n!'lln co-.<'if'1w1dt•i protagoni~ti ,eri: non a ca-.o c·è aneli<' una \('natura di '-l'n-.o di '-upcrioriti1 nel tcrmiue « mcridionnlismo di prolcsla ». per quanto la \1ilutazione che se ne dia per il pas....;..alsoio. nella sos1:rnza. po;,ilÌ\'a. nel ~f'n!-0che :;'(' detto. 11 :;ignifiealo reale di tale interpretazione ( come ,li ogni intcrprcrnzione di fotti passati) \'fl dunque ricercato nelle ipotesi di l:I\Oro che« i nuovi mcridionalisli », quelli « cl'iutef\ cnto 11. enunciano e sottopongono alle forze 1>0litil'hc cd economiche. come progrmnma per il futuro del meoogiorno e del ,.i.,.1cma economico nazionale nel suo comple'-so. in una pro-,pf'tth•a europea e dichiaratamente - almeno nel discorso dei pi1i chiari e scientiCicamcnte fondati - capilali"tica 2 • La linea che i nuO\ i meridionalisti conducono avanti alrinlt'rno della pro-.J)etti\'a prog-rnmmaloria poggia su due punii formi. che rappresentano i motivi comuni sollesi a di-.cor-.i che - quanto alla forma. alle misure specifiche d'intcf\enlo su~gerite . .:igli obietti,•i parziali considerati priorilari. eccetera - 1)()ssonoapJHtrirc anche estremamen1e diversi. Il 1>rimodi quesli punti comuni è lo sforw "oho ad C\ itarc che l'immissione delle regioni meridionali nella programmMÌO11e eeonomi<'a nazionale si traduca in una caduta della tensione meridionalistica. In pralica, ciò equi. ,aie a dire che. mcnlre ,la un lato anche in un pac::e capitalis1ico non è piU pensabile che lo sviluppo economico delle aree meno S\'iluppale poso:a essere perseguito rifiutando l'ado7ione di forme «dirigistiche» che. per quanto par• ziali. tendano ad in"cstire l"inlcro territorio nazionale. d'al. Ira parte ciò non deve sen,ire come cavallo di Troia, per far acecltare la liquidMione delle forme d"intcrvento straor• dinario e aggiunti,•o di cui sono oggello quelle aree. Il secondo punto. c-onnc~o:ostrettamente n ((Uesto. ma ao:o:aipila ricco di implicazioni a li\·cllo politico pratico e ideologico. è il ririulo d·una scom1>0sizione della <1ucstione rneridionalC' in 1>rohlcmi settoriali. ria~M>rbiliili dunque - ancora a li\ello nazionale - all"in!erno cli diverse problemaliche generali. che per la logica stessa della pro1}fia impostazione ignorerebbero di fallo, o comunque sminuireb-- 86 - bcro. il carattere di priorit3. e d"urgenza che si vuole mantenere alle csigcn1.c di S\'ilup1>0del sud in quanto tale. Ciò riconduce tutti i « nuovi meridionalisli ,i - ,o. lenti o nolenti - a rìarfcrmnrc a li"ello sociale un'inlerpretazione del sistema socio-economico italiano fondata sulla contrapposizione nord-sud, mcridion::ili-scttcntrionali. di cui sono sot1ospccic ( per quanlo chiaramente in via di obsolescenza. anche se ancora sfrullate). le contrapposizioni industria-agricoltura, cittadini di prima e seconda classe, eccetera. E' forse supcrrluo dire che la maggior parie degli attuali dirigenti del partilo comunista italiono e in partico• lare quelli che - nell"claborazione della linco del partilo - si propongono cli rap1>rescnlare le esigenze del sud. ri. cadono perfctlamcnle nella classe dei meridionalisti definibile in base a quei due punti fondamentali. Come s"è detto, ciò non significa che essi si identifichino perfeuamcnte con tutti gli altri, i cosiddetti " borghesi » ( i quali per ialtro, differiscono tra loro su molte questioni, anche non secondarie)'· Appare però abbaslanza sintomalico che, almeno alla luce delle due esigenze di fondo elencale sopra, le scehe di classe che il partito compie, intese non come giustificazione ideologica. mn come scelta pratica degli obictti"i da perseguirsi e dei gruppi sociali a cui proporli. divengano sempre più sfumale e J>ili « pluralistiche », sempre meno cliscriminnnli rispetto alla conlraddizione di fondo della società capitalistica (la sua di"isione in capilalisti e prole1ari, e l'impossibilità del capitale di ridurre la for.r:a lavoro a semplice parte di sé, i cl'1 com1>0rlamcnti siano interamcnle deducibili e controllabili), sempre piU legate all'ipotesi di lungo raggio d'uno sviluppo economico capitalistico vittorioso ancora per molti anni, nll'ioterno del quale occorre individuare uno spazio per sopra\•viverc, magari crescere quantitativamente, ed esercitare una funzione propulsivt1 4 • Il fatto strano è che tale ipotesi, in\•ece che portare coerentemente ( J>Cnsiamoa <1uella cooreri:a di cui era maestro, ad esempio, il vecchio Kaulsky, e che fece di lui il piU agguerrito avversario di Lenin) ad una valutazione lu-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==