le cime ,•crlicali della spon1anci1à e della crealività rivoluzionaria rappresentate storicamente dai momenti sublimi della Comune, del 'l 7, elci Consigli e, negli anni ·60, dalla « insubordinazione operaia » alla razionalizznzionc, dallo « sponlancismo », dalla ritenuta fine della delega della classe al partito. Viene cioè saltato il momento dcll"organiuazione storica del mo,•imento, viene quindi sahato il problema del recupero, del riutilizzo, della riclassificazione di questa realtà poli1icn sociale e umana, degli isliluli SIOrici del movimento che sono gli aspctli strutturali della sua crcativilà e che rappresent.:ino un organismo vivente di un processo continuo di circolazione e ricambio e che è misti• ficantc confondere con un gruppo rigido di quadri o con i residuati e la vischiosi1à della tradizione che ccrtrunenle ogni movimento dj massa, e di masse ingcn1i, si porla dietro. Se non ci si dà qucsla concezione dialct1ico-unitaria del rapporto tra masse e organizzazione si costruiscono storie manichee con una K classe operaia » percnucmcnte rivoluzionaria e d'altra parte una « burocrazia » sempre burocratica e pompicra. L"autocritica di C/a55e Operaia. il suo ritorno nel partito ( che non è ancora salto al partito. <runlunquc !>b il giudizio che si ,•oglia poi dare a questo proposito) ha avulo almeno questo significalo. la presa di coscienza ti.i una realtà che non è possibile ignorare, di una realtà che va riutilizzata specie da chi le vuole imprimere un.i orga• nizzazione e una dinamica nuova. Anzi, se fosse possibile fermarsi su questo punto. proprio l'esame del movimento dei Consigli torinesi dimoslrerebbe comr esso abbia potuto nascere e sostenersi sulla riutilizzazione che Cece degli strumenti storici della classe operaia attorno a una nuova visione del potere; dimostrerebbe come esso fu generato su11a spinta so,•ietica da quel tipo di intransigcntismo torinese che In classe operaia aveva assorbito e convalidato nelle lotte nell'arco avanti e dopo la guerra; come es.so si sostenne suU'niulo morale. politico e economico della Seiione socialista, della Fiom torinese, dell'Alleanza Cooperativa torinese conquistate all'oricnlamenlo ordinovisla, Cioè proprio il 111ovimcuto IO• rinese dei consigli dimostra come gli !>lrumenti tradizionali della lolla operaia. parlilo sindnca10 cooperazione, non possono es-ere scmpliccmcnlc Mhali, se non si vuole creare una spaccatura irrimediabile e poli1icamcntc sic• rile tra manguardic e masse. Proprio il mo,imcn10 torinese dei consigli dimostrn come la prcol·cupa1.ionc nrng• giare di Grams:ti nlln ,•if!:ilin della lolla dclroccu1lazione delle fabbriche fo.,se la. frallura ;ì li,cllo ,rnzio,rnlc tra il movimento torinese da una parte, e il 1>arlilo e il sindacato chiusi J"uno nella sfcr,1 propag.indisli<·a c(I elettorale e l'altro nel rivendicazionismo cd inoltre la rrattura Ira la spontanci1ì1 della lotta e la dirc1.ionc politica. La debolezza del mm•imcnlo torinese - non la sola ma ceriamcnle una delle principali ai fini del noslro discorso - consistcllc nel 11011m•er a\'ulo la forza e la ca1,a• cilà di JJOrsi come movimento nazionale, cioè di imprime. re la nuova dinamica strutturale e politica non solo a un settore, per quanlo importante. ma a lutta rorganizza.zionc nazionale del movimento operaio. Per cui se fo relativa. menlc facile a Bordiga coslituirc una organizz.izionc autonoma di quadri a livello nazionale. quel parlilo di tipo settario cui puntava: ru irwccc. come ho detto. pili diHi. cilc sostanziare quesla organizzazione volonlarislica e burocratica prima con una base operaia e poi con un movimento di massa: infolli se il mo,•imcnto comunista fu per molti :urni dopo la sua cosliluzione un movimcnlo puramente ideologico e strumentale in runzione della JJOlemica conlrO il partilo socialista. se come partilo nacque non nel '21 ma nel "24-26, lo si spiega appunlo con l'avere esso sottovalutato questo problema della conquisla delle masse operaie e delle loro organizzazioni storiche. La critica che Bologna fa a Bartellini viene inollrc estesa a quello che Bologna chiama il «gruppo» cui llartcllini appllrlcnne. viene cioè collct1ivamente e.stesa a1 rag. gruppamenlo politico unitario degli anni ·30 che .si chiamò Centro Socialista Interno che noa voleva essere una proie1:ione in Italia del partito socialista emigralo. ma appunto i1 raggruppamento nuovo. l"orgoni7.zazionc unitaria dell'opposizione di clnsse indipendentemente da di,•isioni sto- - 77
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