giovane critica - n. 17 - autunno 1967

però non da una rilettura [ilologica su categorie del pa~- sato, ma dallo sviluppo che il gramscismo ha avuto nel movimento che ha generato. La lettura storicistica che Ameodola ha dato di Gramsci come piattaforma ideologico-politica di una nuova maggioranza antifascista è di[- [icilmeote contestabile perché appunto Ameodola ha preso a asse di sviluppo la creazione collettiva del partito c non le avventure ideali dei gruppi dirigenti. Questa interpretazione può subire al massimo correzioni e arricchimenti di contenuto ordinovista, ma non certo una ripresa dell'ordinovismo che rovesci la linea maggioritaria. Alcuni anni fa, con il rivelarsi di una componente di sinistra « ingraiaoa » all'interno del Pci, fu avanzato il tentativo di collegare una azione autonoma di sinistra comunista con la ripresa dell'ordioovismo. Questa ioter• pretazione storiografica era esclusa dal convegno di Cagliari ed è assente dal dibattito odierno su Gramsci. E' possibile avanzare solo ipotesi sul valore di un confronto che interessava non solo correnti interne al Pci, ma anche quanti nel movimento operaio seguono il rivelarsi di processi di neo-associazione tra gruppi omogenei. A mio avviso però quella posizione metodologica si trascinava residui di mentalità minoritaria quando chiudeva il dibattito all'interno del partito ( e all'interno del problema del rapporto tra militante e partito) e rifiutava il confronto su una posizione unitaria. Questo è il punto cruciale da risolversi da una corrente di sinistra comunista. Al processo di disarticolazione apertosi nel movimento operaio fa ora seguito la ricerca di una nuova unità nella fusione tra omogenei. Questa nuova unità deve poggiare non sulla somma di apparati dirigenti ma sulla rilevazione e sulla organizzazione dei dati nuovi della realtà a livello degli schieramenti po• litici e della situazione di classe. Il fenomeno si evidenzia su piano nazionale e internazionale. E' spezzata l'equivalenza tra avanguardia e partito comunista, il dato oggettivo cui sono stati sacrificati traguardi e contenuti nel frontismo. Non è piu possibile oggi chiudere la risoluzione dei problemi del movimento rivoluzionario nel quadro della polemica interna comunista. Una nuova unità a destra del movimento operaio va avanti nel nome di Gramsci. A questa unità di vertici e di accordi diplomatici va contrapposta una unità di cla,- se, che abbia come premessa la distruzione delle mitologie comuniste del passato, che faccia uscire le sinistre comuniste dalle posizioni contestatorie - e quindi io blocco entriste, siano esse interne o esterne al partito - cui le congela il centrismo e le faccia componenti vitali del processo di rinnovamento. C'è un assalto oggi al gramscismo da parte delle correnti comuniste di sinistra, per appropriarsene l'eredità o per liquidarlo, che rappresenta però un aspetto delle difficoltà di una loro autonomia politica, perché o pensano di poter surrogare il movimento anziché promuoverne i: processo reale oppure si disperdono io striature di sinistra che non si definiscono strategicamente. 9 L'organizzazione di una teoria di classe che si • ponga i problemi del potere oltre Gramsci sta subendo un periodo di crisi di crescenza. Essa è senz'altro io ritardo rispetto allo stadio politico e organizzativo cui è giunto il movimento e sopporta ancora io parte i contraccolpi della fase disgregativa. Al suo fianco inoltre operano ancora il peso e l'equivoco delle eterodossie comuniste che la ringhiosità verbale colloca fallacemente a sinistra. E' stato ottenuto comunque il risultato di distruggere il parallelismo instaurato dalla egemonia culturale del partito comunista tra gramscismo e marxismo nella specificità di una situazione di capitalismo maturo. Gramsci nella traduzione di Togliatti è stato il dittatore della cultura di sinistra e della teoria marxista per un ventennio e non è stato certo facile superare questo stadio senza rompere con il movimento operaio e senza finire su posizioni verbali q·ttando non anticomuniste. Questo è stato un grande risultato - anche se ancora alla fase distruttiva -, che le giovani generazioni - 75

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