meridione e rivoluzione Sviluppo capitalistico e lotte bracciantili nell'agricoltura siciliana • Ri, ..lloto inceit•bil• ùu. lo,,_ dd -•Hini ,-. i. ;,,J;,,_J,,,.,. _;.,. i il_,;, .. ;,..; di """ .,;,,....,..,. di od""" eapil•lùlid,e ,.._,., ..,/ i......, ""'"'"''"• • l<t ,oeoeaìlO,,_,., ~ la -.ui-• dittttani•_...,-,;..,.,...,1,,,o-.1;•, .... ,1;,,../0,-,;;,,.,"""' -,..,;.,,; iotJOUlri,JiH epinli. I Jeli nWiri al "'•- ...sn10 - .,,...., n,l •odo pif. tticlcntc I,, 1c,od...,.. ;.,..,.,,èftlc, ;,.,~,ore ,J i,ioil•bilo, nd ,..,,..,, _..t. ou...Jc, di .,.,.; I"«-'• p,odu11<1ni o ,,...,.,,....,,. ;,. piffoi• co:pòr,,/ino. c,,,,.,....,,,1;,,.,., ~,... . .,,. 1a ... ,...,.. pe, ... , ,,, _,.,.,..-..,; ""'1huido"""P"''"•••liopporluni>lid/o,ni1c,...,od,,lro/1,-, ,ludo""• e non J>H•<mo non cfadcrc, 9"""" oopello d«l/a quc.rionc. fA Ji,1,,10:iMo dtll,, p<,pol,,:ione c<1nladin<1ci mo""' lo piU p,oroncl• ,.,,ur,,ddi,ioni del Nlpilali,,.o Ml p,.,...,. "•- d,l loro "°'l"""•d<tlloron-ilupp<>•ue<usi"";"n"""'"'"""""N"'phtadi q1<WCCO<t1toddi,ionipo,1a,..,., ... ,io,_..,,,_.,;__.,.,kel•,i• , ... · 'd ;,ic,./5 .. 'i··.,,,,,, · 'i u ·• • _,..,...,, .. (Mn"" ,,.....,.,. J di Juori thUa /o,l<J riN'IM.i-...:., ,Id ,.,.,i.,,,..;.,o ,_,,., r;,.,-,.,;.... ,.....,......,) • (LL .. ,,., La Queot'- aparòa • i •eritioi .i; M•n•l u :~::::~~,::::S:~ I~~~: •mentre ,i diaculev, 1ull, esistenza o meno del eapit■li• 51l\Onelle campagne, la truformaz.ione capitalistica della agrieolturaèavvenuta,senzaunaadeguatarispo$tadel movimento operaio a, Questa aUermazione può avere un suo 1ignificato _, con$ideriamoil dib.ttitodi questi ultimi anni sulla penetraz.ione capitalistica nelle campagne, nel momento in cui lclotteagrarievedev,nounarotturaavolteprofondatra il movimento contadino ed il movimento braccianlile. L·ineapacitì. di unificare questi due movimenti n• una strategia antieapitalisti,:a. e l'isolamento -tamialc dellalottadeibracdantidifronteallalinea•contadinaa del movimenlo operaio', hanno permesso al padronato di realizzarelapropriariorganizzazionecapitalistica,portan, do con 1trumenti diveni ed in momenti diveni l'attacco econtroicontadiniecontroibraccianti. Le frase però ci aembra lo stesso contenere un elemento di mi$1ificu.ione, perehe se la trasformuione capitalisti,:a dell'agricoltura è pasNtl in questo modo, queata è pre<:isa re$poD$1bilitì.di quanti negavano che ques111radormu.ione foese in atto o .si rifiutavano di organWUlre con una 1tratcgia adeguata la lotta contro di essa; aoche
~e 1..·t>rlt'IIU('nlden pnru• di chi i,OSICn(', ri ctl analiua, a i tempi e i modi di questa trn,formazionc ti sono st.Hi molli limiti. df'i qunli uuo i.- fondamentnlc: non a,·er saputo for cre•cerc la eo•{'ie117a ed orgnninnre la lotta del proletariato a~rieolo 1>t1 que:,li 1emi 1 , :-iM1.a dubbio però la lotta eonlrattuall' dei l,raccianti di <JU('•li ullimi nw--i ha •eir1H1toimport:mli pa--~i in :1,·:mti ,u qlu."•ln .. ,rada: e non ~olo pcrchC ci ha moslralo l'ahisi;:imo potenziale di lolla del prolc1ariato agricolo, ma sopralutlo 1>t·n·hé Cflll'•tO potcnzinlc si è ri\Clato in obbicllivi che :_:.iudichinmo note,olmente a,anzali: non ,;;olamente «alari piU alli, 11m richiesta chiara del controllo operaio sulla croga,ion(' d<•lln forni hnoro. dcli.i gc«lione opcrnia della sua utili1.zazionc, e del potere opcroio sulla direzione economicn delle aziende 1 • Per <1ur.:to. e non a ca'-0. que:.la lolla ha 1)0rlato ai lra~ici ,contri di A\ol:1. E per ciuc.:lo. dopo A,ola. ci sembra ne<•r1.:.;;1rio cd urgentr un momC'nto di ripcn-:amcnto lrorieo. J)er indi, iduarc i modi e gli .. ,rumeni i del rilancio delle lolle. «opra1tu110 pcrcht· qucslc lolle non rc~tino. come fìnor:1 i· ~iato. pri, e di adeguato sbocco politico. Punto di parlcnza di qucslo ripensamento rileniamo ,lel,ba essere l'anali.:i dcllf' tendenze dello sviluppo capilo• li-.tico dt:11.:, t1grieoltura. S,•olgcrcmo que~ta analisi con 1•orticol:irc riguardo alle ,one co,tierc delle province di Catania e di Sirncuota prc\•alcntl'mentc ngrumicolc ed ortofru1ticolc. che co~liluiS,COnoil «cttorc trainante dell"agricoltura siciliana e quindi J)O'ì..'-Onoconsiderarsi un « tesi 11 cstremamenle indicativo per rilc,orne lc lcndcnze di s,·iluppo. Strnlifìrazioue sociale ncllc cnm1):igne Inizieremo col mellcre in cvidcnw la slratificazione sociale in <1ucsti settori, mediante l'idcntiricn;,ione qunlitn• 1ivo e quanti1a1ivn dei vari strali sociali e della loro consislen.ta C'COnomiea. al fine di ricoslruire i reali rapporti di cla'-.Sc t. Il crilcrio fondamentale per ddinirc i ropporti di classe in agricoltura è da10 dal rapporto tra mono d"opcra 2complc:::sh a occorrente e mano d"opcrn salariata impiegala ncll"a1.ic11da. Tale rapporto i.- oltcrmto in ba1>ealla dif(c. rcmrn tra b quanlità di giornale lavorative che una fomiglia contadina media può fornire. e la <1uanti1à di giornate la,ornti\C occorrenti pcr unilà di superficie nei di\•Crsi sc11ori mcrecologici ( nel nostro ca.;o agrumeto cd ortofru11a), Oall"andamcnto di <1uesta differenza rispetlo all'aumentare della superficie delle aziende, si può risalire olla classificazione delle aziende. in base ol crilcrio di cui sol)ra. in: azienda di contadino-salariato. azienda di coltivatore dirctlo. a1.ienda di contadino-capitalista. azienda capi• taliqtiea 1 • In ba«c a que;;;ti crilcri. possiamo rilc,•are che. nella zona lrasformala della provincia di Siracusa. i eorit<u/irii wlan'citi coprono il 3.2% del ICrrìtorio con il 32.6% del numero delle aziende: i coltir,llori direlli coprono il 6.2% del territorio con il 19.4% delle Miendc: i co111adi11i Cùpitalisti coprono il 3.9% dcl lerritorio con il 6.6% delle azicnde: le a:iende capitalistiche coprono 1'86.7°/o del territorio con il 41.4°.1 0 delle aziende. Analogo è !"andamento dei dati per la zona trasformnta della pro\'incia di Catania: i corrtmlini salariati coprono il 5.1 O/o del lcrritorio con il 36.6% delle aziende: i coftil·atori diretti 1'8.3% del terrilorio con il 16.6% delle aziende: i co11tadi11i mpitalisti il 3.9% del territorio con il 4.1 O/o delle aziende: le a:iemle capitalisticlie r82.7% del territorio con il 42.7% delle aziende•. Da questi dati viene fuori con cslrcrna c,•idcnza il peso e l'importanza delle aziende capitalistiche ( che coprono la maggior parie del territorio in esame) all'interno della economia agricola meridionale. Queste aziende che co" il determi,w11te contributo dello sttllo hanno riorganizzato la produzione, espellendo braccianti in gran numero. tipizzato il prodotlo e cercato rapporli sempre piU strf'lli con i scllori della industrializzazione e commercializzazione, si inlegrano ora sempre piU con i grnncli gruppi finanziari cd industriali e subordinano, in modo sempre piU vincolante. l'organizzazione produttiva dell'intero settore.
I dali sopra riporlali hanno anche il pregio cli mclte• re in evidenza le differenziazioni profonde interne al sci• tore contadino i cui diversi slrali si pongono in dh1crsa prospettiva riguardo al processo di s,•iluppo economico. La necessità e l"urgenza di affronlare oggi il problema della co//oc(l:ione di classe del scllore conladino ri sembra e\•idcnle: infatli sohanto una corrcllll solu1,ionc di qucslo problema ci permette di definire una c,cleguutet slratcgia di classe per la riforma agraria e di porre in modo corrclto i rnpporti tra proletariato agricolo e contadini aJrinterno di questa strategia. Per la prima fascia del settore. quelli che obhiamo definito « contadini salariati» (sempre pii.i esplicitamente e fisicamente emarginati dal processo produttivo) il discorso è semplice: poiché per la grande maggioranza di essi la cohivazionc in proprio di una particella di lerra costiluisce soltanto una fonte di reddito integrnth•a al reddito in salario. è chiaro che il rapporto della loro lotta ( ~r il miglioramento delle proprie condizioni) con quella dei braccinnti si risolve essenzialmente in termini di uniti., di clnsse. Per gli ahri il discorso si fa pi,i complesso: comunque. in modo schematico. davanti ad essi si aprono due vie: o l'integrazione precaria al processo di sviluppo capitalistico ( che può portare al massimo una piccola parte di essi a divenire sempre meno con1adini e sempre pili eaJ>itolisti). o una scelta radicalmente alternativo M alle lacerazioni consa~volmcnlc aperte alrinterno del settore contadino con l'avvio dei processi di rislrutturazione deJrassctlo produltivo delragricoltura ». rifiutandone !"instabile soluzione capitalistica '. In questo quadro esplodono le contraddizioni che lo sviluppo capitalistico apre nel tessuto produtti,•o dcll'ngricolturn: al riguardo la politica economica dello slalo. mediante la sua duplice caratterizzazione. di recepimento delle tendenze in atto e della loro promozione. ha in ogni modo assolto all'unico compito che poteva assumersi. quello di tentare di risolvere capitali.$ticamenle le contraddizioni del sistema. Il tipo di contraddizioni a~rte ed il tipo di supporto fornito dalle scelte economiche del governo alla linea di poli1ic;1 ;igraria che aprila quc:-lc contrnddi,io11i. pu,,__~no essere complc~sivamenl(' messe in e, ide111,ae<.;1minnndo i ,•ari momenti della riorgnnizzazionc cnpit:di:-li(·a delraµ;ricoltura cd il tipo di 1,olitica economica dello S1ato che ad essi hanno eorrispos10. individunndo di quc:-la polilica.,. nl di là delle mediazioni chi· riccrc;i e dei ,cli idcologiti cli cui si ammanta. la s11ecifica funzionali1à eapi1aJic:1i<'n,. •. Tempi e modi dello ~,iluppo cupituli~tic-o in :iµricolluru 11 11rimo momento di que:-ta riorganizza1,ione '. che si conclude verso il 1961-62. con:oiste nella ra1.ionali1.1azionc delle strullure produttive csislcnli, aumentandone ci()(' la produzione a livello quantiiativo, senza modificarle 11ualita1ivamente. Ma <JUt1ndole sollecita1.ioni deri,•anti dai mercati internazionali. in base all'evoluzione dei rapporti Ira gli S1ati Unili e rEuropa, e alrinlerno dcll·Europa, tra i pae:,i ilcl Mcc. divenlano sempre piU: di carallere qualitali\'O. si pns.sa alla seconda fase, quella della ristrutturazione del lcs.suto produtlivo (che dura fino al 1965). duranle la <1ualc ~i punta sui settori e sulle aziende capaci di pi1i ra1>idamcnle raggiungere il necessario abbassamenlo dei cosli di proJuzione e di connncrcializzazionc. anche mediante lo 1< fvi• luppo della integrazione verticale tra agricoltura cd industria :.1 e In III riorganizzazione delle atlivitil di trasformnzione e di circolazione • al fine di III unificare nncora di pi1i la direzione del processo pro<lutth•o dclragricolturn. della industria e della attivilà di circolazione 11 11 • Scelte di questo tipo aprono però naturalmente profonde e vaste lacerazioni nel lessulo produttivo. con resJHllsione e la emarginazione dal mercnto di lulla 1111a lunga serie di aziende medie e piccole. « con la. conscgucnw di ridurre la massa di plus-,•nlore disponibile per lo ridistribuzione capitalistica» 11 : si pone cosi !"esigenza di ricom• porre al livello delle aziende e dei se11ori ristrutturali un nuovo equilibrio del tessuto produtlivo. in modo da clc- \'are la composizione orgonica media di capitale del set• lore agricolo. -3
La terza fase-. l"allualc. cerca <1uindi di dare una risi--o~ta c"pitalù,tirn alle laccrnzioni apcrle dalla precedente: 11; \'i è da un lato. la tendenza ad estendere la rislrullura. zionc al sctlore coniadino sulla linea della ·azienda familiare eHid(•ntc" creando una fascia di aziende contadine formate da contadini mcdi ricchi e da capitalisti "poveri" che. pur non e~('ndo compctitl\•a. riesce a stare dentro il mercato: dall"ahro :,,j lcndc all'ulteriore avan;,.amento del settore capitalislico " 12 • Quc.;10 lif>O di s,•iluJ}f>O cc1pit<distico dell"agricoltura italiana a1>rc una S<'ri<'di contraddizioni ed oeuisee una ~cric di 1c11~ionisociali: a) l'emarginazione e !"espulsione dal mercato, la pro• letarizzazionc ciOC. di una larga fascia di cQntadini 1>0vcri b) la prc~cnza strulturcile di una grave e crescente di50Ccupazione e solt~occupazione agricola (') 1.-.questione meridionale: il processo di riorganizzazione capitalistica, che procede. J}Cruna serie di moli, i II con due anni di ritardo nel sud rispetto al centr~nord. com1>0rla una apertura a forbice anche in questo settore Ira i livelli di svilupJ>0. La politica economica dello St:llo Il filo conduttore che lega nelle varie fasi l"inlen·enlo dello Siato nelragricohura. individuabile nel suo appoggio aper10 a processi di estensione dell"azienda eapitalislica e di maggiore subordinaz.ionc e marginali7.zazione dell'a. zienda conia.dina. è sempre da un lato spceiricamcntc fun. zionalc. mediante pro"vcdimcnti di incentivazione e di disincenti,azione, legislati,•i ed amministrativi. alla eompe• nctra;,ionc .Jcl ca11italisrno agrario ed industriale, cercando dalrahro di mediare con soluzioni capitalistiche. le contraddizioni aperte dal processo di riorganizzazione. Nel 1958 con !"inizio dell'attuazione degli accordi comunitari. si ha senza dubbio una svolta nella politica di intervento statale. con l'abbandono del protezionismo p:rnnario. e con la scelta di incentivare la massima accelera• zione dello sviluppo produt1ivo e la conseguente margina. 4li7.zazione dei settori piti arretrali. Strumento fondamentale di queste scelte è la selezione degli inves1imen1i. mediante il fondo di rotazione, le incenlivazioni e le facilitazioni crediti1,ic che si indirizzano verso l"accentuazionc degli investimenti in conto capitale rispe110 alle spese di esercizio. 11 L"approvazione del 1• Piano Verde è il punto di approdo di <1uesti primi anni di attivilà razionaliz7.nlrice dell"inlcnocnto dello S1a10 ( riordino fondiario c su1}Cramcnto della 1>0lvcrizzazione, pratiche estese di irriga1,ione, con. centrazione degli investimenti settoriali e zonali. meccanizzazione) " 1 •. Il I' Piano Verde rappresenta cioè il tentativo complessivo di riorganizzare. intorno al sellore capitalistico, !"intero lessuto produ11ivo dell'agricoltura. Alla seconda fase dello sviluppo economico fa riscontro una nuo"a 1>0li1icastatale tendenle a squilibr"re complessivamente i rapporti fra gli Slrali produtth'i a favore ciel settore capitalistico. S1rumcnti di questo nuovo indirizzo sono la « politica dei redditi » (blocco dei salari c della spesa pubblica non produttiva per favorire l'accumulazione privala. rigida scleuh•ità degli i1westimen1i ,1erso i settori e le azir-nde piti competitive) e la serie dei « provvedimenti anti-congiunturali )I (legge sui patti agrari, per !"espulsione dei mezzadri dalla 1erra. mutui quarantennali per !"acquisto della terra, che hanno come solo risultato l"aumento del prezzo delb terra, mutui quinquennali per la meccanizzazione). che rappresentano un momento organico di preparazione delle scf'he complessi,•e dello Stato con il piano verde n. 2. Il secondo piano verde. la legge per il rinnovamento della Cassa per il l\'1cz7.ogiorno, la costiluzione degli en1i di svilup1>0 agricolo non fanno altro che rendere espliciti per !"agricoltura i criteri complcssh•i di inlervento del piano Pieraccini. Obieltivo esplicito è « la ricostruzione di un tcssulo produllivo ( la fascia delle cosicldetle aziende fanti• liari eHicienti) che garantisca una scala di produzione adeguata al livello di produttivilà conseguilo dagli slrati propulsivi, con il conseguente abbandono della gran parie delle aziende contadine )I 11 • I contadini poveri continuano cosi ad essere sempre
piU emarginati, mentre i braccianti in numero sempre maggiore sono espulsi; i conflitti sociali che da ciò dcri- \1.nnodiventano sempre piU ampi cd acuti. Per questo l'inadeguatezza e l'insufficienza della linea del movimento operaio rispetto alla crescente es1ensione del potenziale di lotta anticapitalis1ico diventa sempre piU evidente e pi{1 grave. La linen <( coutadin1.111 del movimento operaio Non possiamo, nei limiti della nostra analisi. lentare una rirJessione complessh•a sull'esperienza storica delle lotte agrarie nel nostro Paese: sopratullo del grande mo,•imcnto per la terra e per la Riforma Agraria del secondo dopoguerra: ci limiteremo ad esaminare, bre,•emente, la « politica agraria " del Movimento Operaio. all"interno del. l'analisi del capitalismo proposta in questi ultimi anni e della strategia delle lotte organicamente legata a <1ucsta analisi. L'ipotesi fondamentale, che tentiamo di motivare con le considerazioni esposte in ordine al processo di sviluppo del capitalismo in agricohurn. alla .i struttura di classe » delle campagne, e con J"analisi del significato politico delle lotte di questo ultimo perio<lo di tempo. è che le trasformazioni della nostra società. i mutamenti negli equilibri economici e politici internazionali, impongono oggi una riconsiderazione attenta e critica di tutta la strategia del Movimento Operaio, e, per quel che ci riguarda, il supe• ramento del Meridionalismo tradizionale. al cui interno un peso rilevante assume propria la « Questione Agraria •· Le scelte strategiche per la politica agraria del M. O. vengono propos1e come organicamente legate e/o discendenti dalla ipotesi cla!Sica gramsciana, secondo cui la rottura rivoluzionaria poteva essere raggiunta nel nostro Paese se si mobilitava un fronte rivoluzionario che vedesse alleati gli Operai del Nord e i Contadini poveri del Sud; si as. sume insomma come valida l'ipotesi e il « sistema di alleanze i. proposte da Gramsci e dai compagni di « Ordine Nuovo» in un « momento storico II profondamente diverso e ci .si richiama· « obbligatoriamente • all'impos1azione gramsciona della " Questione J\lcridionale II per sostenere la JJOlitica c,c contadina 1t del M. O. 11 • Lo svilup1,o dell'analisi si ,•uolc oggi pili ricca ed aderente alle modificazioni sociali <' di c<1uilibrio politico. ehc lo s,•iluppo del eapitali:-:mo e la gestione l10rµ:hc~cdella ~ocictà hanno operato: I) Lo s,•ilup1JO del capilalismo. in qucsla anali~i. a~- sumc il carattere monor,olistico del capitale. come elemento « carattcrizzanlc » dello s,·iluppo del sistema, nel senso che « in <1ucst"cpoca. proprio come nel sistema feudale e non come nel sis1ema capirnlistico classico ddl"eJ)OCa ascendente, la cnralleristica. la condizione del \lominio e dello ~rruttamenlo monopolistico è nel mantcnimcnlo dei mezzi di produzione in mano al diretto produttore 11 11 • in <1uesl"ambito in agricoltura non va accentuato tanto il peso specifico del settore capitalistico, il cui sviluppo si assume come parzialmente rilc\'antc. quanto il nuo,•o rap1)0r1o capitalismo-agricohura. come « saccheggio monopolistico del ,•ecchio lronco feudale II u_ saccheggio che avviene due volte sul mercato. al momento deJracquisto di quei fat1ori della produzione prodotti dalrindustria monopolistica. ed al momenlo della vendita dei prodolli. 2) Da questa concezione dello S\'iluppo monopoli5tico della nos1ra economia e del nuovo rapporto « capitale monopolis1ico-agricoltura " è stato 1,rcci5a10 che II il !JOlcre del capitale finanziario monopolistico poteva e può pesare in misura decisiva nella nostra agricoltura proprio perché i potenti monopoli bancari. industriali e commerciali si tro,•avano di rronte a una miriade di piccolis.sime. piccole e medie a:iiende. particellari. contadine e anche CC1pitalisticl1e [ corsivo nostro) prive di coesione e incapaci per• ta·nto di contrapporsi a quei giganti • u. Da queste analisi è derivata la « J}arlicolnrc " ntlcnzione ai problemi del mercato e della sua organizzazione. il giudizio di « (allimen10 11 della politica agraria del Centro-sinislra, perché non ha sapulo assicurare alle masse contadine. ed alfa noslrn agricoltura il superamento di una crisi. imputabile alla sopravvivenza di quei residui feudali. utilizzali dal monopolio nella sua implacabile opera di saccheggio e di rapina della nostra agricoltura. aoaliuando -5
e giudir-audo il ruolo ddl"intcncnto pubblico e del capitale cli -.1nto non come c-.prc.-...\onc di un II di-.c~no orga• niC'o" ,oho a -.o-.tencrc la ,cella 1ld capilalc eh(' ricerca r::q,ida111cnle il -.uo mom('nto di pili nhn rnLionali1ì1. in ogni -.cllor<•cll•lla produLionc. corri,110ndentcmente alle sol1t~citaLioniinkrné <'d interna,ionnli. quanl0 piutto.-.10('Ome ('-.pre-.-.ion<'confu-.a cd iuadcguata del ,cllcitarismo rifor• mi,la dl'lll' no-.lrc da~.,.i dirigenti. 3) In qu('-.1('>limbito il" ruolo II dcli<' m.1<...5t·con1adinc nella -.trategia comple-.-.h a (lei .l\lovimento Operaio. acqui. sta un rilie,o importanlissimo nel fronte tli alleanze dclla cla-.-.e opernia. come forze inùii-pen!>tlhili nella lolla contro i monopoli. pn la rcnlinazionc delra,an1.ata dcmocraliea e ...ociali.-.la". 1) Al\"intcrno di una nnalisi, che ha -.ottovalutato il prO<'C·,odi unirica1,ionc capitali-.tica di lutto il SÌ!,lcmn economico ilaliano. il ruolo dei bracci<mli nelle strutture di d.:~•c delle cam1lagnc ilaliane è :-1a10 « ncccssnriamcntc " ridimen,.ionnto in parnllclo al peso delle aziende capilali- ..tichc della no-tra ngricohura e dello S\ ilupJ,o del capilali-;mo nelle campagne. :\ono.-,.lnntc che da alcune parti. e con forza. si po• nc~~e l"acccnto sul prOC<'SSOdi riorgnnh.zazionc e di ri- -.1rut1ura1ionc interna .ilragrieoltura 21 • come risposla capilali«tica alle difficoltà del settore, nell"ambi10 della programma:donc cnpitali«tica della noslra economia operata dal C('nlro-«ini.;:1ra. "Ohanto le lotte contadine hanno t'l\'UIO « ,;pazio politico». J}Cr il peso che si presumeva esse aves- <,ero all"intcrno della slr:\legia cornplessh•a del 1\l. O.. nel rrontc di allcanie della classe 01}Craia 1}Cr la democrazia ed il sociali«mo. le lolle dei l,raccianti Le lotte dei braccianli sono state, invece. cos1an1e. men1e «et1orialiua1e, utilizzate come s1rumcn10 di pressione 1}Cril superamento dei « residui feudali », non hanno lrovato quello sbocco politico che esse irwcec continunmenlc riproponevano e richiedevano. Sui braccianti. infatti. oltre che su vasti strali conta• 6dini, .-.pccialmcnlc sui contadini-poveri meridionali, essi stessi hraccianli <1uasi sempre, e sui coloni è s1a10 scari• calo il costo della riorganizzazione e della ristruflurazione cnpilalistica della nostr.i agricohura. Le scelte del capitale e dello Staio hanno avu10 queste direttrici principali di allacco alla condizione brnccian1ile: 1) Il blocco della spesa prcvidcm;iale ed il progressh•o svuolamcnto della poli1ica assistenziale nei confronti delle mas~ meridionali. che era stato uno dei cardini della polilica mnidionalistica dei go\'crni cen1ris1i~ 2) L'inlcnsificnzione dello sfruttamento e l"utiliv.azionc Jclla mcccnnizzaziooe, 1}Cr dimiuuirc drasticamente i Livelli di occupazione, rattuazione di operazioni di • non cohura " per mezzo di diserbanti chimici ed il II salto» di inlere operazioni colturali; 3) 11blocco dei salari e !"evasione sistematica dei conlrnlli. utili;,.znndo il complclo controllo, che gli agrari rcaliaano, del collocamento della manodo1>cra bracciantile attraverso il • mercato di piaua »; 4) L"evasione ~is1ematica e di massa delle contribuzioni pre,•idenziali ed assicurative da parte degli agrari, per pri,•are i braccianti di una parte del salario, il c. d. salario previdenziale ( indennità di disoccupazione ed assegni fomiliori). e dcll"a~istenza per le malat1ie 22 • Contro queste scehe si è misurnto, con diHicohà crescenti, il Sindacalo, che, impegnalo nella lotta per la dife. sa della « condizione braccianlile 11, ha rinno\'alo profondamente per la spinta del movimento la proprin piallafoma. di fronle ai processi di sviluppo capitalìs1ico della nostra agricohura, elaborando una articola7.ione coutrattuale in Ire momenti, nazionale, provinciale e aziendale per tallonare gli aumenti di produttivilà ( e quindi di sfruttamenlo) delle aziende capitalistiche piU moderne, tentando di chiu• dcre il cerchio della contrattazione •aggiungendovi uno degli anclH principali », cioè, con la richiesta della u. ))O· rilà previdenziale >t ( con gli operai dell'industria). quello del salario indiretto, che raggiunge anche il 40 o il 500/o del salario. Ha sopratutto rilanciato l"obiet1ivo della Riforma agra• rie, partendo dulia sottoccupazione, dalla disoccupazione,
dall'emigrazioOe e dall'aumentato sfruttamento per contestare l'indirizzo dei finanziamenti pubblici ìn agricoltura, e quindi la gestione capitalistica delle aziende. proponendone l'esproprio e la gestione da parte dei braccianti e dei coloni associati ,, . Ma, a parte le contraddizioni pili generali dclrazionc sindacale. esso ha scontato limiti politìci. determinati dalla necessità di combattere le scelte di un :wversario di classe. che a,,e,•a J"iniziati\'a e la porta,•a avanti con grande risolutezza. La frauura tra le lotte brnccinntili e contadine ha permesso alla azienda capitalistica di .e nascondersi dietro al para,•enlo delrazicnda contadina per ottenere elevati 1>rezzidi mercato. proiezione e ... addirittura indennizzi n 1t e di operare il blocco salariale e contrattuale per portare avanti In pro1uia ristrutturazione. menlre la mancanza dcll"unifieazionc politica delle lolle. nella costruzione di un fronte di alleanze anticapitalistico nelle campagne. non ha permesso di porre radicalmente in discussione la gestione capitalistica della nostra agricoltura. per opporre alla massima razionalità ricercala dal capitale. la razionalitù del lavoro dal punto di vi.~ta della classe operaia. su chiari ohicttivi ~lrategici. Le lotte sindacali. in <1ueste condizioni. duramente combattute, non hanno ottenuto grandi risultati: 1) Le lotte 1>re\·idenziali hanno ottenulo esili mollo paniali, mentre centinaia e migliaia di braccianti vengono cancellati dagli Elenchi Anagrafici, perdono cioè i requisiti per godere del salario indiretlo. ed i giovani non \'cngono iscritti. 2) Le conquiste contrattuali. nel Mezzogiorno sopratutto, \'Cngono svuotate di contenuto. perché i pad.roni controllano il collocamento, e sono quindi in grado attraverso il c. d. « mercato di piazza "• di imporre attraverso una contrattazione individuale del rapporto di lavoro. non sol. tanto il salario, ma anche che il bracciante rinunci alle prestazioni previdenziali, che il datore di lavoro do,,rebbc versare per ogni giornata di lavoro, utiliu.ando in questo senso le tensioni del mercato del lavoro, determinate dalla occupazione, che diminuisce. 3) Il problcmu del la"oro e dcll"occupazionc di\icnc sempre pili grave, per lo s,•iluppo capi1nlìc1ico della no,,tra agricoltura. che 1,rolciarizza contadini. c~pelle i roloni dalle aziende coloniche. riduce continu:1rncntc i li,•clli di occupmiione. In <JUC-Stcondizioni wno 1na1urate le lolle dei brai:• <'ianti di questi ullimi anni. per la rollura del blocco ~alarialc. con scontri assai duri e prolungati. che lrnnno visto il mo111cnto di massima ten:-:ionc nelle lolt(' ~ic·iliane del dicembre 196() u: da <1uc"lc prcrnccsc con l"ag:µ-ra\ar~i della condizione braccianlilc hanno avuto origine le lolle di tJUCSto uhimo anno. cd ìl loro cpiloj!o: A,•ola. Di fronte alla sicura, e perfino beffarda. rcsi~tcnza dei padroni. perfettamente coperti dalla 1)()li1ica agrariu del go\'erno e difesi con i mitra dalla polizia: di fronte al tentativo di SJ>ezzarc il movìmcn10 isolandone le 3\'anguardie con le azioni giudiziarie in cor.rn i•. la collera dei hraccianli non è né episodica né occasionale: la lolla dei braccianti, di cui sembra ci si sio occorli sohanto ora. pretendono uno sbocco politico reale. altcrnati"o alla organizzazionf" cd alla gcslione capitalistica della socicttl. St'r1,:io Giuni • Anlonio l..eonor11i 1 I fatti di A\·ola. !le purt .ror1n riu~iti a fore 1unmtllNt a Ctrardo Chiar<monlc. uno dti 1110~-imi 1oorici di 11rol,lemi ai,:rari 1ld Pd, <'he • nel non cuffidenl(' ri«inOM'inwnto <l<'l ruolo inso•lituibile dei bratti:inh ndl11 lolla per le tra,for111117,1011i. po:-r la terra e per la riforma agraria, 11ia da ('t-rcare un 11111110 di dd,olcu,a tldla no,tril ationc poli1ica degli ullimi lt1111)i"• non gli impedi,cono minima. mente di parlare. in 1111ar1icolo appun10 dedicalo 11i fotti di 1hola. di tu Ilo e di ltllli lriume d1e dcll11 lothr dei brnceionti (G. Cm \ROMO:. n:, U,1 ci,1110 di lotte irn~1,,ose per ,ma srolta nelle tompo&11e in Ri11ascito. anno XXV. n. 48. 1968. 11. •~). 7 E" ci0e il • \·ì:tio • indicalo da Mottura !ull\1himo numero Ji Gio1·011e CrilieiJ: (lucllo Ji anr con$idrrato i;uperala una lioea politica, (jUOndo 1i11!tal11 !!Ollopo,sta II critica II lin•llo teorico. senza che quc,,la critica 11bbio sa111110 din•ntare linc-o 1,olitica 011eranle a li,•t-llo di classe e C8J)aee di organizzare• milioni di penone" (G. Monuu, App1mlì ,ulle prospettitft- di 1m"o:io11e politioo 11ef Me:.:.oiiorno in Cioc,,me cririço n. 18 p. 95. noia 9). , Non ci sembra qu~ta lo sede di di5eutcre sc e io che misuri. que§le rhendi<'a.tiuni siano state accolte dai «intralli firornli. Crediarncr prrO <'he una M:rie ti; strumc-nli 011cnu1i. conctrnc-llli il -7
ronuollo del c:-ollocan1eolo e la contrllllt11:ione ddl"occup.uio11c, •e ,-i rato ,ul 11. :n 25 J1 1 1r00lcmi dd Soeiafi,,,w a p. 1362 che ci ~m. ha la foria. la c.i11ac:-i1e;l 1(1,<>10111d:Ii i:c•lirli. pcrmc1ta110 di riaprire l,ra un 1Clll3lho c•ln.:1niunenle Ecrio di urrronlore i problemi in a hrc,c •ca,lr,ua lo -<"Oniro a li,elli piu alti. t'-..10,e. • (:fr. :il riii:uar<lo il docu111cr1to retlallo a cura dd\a f'c(ler• 11 (Jr. G. G1 tllll\, di. p. 1363. bmuianti •kiliana (ono ,i11Jara/c mtnprounrialc suff,.,,-rnmcto. Ca- 11 Cfr. G. GL,1111,. cit. I'· 1365. tJ11ia. f,•bl,rnio "67. \1•1~mlir,' Il (!"tratifira,iont- -ocialt ncllt cam- Il Cfr. C. (,1 11111\.cit. J). 1:\(,). Il L na ,e,ie (11 d1tti raccohi per la pro, incia di Ciitania. riguudanh la rl'•ll ,,.., cllaro. l:i mN:f'Alllo:11ione f' l'iindamcnto degli ag• 1,:rt,::a11cco11omici (produzione lord:i \tndihile. prollono ·1c110. ca11i1nle eo-1an1e con,unrnto. moulc ~:ilari. 11luv,alorc e redditi mi~tiJ anc:-he •e nun ancora organinati. ci -.cmbr11no co11f('rrnare que•lo giu- ,li,10 ,.._erediamo. pcrmct1crao110 di ~piett.arr in dct1aglio (Jtit'Sli moti\ i. l'J!,':lll' in l1J•1· all;.i r1elal,ora1io11e dei dati del c:-rn•imcnlo ,;:en,.ralc d,·ll'ai:uc:-,,ltura tld l~ò I). d~ll:i 11ual1•~ono tratti i dati riporltlli nel -t>!.llllO, 1 ffr. fl'otro •tu1h • G. D, \ ittorio • A11ali,i cri1ic11 ,lrl «'Il• bÌmr,110 agrario • Pro,rcJso di .u 1/uppi> 1lclrairicol11tra ~iciliam,. Mlf' l'Ofltradd1:w11. c 11ro,p('tti1I'. :"iracu-a. febbraio 1?(17. p. 6: • (. •. J dc• ne ,lcfimlo: co11t11di110 ~,foriato il fo,oratore d1c 11rc.alenl1-1111•111e .. enr impiegalo come ,end,tue tli forza 11:noro. in quanto ullrc a <"u)•rirr il (al,bi,011:no di l:noro <Id pro1,rio ap1>euamcuto tli !erra. (' <•••ltetlo J ric1nare dal ~alario la mai:-i:ior J>,.1rlcJt"\ rf:(.ldito 11/l'('f'~- J(lfio; <"011toduw ,l,re110-ro/ti101ore il la,oralort rl1(' o inlc~ra il rtd- <lilo pro\r11itnle dal la,oro pre•lato nella 11ropria a;,,Ì('nd~ wn unu parie di •alado o ril'a\11 dalla •ola propria azienda l"int('rO rNldito 11ett"!l5ario. o 1111d1e è CO•lrello ad a••11111eremano d'opera ~aluriata m mi•ura mm •upeuore al :?0° ,Id fohl,i-.oi:no comple--ho lii Ja- •oro: ro11tmlmo c1.1p,loli,1a u•lui eht- oltre al la,oro proprio è co,1re110 ad ll••umert mano tl"opcra "alori111a in mi•ura •111M'riort"al 306 0: cnpi1afi,ta rolui che a--u,m'' -olo mano tl"opcr;i •ala1ia1~ ~- ~ l'm ir. dettai::lio: I><'' la ~ona Ira-formata della pro, incia di :-1raeu,a. ](' a,;1rndr <li l'o11to<lrni wlaria11 •0110 1061? •u .;1~: dlttri ,li terM. con in mc(lia ,,,_,..opitl d, 0. l ellllri per adentla: 1,, nuende tli co/1na1ori Jire/11 -ono 6331 co11 10 110 t'llari: le e.,icm.lc di CO/I· 1ad·11i capùa/i<t1 •0110 2 159 ron 6 356 Ntari: le o:ir11dc n•tJil(lli<li<"he <-0110 13 jlJ ron 110 ')<)2 cllari Per la m11a trii-formata ddl:i JJtO\ ineia di Calania. le azic:-od<" di ro11lfldi,ii $11lorrnlj "()110 11 ')05 ~11 6 ,;57 cllari ..ti terra. con in mt1lia cm•a O.I I cttiiri per azienda; le aziendc di <"Olliulori diretti •ono 6 7.'i.i con IO797 enari: le v.icnde di co,uadll/i capiraliMi .aono 1691 con .; OMi cltiiri. h.• a:ie11de Cflpita/i.,tic:he ~ono li 382 con 107 816 etl;iri di 1erra. 1 CilM': • I ...I o una linea ,li intcgrnzionc •uh,;,rdinala al "-ti• ton- cii11itali,tieo. ,li ulterior~ di•grcgazionc- inlcma. emargi1111zionee<l r"lnal,ione d1'1 mercato: OJ)pure una linea di riforma alternath•a al di~Kno capitali•1ico. entro la (luale proccdcl'f:, in concomiianza co11 i:li ahri lll\oratori. ad una f!Utonoma riorganiuuione del pro11rio h"oro l' ddla propria produzione• (C. Gl ERR.I, A. L.,-..A. V. PII!• 111'1. I co,uodini e la riforma a&raria &e,aerùle in Crilico llan:iJlu \'I. n. I p. 103). 'G. ClJltM\, ;\.'-'""·V. P1ERl'iil, cit. p. 101. ' Prr quanlo rircuarda l'analisi <lei !empi. dei modi e delle tcn• <lcn1.c dello ~•iluppo capitali.s11«1 in agriwhura. faccinmo ri(erirnento 1110 •ludi<l di G"o Gl l'IUU. lt capi111/Umonelle campaine pubbli• 8lt Cfr. il ,locumento Per il rila11r:io della lolla pcr la riforma ,isrflria gt'11('rolc d:1hor.1to J:illfl c.>mmi,;,.ione ai:r11ria nndo1111le <lei 11,iup e puhl,l1ca.to nel dieeml,re "61\ a rura dl'I comilato rei;ionalc ,lel P,iup dello To-rann. p. I. U (fr. l'f'r it rila11do ,/('liii lolla ... cit. ibidem. 11 ~ul r;.p110rto tra le- :inali-i e le propo,tc grarnscinnc e la ~tra. lcf:ill .. agraria, ,ltl dopo1,:ucrrn (lcl \I.O. dr. ~u Ma,1Jo 11uo10 11. 17, l')t,8. 11cll:i nabrirn • c-uhura (' ~iclir. • <ll'dicntn al Capilalismo e \/o1ù11c1110Of)('rflio 11d MezM&iorno d'l1a/ia la parie inii.iale dcll'arli<.-olo f• I limiti ,1,·lla C(•nte-tazione <lei \I. O. •l11 1.-. ShKF.'I. in Tc11Jc":c di siiluppo del cnpif(l/ùmo itg/ia110. lloma. Editori lliuniti. Il E. SH11 "· • r1uo,a introtluiionc • a Il ('flpitali,rio ncllc campa,i,1t-. Torino. Einaudi. 1%8. 11 E. St 111,,. in Temlt":e ere., c:-i.1• 381 e ~g(t. 21 Per 1111a impo,1a11011c ortt.anica Ji quesie 111111\i<i dr. tra 1ut1i G. ('111\MO\IO'\IL •t• Critica mllr.ri!la. l(t!lna.io-feLbraìo 196i. n. I. Note ~11Ua poli1ica co111atlù1a del l'ci. pp. 20,63. 11 Cfr. gli intcn•cnti dì C. Oa11co. \'. foa e L. Libertini in Tc,1den:e eC<.•" cit .. nonchi. di 1- L18Hll'll'l. fo1c1,raoio,1c capi1ali• :.uica e so11os1il1.1ppo. Lateua, 1968. 22 Per un'analisi comple111 dei modi e dei tempi d"1111accoalla condi:r.ione bracciantill' C utile il cit. stu(lio della Federbrae<:ian1i. n Per uo 1en1a1h·o di analisi del rapporlo ira il Sindacalo e le lolle bracdantili cfr. H. Sn.FA'\l!:I.LI. S1oria socig/e l9-18-l96i delle lolle bruccianlili. in Quadcmi di ICauellna Sindaco/e 11. 18, febbrnio 1968. 2 • In STU'A'iil.1.1.1. cii .. p. 51. 25 Nel dicembre 1966. nel corso <lellii lotta 1ier il rinno,·o del contratto. dopo uno Kacco ,alariale mollo lungo, i bra«ianti di Lentini si M:tinlrano con la Polizio, coslringen<lola a sgomberare il paese; in <1uell11~te<1<-o,1ccasione fu ue-ci,i0 da un•aulo-pirata di crumiri un hraceÌlmle <li li anni a PalernO. 11 Ai 15() br11ccianli <lcnuncillli ad ,\vola. vii aggiunto il procedirnc:nlo in c:or~ contro ah,i 50 braccionli <li P11lagonia (CT) ed in altri eentri.
class·e partito teoria Dalla "spontaneità,, al Partito Pubblichiamo questo documento di Piero UOtta e Elio !tfou;lta, dCI t,empo redattori e colhiboralori di Giovane cri• tic•. con il quale ,:ui hanno motivoto lo loro 1uci1a dal gruppo miloneu dei « qua• derni rossi • e lo loro ode1io,1e al PCd'I (m.-l.), Di qualo 1e,10 sotlottrilliomo pienomenle /Q critico o/lo • spo1111meùmo 1t organit.:.alivo e oi .suoi « mo11ifes1i • teorici; in que,to concordi con i compagni di Nuovo impegno (t.~i l'editoriale dell'ultimo numtro). Per oltri e fondamentali IUfJfllti, di cui di.J.Cuteremo in altra s.ede. diuenti.omo ini.-tte dallo 11;eho politico dei no11ri amici. La loro suodo e quello di CioHne critica dunque si bi/oroono. Non on1ogonU:1icomenle, Pf!r' quanto ci riguardo. L a situazione nel mondo per le forze rÌ\'Oluzionaric è eccellcnle. Questo è vero anche in Italia, perché le masse degli operai. dei contadini, degli studenti combattono con forza sempre maggiore contro il capitalismo e l'imperialismo e perché si rafforza sempre piU il Partito Comunista d"ltalia marxista-lcninisla. Il revisionismo con le ultime lolle studentesche e operaie si sta smasche. rando sempre di piU mostrandosi per quello che in deCinitivn è: il sostegno della borghesia presso le masse. Il fronte delle forze a sinistra dei partiti rc,•isionisti, che si era venuto estendendo continuamente, conosce ormai chiari sintomi di crisi e di contraddizioni interne. Esso si sta polarizzando attorno a due schie• ramenti. Uno è quello delle forze che non riuscendo a superare la prOJ}ria matrice protestataria e piccolo-borghese tendono a cristallizzare e a is1ituzionali1,zare le loro caratteristiche spontaneisle. cconomici~te. anarcosinclacaliste. Il suo dato costante è oggi l'opportunismo organizzativo f ... 1. L'altro schieramento è quello costituito dal PCd'I m-1 e dai suoi organismi di massa (comitati di lotta. Unione della GioventU. associazioni ltolia-Cina). Verso di esso si muovono tutte le forze che vogliono oggi ricostruire il movimento operaio sulla base del pensiero di Mao Tse-Tung e della ri\'oluzione culturale. cioè del marxismo leninismo della nostra epoca. Questo documento è stato preparalo da alcuni compagni che hanno s"olto una certa a:iionc politica all'interno del gruppo « Quaderni rossi » di Milano. azione che essi oggi ritengono inutile e rlannosa. Quindi questo documento è insieme una critica di certe impostazioni. ed una autocritica. -9
li l.noro d,·1 ~ruppo milnnc!'C « <1undcrni ro..!'i '» 1nc- \ll com<' ,110 <'cnlro r \Jfo Homro. Nc!hi primn me1i1 del 19(,R (' con,i~tilO in riunioni 1}0li1idw. riunioni ..indat.'ll• li. <' nrlla prc1,r11r.,ionc ,li un giornale d1 fobbrit'a ( w I.a \lH.:c opcrain II di \lil:1110). Pnrl<'tipn,ano a qu(' .. 1:1 atli,ità un.1 ,en1i11n di Olll'rai l' allrcllnnti 11011-operai( ,1udc111i. in,t'~1rnnti. irnpit'!?:lli). I ... I 11 -.iJ!;nifi<'ato1,olitieo di <1ue· slo l.l\oro. ini7inlo ~ubito dopo I<' lolle "Ori<' ,;,1H.)ntnnC.i• mt'ntc n(') rep:1rto ,(Gruppi .. clcll'Alfn Homco alla fine del 1967, è og.geuivamente qucslo: OJ>erai. (o gruppi di opcrni tli certe lince di mont:it:::gio p;ii1... pon1t111e:1rncn1Oe r• ganiuati) :nc,ano imp:1ra10 in fobbrira <'hc il i'inclacato. C~il o Ci~!. fa gli intere,~i dei padroni. o:ia nei J>criodi di tregun cindncalc. sin nei periodi di 1011n. Nel primo ea..o. l· c1un~iittmprc O!-SCnlc.cd ogni operaio rimane solo a lollare contro capi e padroni: nel !'econclo caso o spe(!'.nc nddirillurn le lolle sorte ,,cponlaneamcntc o. <(Uando que- ~10 non (· po,1:ibile. le controlla. fo In conlrallazionc da '-olo. e poi impone i eompromcs.-.i che ha raggiunti agli operai o :1gli stessi militanti ~indocali di base. facendoli pa~,ar(' come il urnggiorc ri..,uhalo possibile. A qucsla ~nsibilinazionc !'ponlanca però quc1:ti operai non riuscil'nno ;i dare uno .:!Jocco politico e <1uindi orgnninatiYO soddi. !'faccnle. né interno alla fnbbrica né- cslcrno. Quc1:10 fn110 ha crealo lo '-pazio per l"intencnlo dei e, Quaderni rossi ... che ~i fonda"a su un cqui,oco: il for credere che i;i aveva una '-oluzionc politica e organizn11iva dn proporre. menIre non era ,ero. Si prende,•nno le spinlc spontnnl'c verso rorgnnizzazionc. !'i riempivano di belle J>arolc come II dcmocra,in diretta 11. " niente burocnwin ». e vcni,,ano prco:c111atccom(' 1:olu1ionc. lns;omma veniva 1)ropo<;to come obbiellivo quella ehc in.vece era In o:itua1.ione di 1>artc111:a, si rimanc,•a alla coda degli twvcnimcnti. Sin dall'inizio si manife'-tnno due clivcr1:c posizioni alrintcrno di questo gruppo di lavoro. Uno era una posizione chiaramente cconomicisla. che dicc,•n: alrinizio è mc~lio non forc discorsi politici. bisogna farci entrare la politica ~lo allra,erso gli argomenti !'indacttli. Per cscm• pio. si parla dei collimi o dei lcmpi in fabbrica. e 1u11i sentono questi problC'mi perché sono Fra i principali mc1.zi 10dello sfrullanwnto usali dai padroni. E allora noi parliamo dei p:1rlroni. dicono <111esti « compagni "· del 1>crehé loro illrìngono i tempi. dei loro w piani di razionalizzazione ». Queo:10 si. \1n dcli.i Cinn non ~i può parlare. e nemmeno elci \ ic1.N:un perché que~lo lcma mobili1crt'IJbc pochi. non 1rnò es~nc moli,o di lolla in fobbrie.i. ancora il Jj. ,cllo della co~cit~mrnmedia degli O[><'rai è bn-..so. Non si aC'corgevano <'O~icli dimo!'lrarc che era basso il li\•ello della loro ('Oscic,wn. non lcncvano eonto del fatto C"hcla classe operaia in llalia a,e,a fo110 lolle ben pi,i ;wanz:alc di quelle <'hc loro propone, n110 ( ad esempio quelle del luglio del '60. che poi i revi~ionisti del Pci me, ano w,ato a fini parlamc111,1rì). Qucsli errori non sono errori di valut:izione casuali. Tcslimoniano del follo che c1ues1i com. pagni vi,c,,ano lontani dalla classe operaia e dai suoi pro• blemi. e In immaginavnno pili arretrata là do,1c loro con- ''eniva che fosse piU arretrata. e in,•ccc « pi,i avanzali'! 11. lì1 dove loro spernvnno che fosse pi\l n"anzata ( pii, avanzala per modo di dire. pt"rché sappiomo che l'ul1radcmocratismo C unn dc,•iazionc di sinislrn a parole. di deslrn nei fatti). Dimostravano inoltre. questi (( compagni >1. di non aver saputo lrarrc inscgnmncnto dalle lolle che da oltre un s<>coloIn classe opcraia ave,,a compiuto; di non aver saputo trarre insegnamento do tutto il patrimonio !corico e di lolle clic è il marxismo-leninismo. e dnl pcni:icro di Mao Tsc-Tung. Un'altra delle J>O:>izionei rronee di <1ue~1alinea è tcSlimoniala dal fatto clw essa faceva riferimento eoslantc a un « livello medio di coscienza I) degli operai. cosi come si manifesta non nel corso delle lottc. bensi in periodo in cui tullo nella fabbrica si svolge « normalmente .,,. Questo si gius1ific,1va eon l'argomento che. fondandosi su qucslo livello di coscienza u stabile » e non precario come <1ucllo che esplode durante le lolle. si sarebbe costruito sul solido. Per conoscere <1ucs10 livello di coseicnz.a veniva usato come slrumcnlo l'inchicsla individuale. Ma noi sappiamo che l'inchiesta, quando non è in<;erita nell'at1ivi1ì1 poli1ica fra le masse del pnr1i10 marxista leninisln è uno strumento di conoscenza borghese e non cli conoscenza rivoluzionaria (sociologia e non leoria rivolu-
zionarìa). Fa cioè conoscere il mondo come è e 11011 come può divenlare. Un gruppo di compagni non condividc,•a questa im. poslazione e tra essi sono coloro che scrh•ono riuesto dorumcnlo. llisogna dire però che nemmeno le posizioni di questi compagni erano corrcllc perrhé. anche !«! su alcune questioni particolari essi csprimc,•ano delle giuste soluzioni, a,1cvano una concezione sbagliata sul problema fondamentale della costruzione del partito. Essi non ave• vano capito che in questi anni il compito fondamentale per i marxisti leninisti è la costrm-:ione ciel partilo mar• xista•lcninisla. Pensavano che il partito fosse uno stru• mento indispensabile per la presa rivoluzionaria del potere e per la costruzione del socialismo: ma ritenevano che i marxisti.leninisti avrebbero dovuto ancora per un certo tempo s,•olgcre azione di massa. diffondere il pensiero di Mao Tse.Tung. inserirsi nella lolla di classe. anche a ti• tolo individuale o di piccolo gruppo. In questo modo. pensavano, si costruisce concretamente ìl partito, ma è stata proprio la pratica sociale che ha mostrato loro il loro stesso errore. Essi si sono accorti che. malgrado la loro buona volontà. nella situazione particolare nella quale si muovevano, non proponevano niente che già non polesse essere realizzato sponlancamente. non contribuivano a far fare nessun passo avonli. Per esempio, essi sapevnno ciò che Lenin a,•eva insegnato, che se la classe operaia lotta da sola. o solo nelle fabbriche, non fa lotta politica rivoluzionaria. ma solo lolla sindacale o lolla polilica di tipo tradeunionista o corporativa. Pensavano quindi che era necessario muoversi verso una lotta che non fosse solo limitala alla fabbrica. o ad una fabbrica. In vista di questo, come prima soluzione da adottarsi immediatamente, avevano proposto di svolgere non .solo l'attività dei comilati di linea alrinterno della fabbrica. ma di anelare nei c1uartieri dove vivono gli operai, fare un lavoro di agitazione non piU sindacale ma po· litico. Pensavano che fosse necessario fare riunioni pubbliche sulle lotte degli studenti e degli operai in Francia. sulla Rivoluzione culturale, sui partiti revisionisti, sui sin• dacati, sulla Cina, -sull'Unione Sovietica. D'altra parte in• serirsi nelle lolle che quolidiannmcntc gli i,fruw11ì ,ano costretti :.1 fare per combattere con1ro lo sfrullamenlo (dal• le lolle per gli aHitti a <1ucllc 1-.cr la 1el'uola a qul'llc 1,cr i trasporli). Queste 1,roposte sono !'òlalcacccllalc, ma J>Oi.siccome manctwn la volontà di altuarle. non sono !i'lalc mc,1,(' in allo quasi del lutto. Noi però \'ogli;11no dire che. anche se si fosse realizzato, ,,ucsto non sarebbe !>lalo cffo11i,anwn1c un passo avan1i. Anzitulto pcrd1C anche se a,c,,e a,u10 effetto l'ag:i1a1.ione politica. loro non ave, ano da proporre adeguate soluzioni organizza1i,•c ( parlorc d('lla Bivolu,ione Cinese o della Hivoluzione culturale non ba'-ta. Bbo~na anche saper proporre cosa fare oggi). l11oltrc pcrrhé non è vero che in questo modo si supcra,·a il limite (letto pri• ma. del corporativismo e del scllorialismo. lnfalti !"azione politica ri,•oluzionaria non può essere dala dall"insicmc di tante piccole azioni che si s,·olgono nelle rabbrichc. nelle campagne e nei quarlieri popolari della cillà. ciascun.i iwr conio loro. E' necessario che essa sia ccntrnlizznla. ogni azione sia coordinata alle altre. che la linea politica di tullo il mo,•imcnto sia chiara e definita. Il capitalismo del nostro paese sarà strategicamente una tigre di carta solo se gli sfruttali hanno una stratc:::ia giui'la ba!"ala sul ccnlralismo dcmocralico. Infine queste azioni slaccatc, malgrado le buone in• lcnzioni di coloro che le compiono. possono rendere pi1i difricile J"es1cndersi del parlilo marxisla•leninista in Italia. cioè ciel PCd'I. perché cos1ituiscono degli alibi per dei com1mgni ancora indecisi o con le idee poco chiare. I fotti d1 Francia rendevano necessario un alla1ga• mento della l)roblematica del gruppo. Diventava piti urgente vctlcrc come inserire il proprio la,•oro. limi1a10 geo• graficamente e sc11orialmcntc. in quello complcs5ivo. \'e. dere quindi che organizzazione darsi in funzione clcll'or• ganizzazione di cui si voleva t'SSCr parte a livello gene. raie. E" in questa occasione che con la discussione si approfondiscono anche le divergenze. Quei e,: compagni II già criticali come economicisti mettevano in e,•idcnza la ,1astn partecipazione delle masse, la trovolgcnlc spontaneità del mo,·imen10 francese che, non centrnlizzolo. riusciva nd im- - li
rt0r:,.i. pur con diHrsa inten--it3. in gran pari(- dd pae:.c e tO("ea,:1molti strali :.odali. Corn•idera\'ano il salto J>Olilico qualilatl\o che ~i cm fallo in due direzioni; da unn parte un -.aho nella maturazione e ncll'autogo, crno delle ma~c: a~scmblcc e comitali di fabbrica ovunque ne erano la pro- , a. Dall'altra il salto politico (stretta conseguenza del pri• mo) che si era follo in senso antircvisionista: messi alle stre1tc. con il loro comportamento il Pd e rUrss sì erano sma~d,crati <1uali :-0110 come non mai di fronte alle masse. Sin qui lutto bene. Se non che <1ucsti (( compagni M tende, ano a considerare res1lCricnza francese come com• piula m s~: anziché con~idcrarne i limiti per procedere ohre. lcndc,ano a ,edere questi limiti come falli posilh·i. eomc il « di pili >i. il « nuo,·o • che avrebbe reso questa e:,.pcrienza quasi un punto ideale di nrrivo. Vediamo pili dn ,icino, Quc:,li « compagni M ritenevano che il la,•oro pili importante fo~sc in <1uel momento quello di creare ovunque or!,(ani-.mi di autogoverno: nel nostro caso comilati di base all'Alfa Romeo. Pensn\'ano che il comitalo di fabbrica fos- ~e un orgaui-.1110che giil di J>tr se po1es.:c as:;umcrsi tutti i eompili politici necessari e considcra,•ano il problema d('ll'organizzazionc in termini tecnici, come il semplice coordinamento di tullì i comitati di fabbrìca cittadini che .:i sarcbllCro costituili. come la loro semplice somma aritmetica. Oeriva\'ano insomma il comitato di fabbrica dalre~pcricnza franc('SC, o lo \'Olevano sede di discussioni e decisioni sindacali e politiche. senza pensare che di per sé il li,cllo snrcbbe staio pili economicisla che altro, al massimo anarcosindacalista. Vole"ano in soslanz.1 istituzionalizzare una forma organiu.ativa e una sede di maturazione politica. che co.:i falla nve,,a p0tuto esistere. era staia utile. a,e,a avuto in.,omma il suo momento di gloria solo grazie alreccezionalità del momcnlo e in una fase transitoria, ma che in i;é. senza cambiare, non sarebbe stola possibile o almeno utile in un lungo !lCriodo. I compagni critici. Ira cui coloro che scrivono, obbiettavano che il comilato di fabbrica o di linea se vuole essere un organismo di mas• sa, non può prescindere da <1uello che è il suo carattere strcllarnentc sindacale, par1icolare, settoriale, anche se al 12 - suo intern•J de,c essere sempre presente uno sforzo continuo di introdurre il pili possibile elementi schiettamente poli1ici. llimane in sos1anza un organismo di difesa, non è perciò sufficiente. li futuro )a\'oro politico ri,•oluzionario, se ,·noie essere un la\'oro di attacco a lungo termine contro lo stato per il capo\'olgimento della societ3. deve essere <1uulcosa di pi,i ( che miri pi1i lontano) e quindi esigere una organizzazione che gli sia propria, pili rislrella, ad un maggiore li\'ello di coscienza. Questa organi1.zazionc non era assolutamente da pensare conlrap1>0sla al comirnto di fabbrica. anzi doveva essere compcnelrata: quella rislrctta po1e,1a es....:eredi stimolo e quindi di guida solo nella misura in cui avrebbe avuto le idee pili chiare cioè nel• la misura in cui avrebbe saputo lollarc meglio nella direzione degli interessi anticapitalisti a lunga scadenza degli sfruttati. Quei « compagni » insomma non si ponevano affatto il problema di estendere. contcmporancamenlc al lavoro sindacale all'AHa Romeo, l';lltiviti1 di un nucleo di quadri altamente politicfazati che potesse superare la dimensione ris.trçlla del h'.l\'oro. anzi nega\'ano che avesse senso la costituzione di un livello immediatamente J>Olitico. Tut• tcn•ia anche la linea dei compagni che scrivono non era esente da critiche. Essi infatti lcndevano allora ad immaginare. come si è dello. la formazione del partito come qualcosa che si produce contemporaneamente alle lolle e che dc\'e realizzare il « li\'ello verticale » man mano che si forma e si eslcnde il livello ori7..zontale. La loro in~om• ma era ancora unn concezione a mezza ,•ia fra lo spontaneismo. l"opportunismo organizzativo e il marxismo-leninismo. Da parte loro i « compagni " cconomicisli vede\'ano nella spontaneilà e basta, nella non ccntraliu:azionc, non dei limiti da superare ma dei pregi da istituzionalizzare. Motivav:rno la decentralizzazione con moti\'i di ordine tecnico. come necessaria per sfuggire alla repressione. seguendo in ciò, come in fondo in tutto il resto, le idee di Dutschke. In caso di repressione immaginavano una serie di organismi indipendenli o semiillcgali che. solo per questo, avrebbero potuto rendere possibile un valido lavoro
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