giovane critica - n. 18 - inverno/primavera 1968

nire alla formazione di un blocco ideologico-politico che potesse assumere !"egemonia detrnntifoscismo non comunista. La sua polemica contro Mon<lolfo e pili lardi conlro De Man ave,•ono questa ambizione di liberare il marxismo dai residui meccanicistici e attrezzarlo {(uindi ad in1cndcrc lo lezione \'Olontaristica del leninismo e della crisi italiana; demistificare le illusioni dei piani economici socialdemo-- cralici di rapprcscnlare la soluzione delle crisi cicliche del capi Iole. Ebbene, sia l'uno che l"ahro punlo sono ccrlamcnlc centrali nel periodo in cui vengono enunciati. ma le soluzioni di Bartcllini rimangono a mio avviso al di ,,ua di certi traguardi. La polemica con Mondolfo è non solo cronologicamente oncoratn al marxismo di tipo evoluzionisla. 1>er cui non è possibile utilizzarla contro il fatalismo e il meccanicismo dclrlntcrnnzionalc Comunista; non è possibile nemmeno utilinarln nella critica al marxismo storicista di stampo gramsciano. mct0<lologo della storia e della politica. e quindi delrarte, delrcconomia. dell'etica e delle scienze naturali. La criliea al Oc Man è certamente crficace a livello della confutazione teorica del superamento del marxismo tentalo dal De !t,'lnn, ma non investe il pianismo come polilica di forze borghesi e socialdemocratiche antifasciste di rappresentare l'anti-crisi. la valvola d'uscita dalla crisi fa. scista. La crilica al piano e rcsame della raziormlinazione non sono cslcmibili all'esame dello geslione dcll"economia socialista e quindi dello Stnto e delln burocrazia nc11a ,•ersione staliniana: come pure lasciano fuori - come ho detto - il problema del controllo e della democrazia diretla. e) - La critica di Bartellini rimane cioè o insurficicnte o arrelrata rispetlo alla problematica della ricostruzione di un marxismo teorico e di un movimento politico che ripensasse criticnmentc non solo 1'espcrienza socialista ma anche l'esperienza comunista. Penso che ciò vada ricercato in massima parte, come dicevo, nella colloca1.ione politica di Bartellini, nel suo essere l'aspcllo critico del massimalismo, nell'essere un uomo nuovo del massimalismo italiano ma nello stesso tempo di non av{'r pensalo una ahcrnntiva al di là di quc--,to traguardo politico. Quando nel ·44 porrà rcquazione ~ocialisrno comunismo non è pcrchè il suo mnssinrnlismo ~i è SUJ>Crnloe ha fallo il saho a <1ueslo li\•cllo. ma an;,,i permane il SO· spello che in lui vi sia ancora incomprensione del comuni:mo italiano. per cui (fuclla riproposta assume ancora. nella situazione nuo,•a, il signiricato di una scelta mediana che allora potc"a gius1ificarsi Ira l'ahro con la neccssilà di staccarsi dalla fase conservatrice o statalizzata in ("ui era giunta la rivoluzione in Urss. Mi pare cioè che Bar1cllini non abbia presente la necessità di un mO\'imen10 unitario nuo\'O. per cui la sua proposta dell'unirà proletaritt non ha mai il significato di nuova partenza rna bcnsi di alleanza tra omogenei. come pure la sua concezione del socialismo libertario pone un problema di rapporti democratici ma non di nuovi istituti di efosse e di nuova organizzazione per il polcrc. La line:t mediana e autonoma cli Bartellini era 1}0i a mio av,•iso in <1ucsto dopoguerra impossibile da lencrc Ira una Internazionale soeialisla che ,•ole,•a un determinato ti1}0 di socialismo e una Internazionale comunisla che ,o. leva un determinalo 1i1}0di comunismo. Per cui la sedia della politicll 1111itaric1di classe che le forze 1>0li1i,·hc "hc sono cresciute anche con il contributo e con il sacrificio di Bartcllini hanno fatto in ques10 dopoguerra non è slata una scelta subalterna nllo stalinismo internazionale. come gcncrnlmenle si erede: ma una scelta in"cce J>Crtrarle dalla J}OSizioncminorilnria e marginale cui certamente la si. tuazione politictl interna e mondiale le a\'rebbc rclcgnte. E' staia una scelta che ha porlnlo nlla elnborazionc di una linea politica che ha dalo un contributo nclln direzione del superamento della rollnra del ·21 Ira socialismo e comunismo, al superamento dei punii burocratici e moderali dello stnlinismo. nl superamento della rottura dell"unilà di classe. evitando nello stesso tcmr}O il pericolo corso dn ogni movimcnlo della sinistra internazionale non stalinista di essere centrifugato fuori dnl mo"imento OJ>C· raio e quindi di essere ridotto ad espressione di una polemica ideologica. - 83

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