già avvenuto il contrario. E anche se questo non signi. fica che non sia necessario mettere in crisi il sistema a livello di sovrastruttura. Un mili1ante di base Se le premesse sono queste il problema investe tutto il lavoro definito cuhurale in relazione all'attività ri\'O• luzionaria. Apocalisse delrintellettuale? In un cerio senso si. Apocalisse dell'intellettuale in quanto privilegiato. vc1.zeg• giato e obbediente, in quanto depositario della verità. in quanto specialista fuori dalla mischia. E ·nascita di un nuovo tipo di intellettuale, o meglio di non-intellct1ualc. Cioè di un militante di base capace di essere presente al• tivamente nel luogo e nello spazio della rivoluzione. Un militante politico non di • eccezione n. ma uguale a tutti gli altri militanti. Che deve farsi la sua ricerca politica. il suo lavoro politico, la sua lotta politica, insieme agli altri militanti rivoluzionari, senza demandare quesla ricerca alle istituzioni tradizionali della rivoluzione ( parlito, staio guida) o al campo • specialistico» in cui opera. L'intellettuale dit1organico Se si è avuto io passato un rapporto organico fra in. tellettuale e società è indubbio che tale rapporto, con l'età moderna, è andato in Crantumi. L'eroe che nitra versa In struttura del romanzo borghese è un solitario alla perenne ricerca ( per usare, a titolo puramente indicativo, uno serie di categorie « tradizionali ») di una totalità, cioè cli un ricongiungimento fra significato dell'esistenza individuale e mondo. L'intellettuale europeo ( o meglio occidentale. quindi anche americano), si riconosce cerlameole, in for• ma paradigmatica, in questo eroe la cui ricerca di totalità alle soglie del '900 è in completa crisi. Non a caso quella struttura omologa alla società che è il romanzo ci pre• senta una serie di non-eroi ( Bloom e Daedalus, l'io della Recherche, K. di ~afka, e non solo questi), nel cui corpo 1roviamo tutti gli interrogati\'i e le risposle problenrn1iche dell'intcllcllualc I( figlio del tempo n. Ma dalle conclamate ro"inc della cuhura borghese. uscendo dal fianco .sinistro dclln borghesia, compare un nuovo 1ipo di intellettuale. il cui orizzonte C il mondo. In società senza clas.<ii,la liberazione dcll"umanitù dalla « prci• storia». In tal modo la 1otali1à sembra ritron1la in una proiezione \'Crso il futuro storico. Temporaneamcnlc ru. nità Fra mondo e aspirnzionc si concreta nel partilo che :si definisce rivoluzionario e organi;r..za il proletariato \Crsu l.1 presa del polere e l'eliminazione delle classi. L"uomo nuovo viene in qualche modo prefigurato nelridcn1i1U fra sin• goto rivoluzionario e partilo. nnnuncio dclrorganicilà fu. tura fra indi\•iduo e socictii comunista. La conciliazione « ipolctica • con la totalità appare scientificamente fon• data ( il metodo marxiano) e praticamente confermata (l'identificazione fra individuo e partilo). Il crollo del partito milo Ma si tratta di un"identificazione prov,•isorià. ins1abile. Perché subito i caratteri dcge·nerali,•i della prima rivoluzione socialista e la sua burocratizzazione ( e a questo proposito è giusto ripuntare gli occhi sull'episodio della rivolta di Kronstadt. a monte quindi delle annlisi di Troc• kij) costringono il militante rivoluzionario a dubitare. a mettere in discussione il partito stesso insieme alla socie1à nata dalla rivoluzione. Il metodo appare bloccato. staia• lizz.ato. travolto nella genericità dell'anlifascismo o nella deformazione dello stalinismo. Anche la rivoluzione stori• camente attuala. ora do"eva venire continuamente messa in dubbio, non lanto nel suo essere B\'\'cnula, <(lHlnto per gli aspelli che vc·niva assumendo. A questo punto. dato che i partiti comunisti seguivano le indicazioni del parlito bolscevico. ossia le ripetc,•ano. e dato che col passare del tempo di\'cniva sempre pili chiaro eh<! il partito non era piU lo strumento della rivoluzione. anche l"intclJct• tuale confluilo nel partito alla ricerca della totalità perduta si ritrovò smarrilo e in crisi, a coronamento di una para• -109
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==