giovane critica - n. 18 - inverno/primavera 1968

to all'inizio: poca chiarezza, nebbia, nrnncanza di teoria, in parte anche mancnn:ta di risolutezza della realtà - può essere inquadrato teoricamente. Ciò può 3\'\'Cnire se si af. ferra attraverso il mondo la calamità comune di cui soffre il maggior numero delle persone - dunque non solo la miseria degli stentati e cleglì oppressi del mondo e dei proletari, che hanno da pagare lo scotto di ogni scop1>iodi crisi, come è accaduto presso i minatori della Ruhr - quale una esasperazione originaria cd esplosiva contro umiliazione cd offeso. In ciò è contenuta la sensazione della degradazione, dunque !"eredità della Rivoluzione kmcesc. L"individuo non deve essere piU una causa penale come nei paesi socialisti né come in occidente una piccola forza di lavoro che deve vendersi e Olliene lanli soldi da potersi in genere riprodurre. ma una grande aJlparizionc di luce. Ciò, secondo me, percorre. continua n vh•ere nel Cri. stianesimo, è la mania di articolarsi nel dramma, nell'arte, è la preghiera di Brecht. Per comunicare ciò non basta solo una teoria ma deve essere trovala una nuova lingua cosi che gli uomini capiscano: egli parla per noi, egli parla la nostra lingua. Tutte le etichette e tulle le calunnie possono e devono essere soppresse. Questa sarebbe la lingua cli coloro i quali soffrono della slessn miseria. Ja Jingua di coloro i quali possono comunicare. pocticamcnlc e musicalmente e filoso(icamente e moralmente e con spirito, con scherzo, con beffa, con la grande forza creativa dell'umorismo. che non rappresenta forse la fragorosa risala dei piccoli borghesi alla tavola degli assidui ma che contiene in noi una leggerezza enigmatica, esprime una contentezza inconcepibile. si che noi possiamo ancora ridere sebbene non abbiamo nulla da ridere. Anche nel movimento rivoluzionario deve essere introdotta una serenità che lino ad ora gli è per la maggior parte mancata! Poiché vi fu .severità animale, che non coincide con .serietà e non è la stessa cosa. Tutti questi elementi devono essere portati in una propaganda delJa sincerità. E cosi avviene che qui mohi gruppi e diversi individui ascoltano Dutschke ed hanno pure un punto in comune: qui vi è molto di non fermentato, qui e'è molto di poco noto. qui vi sono deUe contraddizioni. Si, ma dove non ve ne sono? Ma vi è anche una lcndenw comune. Vorrei persino dire, \'Ì è una invariante della tendenza, non delle sin. gole situazioni d'ordine, ma della tendenza. Qui \•i t• unn tendenza invari.:mte non trascurala, che si è espressa nella Ri\•oluzionc francese nelle parole librrlà. uguaglian,a, fralcllanza, nei movimcnli delle selle del ~lcdio E\o. nella gucrrn dei conladini Jlr<'SSO Thomas ~li.inzcr. c prc~--o Ho5:a Luxcmburg. « Qui ci parla uno di noi ,>. la scn<-azione che abbiamo presso Hosa l.uxcmlmrg rabbiamo anehe qui .. A ciò si riflella. E <1ucs1a è anche !"unica \Cra lolle• ranzn. na tollcrnnza con i foscis1i <'d il fallo che \'Cnµ;ono usati lulli gli insulti pO!i'!i'ihilic.he !'-Ì chiama o;:;:ni1~r!,onn fascista cosi come .!'i è chinmato compagno ebreo ehiun- <1ucnon era nazista - tulio ciò. s"inlcndc da sé. non C l"argomcn1O. perché vale la frase: non ,,j è alcuna pace con BclzeLU ed il suo regno. Un p<'sccc,rne cd un Icone non possono combat1crsi poiché essi ,,i,·ono in regioni di\'crsc. Ma se \'i sono Ira noi delle di~cussioni. allora \'Ì è pure qualcosa in comune. per lo meno possinmo litigare. Presso J>ersonc apcrle, sincere. che piti che mai non vogliono ingannare gli ahri. vi sono movirncnli verso la luce, Cosi vi è nella spiegazione una comunanza profonda che è nel fenomeno inesplorato uomo. che è nella tendenza finale, precisamente in ciò: che si sa dove si dovrebbe andare. potrebbe e dovrebbe e che a molti mancano ancora solo le 1>nrolc. i concclli, In molurità 1>cresprimerlo. - 29

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==