Teatro politico o lotta politica? Suona molto cqui,oco risentir parlare alrimprO\\'iso di lculro J)Olilico, a rimorchio degli av"cni111cn1i. Lo stilema è fru-,to. :Sloricamcntc determinalo. riferibile a cspc• ricnzc ampiamente consumale, consunte. Piscalor, Brecht sie~~- gli anni Venti SO\ ictìci. non tanto appartengono al passnto quanto. piullosto. a un modo di essere dcll'intellc11uale nei confronti della prassi politica che non sembra pili all'altezza dei nostri problemi. E inoltre: quale do\1rcbbe essere un teatro politicamente cHicncc in termini rivoluzionari? E che cos"è efficace in 1crn1ini rh1oluzionari? Probabilmeute queste domande fanno parte dell"aecadcmia. Domande e risposte intorno alle quali ci si agita da anni. Il marxismo delle cattedre, o delle scene. Mi sem• bra comunque che la, greve aura di tristeu.a culturale, politica, estetica in cui si trova <1uasi lutto il tealro italiano non offra risposte. Altrettanto inulile è rivangare nella politica dei partiti di sinistra nei confronti del teatro. Corrisponde alla loro politica generale. E d"ahra parte il condizionamento partitico e mercanlile dentro cui il teatro è prigioniero non permette scelte di tipo sostanzialmente diverso da quelle falle fino ad oggi. Scelte care al sistema. Tranne qualche rara eccezione, del tutto indivi108 - teatro duale. la situazione è determinata e 1>0sscduta da una concezione palt>rnalistica t' 1>0pulistica del discorso culturale, fondala sul concetto di servizio pubblico. il cui corrbpe11ivo politico è il « riformismo » e il gioco di potere dei l)arlili di sinistra. L, cronaca è noia a tutti. e non è necessario ripeterla. Ma le domande di prima permangono. E riguardano il !'Cnso ste<>sodel teatro. Allargando J"orizzonle, riguardano il senso del rapporto fra intellcnuale e società rnrdo-borghese o neoburocrnlica che sin. Poiché nel teatro tale rapporto si pone. mi pare, in modo particolarmente direlto. u fisico». se si vuole antico rispetlo ai mezzi di comunica• zionc di mnssu. ma cstrenrnmentc capace di rivelare im• mediatamente, con assoluta chiarezza, il condizionamento operato dal sistema sulla cultura e sul pubblico. Sh1temu e istituti Penso sia ormai una ,•erità abbastanza acquisita che non esisle istilulo attrave1·so cui il potere non si manifcsri. Non esistono isole privilegiate. La rivoluzione culturale deve correre parallelamente alla ri\'oluzionc politica, altrimenti si dissolve. Fare uno spettacolo in una casa del ropolo oggi non è molto diverso che farlo in un teatro tradizionale. Tutte le forme di comunicazione culturale si inscrivono all'interno del sis1ema. Non ci sono alternative. Non è possibile crearsi l"illusione di isole rivoluzionarie autonome ( )3 controuni"crsità, il controteatro). quando non sia avvenuta In rivoluzione delle strutture. Anche se questo non signiCica ( e ormai ne abbiamo le prove) che fatto In rivoluzione a livello strutturale, tutta la sovrastruttura venga rivoluzionata automaticamente. E'
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