giovane critica - n. 17 - autunno 1967

sopra,, alulazione del metolo, Lullo quanto viene da esso di[famalo come inutile divagare o relillo [ilosofico, assume sempre piu la [unzione di correllivo. olo una combina• zionc - diHicilmenle fissabile teoricamente a priori - di fantasia e intuito per i falli può giungere all'esperienza ideale. l OD si può ov,,iare alla frallura tra teoria e fact-f inding, che caratterizza la sociologia contemporanea, con progetti a tratti quale la tesi dogmatica del primato della teoria. arebbe bene invece preDdere ill considerazione l'eHetlo reciproco di teoria ed esperienza da cui ine- ,·itabilmcnte sorge il circolo vizioso: non c'è e perienza che non sia mediala da concezioni teoriche spes o magari confuse e inarticolate, né concezione di un qualche valore che non sia radicala nell'esperienza e ad essa continuamente si appelli. e tale circolo vizioso non può essere occultato, non può neppure essere atlribuilo a mancanza di ri{Iessione o a un ragionare disordinalo; esso è piulloslo condizionato eia una certa dose d'arbitrio esistente nella separazione di esperienza e concello. Pur di disporre cli precisi strumenti cli lavoro si separano e si oppongono senza scrupoli l'uno all'altro i due momenti. l\Ia l'uno non sarebbe senza l'altro e viceversa. TI circolo ,•izio~o metodologico è uguale a quello della società LO· talmente socializzata. che, nel mentre compenetra di sé ogni singolo. stabilisce a forza una specie d'identità negativa fra il singolo e il tulio. Solo alle due estremità, ai suoi poli. si può cogliere l'es enza della società. Teoria [isionom ia ociale si fondono assieme. Dai grossi confli11i giu giu fino alle piccole, puerili, anche se sconvolgenti. liti private, la società presenta agli uomini il conto non 'solo per la sua assurda conformazione. di cui essi sono in parte colpevoli, ma anche per ciò che essa ha fallo di loro. Allraverso i conflilli mascherati e repre si, l'essere sociale ritorna ai soggelli senza che essi se ne rendano conto. Gli slogan, che il fascimo, con frenetica anticipazione, ha lanciato contro la coscienza di classe, si sono intanto trasformati - al di fuori del sistema fascista, anche se con tinte non meno ideologiche - in reale violenza. E' probabile che l'armonia 84 - non sia cosi stabile come viene dato ad intendere da chi giudica superata quella teoria critica, della quale anzi vorrebbe essersi definitivamente sbarazzato col relegarla nella sfera della meta(i ica. Può darsi che in situazioni critiche il conflillo sociale si allualizzi come conflitto classista; resta comunque da vedere se ancora nelle forme tipiche del mondo burocratizzato. Per ora è necessario indagare il conflitto sociale a11che altrove: se è vero che la società si è sviluppala in una totalità antagonistica, anche il conflitto pit.'1piccolo e particolare sarà una sua immagine in miniatura. La sociologia contemporanea del con{Iitto di tingue chiaramente fra co11Uitti formali e informali, manifesti e deviati, 'puri' e 'impuri' 11 • Il Dahrendorf ricerca ad esempio la « ragione ultima n dei conflitti deviati all'interno dell'industria nella strullura autoritaria di essa. Ma questa può essere chiarita e giustifi, cala solo dal postulato della necessaria divisione del lavo• ro in società industriali e piu precisamente: dalla separazione di organizzazione e di lavoro produttivo. Che questa divi ione esista ancora, nei paesi capitalisti, socialisti e a maggior ragione nei cosiddetti paesi sottosviluppati, non è affatto una causa ultima; si potrebbe invece trarre la conclusione che essa è un momento costitutivo e necessario dell'attuale sviluppo delle forze produttive. Per la teoria marxiana era ovvio che l'oggettivo antagoni mo tra forze produttive e rapporti prod11ttivi si manifestasse virulento là dove la pressione dei proprietari dei mezzi di produzione si faceva sentire piu pesantemente su coloro che vendevano la loro forza lavorativa, cioè nell'economia. Nei paesi altamente industrializzati le co e non stanno piu in termini cosi semplici. Mentre i proletari non si sentono piu tali, non esiste piu nemmeno il capitalista del dramma I tessitori cli Hauptmann. on si trova piti l'imprenditore, incarnazione vivente degli interessi del capitale, che si oppone personalmente ai lavoratori. A mano a mano che procede la razionalizzazione tecnica e l'oggettivazione della struttura autoritaria, viene a mancare ai lavoratori, nella fabbrica, l'avversario tangibile. Essi si scontrano tutt'al piu con capisquadra,

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