del lutto. Noi però \'ogli;11no dire che. anche se si fosse realizzato, ,,ucsto non sarebbe !>lalo cffo11i,anwn1c un passo avan1i. Anzitulto pcrd1C anche se a,c,,e a,u10 effetto l'ag:i1a1.ione politica. loro non ave, ano da proporre adeguate soluzioni organizza1i,•c ( parlorc d('lla Bivolu,ione Cinese o della Hivoluzione culturale non ba'-ta. Bbo~na anche saper proporre cosa fare oggi). l11oltrc pcrrhé non è vero che in questo modo si supcra,·a il limite (letto pri• ma. del corporativismo e del scllorialismo. lnfalti !"azione politica ri,•oluzionaria non può essere dala dall"insicmc di tante piccole azioni che si s,·olgono nelle rabbrichc. nelle campagne e nei quarlieri popolari della cillà. ciascun.i iwr conio loro. E' necessario che essa sia ccntrnlizznla. ogni azione sia coordinata alle altre. che la linea politica di tullo il mo,•imcnto sia chiara e definita. Il capitalismo del nostro paese sarà strategicamente una tigre di carta solo se gli sfruttali hanno una stratc:::ia giui'la ba!"ala sul ccnlralismo dcmocralico. Infine queste azioni slaccatc, malgrado le buone in• lcnzioni di coloro che le compiono. possono rendere pi1i difricile J"es1cndersi del parlilo marxisla•leninista in Italia. cioè ciel PCd'I. perché cos1ituiscono degli alibi per dei com1mgni ancora indecisi o con le idee poco chiare. I fotti d1 Francia rendevano necessario un alla1ga• mento della l)roblematica del gruppo. Diventava piti urgente vctlcrc come inserire il proprio la,•oro. limi1a10 geo• graficamente e sc11orialmcntc. in quello complcs5ivo. \'e. dere quindi che organizzazione darsi in funzione clcll'or• ganizzazione di cui si voleva t'SSCr parte a livello gene. raie. E" in questa occasione che con la discussione si approfondiscono anche le divergenze. Quei e,: compagni II già criticali come economicisti mettevano in e,•idcnza la ,1astn partecipazione delle masse, la trovolgcnlc spontaneità del mo,·imen10 francese che, non centrnlizzolo. riusciva nd im- - li
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