co,uumo') solo nella fase dell'industriali::a:ionc primitiva corri. $fJondeva agli imperativi dello $Viluppo economico e agli intereui d: tutta la società; ma che. attualmente, essa attraversa una crisi st:;n:a solu:io11e che non sia rivolu:ionaria: perché il basso consumo sociale, postulato dalla 'produ:ione per la produ:ione', è di ostacolo ad un ulteriore sviluppo della produ:ione stessa. E le classi interessote ad un aumento del con.sumo sono i contadini, la clas• s,• operaia, i 1ec11ici' e sorveglianti. Questa crisi è la stes.sa che esplose violentemente nella 'prima rivolu:ione aritiburocratica' del 1956-57: ma t,llora, poiché /"i,idustria disponeva a,icora di considerevoli riserve create nel periodo dell'industriali::a:ione primiti• va. è stata possibile una ristabi"li::a:i·one temporanea ed una rifor• ma interne, al sistema, che oggi per K. e Al. non è pitl reali:- :abile. Quest'ultima afferma:ione non appare gi·ustificata; sembra in• vece si possa dire: 1) che la critica e/te si fa al sistema bun)· erotico è tutta u.tiliz:abile dalla tecnocrazia decentrali"::atrice (lo sono, nel concreto degli insegnamenti che si possono trarre dalla evolu:ione di altri stati dell'est europeo, RU5sia compresa, affer• ma:ioni del tipo: (( solo l'acquirente, cioè in ultima analisi 11 consumatore, è in grado di valutare il grado di corrisponden:a de/l!l proclu:ione ai bisogni e ci·ò ri·sulta impossibile per un centra di decisioni economi"cl1e che fissi i pre::i da solo e indipendentemente dal mercato 1>); 2) che è estremamente pericoloJo rifiutarsi tli vedere come probabile e reale una solu:ione riformi.da alle con• traddizioni del sistema, consistente in una alleanza burocra:ia-ter. nocrazia (tanto piU che gli esempi non mancano, e la tecnocra:vi polacca ha forti alleati interna:ionali); 3) che la clas,e operaia che si muove e basta, sotto la spinta dei suoi soli interessi econo. miei - e con obbiettivi politici del tutto astratti come quelli del potere operaio - sarà strumentali::ata con tutte le sue lotte, per lo costruzione dello nuova alleanza. Si ,,edano infatti gli obbiettivi politici. La cla,,e operaia deve costruire dei' consigli operai nelle o.:iende e quindi far sorgere rap. presentan:e di queJ.ti nel paese, cioè « consigli dei delegati operai culminanti in un conJ.iglio centrale dei delegati operai. Tramite que. stu sistema di consigli la claue operaia deciderà il piano per la econom•ia nazionale, in altri termini dabilirà gli obbiettivi per la produ:ione sociale ». E si propone tutto ciò in uno stato .sempre piU moderno, con i sempre piU efficienti sistemi di controllo so• eia/e, pacifici e non, con l'esercito e la polizia. E soprattutto nella convinzione e/te una decisione presa da organismi operai sia nece$• su.riamente, per questo, una decisione marxista.leninista. ftfentre la unica cosa essenziale è che la linea in prospettivo sia tale, e che .si elaborino permanentemente forme di correzione ( rivoluzioni cul. turali) delle deformar.ioni e involu:ioni sempre presenti in una situazione intermedia e ambivalente come quella 'socialista'. Le pro.spettive dei due autori diventano astratte ed ottimiste qutrndo si aggiunge che questa rivoluzione del potere operaio, (e OC• compognota du uria cn'si del potere politico e dal venir meno del• l'apparnto di costri:fone, 11011 deve assumere neceJsariamente la forma di una lotta armata>>. /n questo ottimismo c'è i11terament~ il limite delle posi:ioni trot:kiste, per le quali i paesi 'operai' so110 piU vicini al regno del sociali.smo che glt' altri: per esJi ba• stu 11110 rivolu:io11e politica (non sociale, come per i paesi capitalisti). AIP11tre è prof)rio in quei paesi che la lotta si prospetta piti clifficile e sembra clebl,a suolgersi a co,uunrn:iorre avvenuta delle p,,eudorivolu:ioni liberali-tecnocratiche. E' cioè là che si dovrà cflminciore (o. in qualcl1e luogo, rfrominci'are) da :ero: è arduo credere a <11wnto afferma Pier re Frank al V I I congresso delln IV lnterna:ioriale, che <e la potenza della tradi:ione dell"ottobre r,ell"Urss » abbia (< qualcosa di tusolutamente straordinario, che non esiste tiltrove nel mondo». Delle tesi di K. e M. si /WÒ dire che non è dilficile facciarw 11110 brutta fine, che possano cioè essere utili::ate, contro il parere degli mllori. dai nuovi tecnocrati-burocrati; i quali, questa volta, sono certamente una cla.sse, quella dei dirigenti d1" destra che honno imboccato la via capitali.sta. [e. m.] Riviste (( DIALOGHI DEL xx)). anno I. numero 2, 1967. L. I 500. •- Il tema, Gli intclleltuali di sinistra Cra le due guerre, era pre:ioso e a noi premeva particolarmente (sarà oggetto di un prossimo nu• mero monografico di Giovane critira). Il risultato è di uno squal• lore e di una scipitaggine rari. A costo di ribadirlo fino alla noia: qual è la «chiave» con cui cercare. 1'11 un'opera storiografica, di svelare il passato? qual è il suo mordente sul presente? Per dirla in breve: qua/ è l'asse problematico di questi «dialoghi» (fra studiosi, a quanto pare, di dii•ersa ispirazione ideologica)? embrerebbe chi le spara piU grosse. L'alloro. puntualmente, spetta all"autore di quello che avrebbe potuto essere uno degli articoli piri opportuni, Norbert Leser (E, morto l'nustromnrX"ismo? Bilancio di una concezione politica), cui appartiene questa defini:ione conclusiva: « /n quanto teoria scientifica, nel mondo libero il marxismo è oggi in via di 5pari- :io11e: un autore che si occupa del problema nel pae$e clas.sico del ctrpitalismo, gli Stati Uniti. paragona le proprie ricerche a quelle di un antropologo che segue le tracce di una specie in via di estin:ione ». Ora va da sé che non si può parlare di « intellet. tualt' di sinistra » .sen::a avere una chiara nozione della « .tini-stra » ( cioè dell'alternativa rivoluzionaria alla società del profitto) ne/ ~uo sviluppo e mutevole atteggiarsi: sen:a affrontare, a cuore gra• - 93
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