giovane critica - n. 17 - autunno 1967

• Da « Il fronte unito nel lavoro culturale• (30 ottobre 1944), in Cil<I• zioni, cit., pp. 132-33. ' L'esperienza storica della rivoluzione cinese mostra infatti una flessi• bilità in questo senso: le forme di orga• nizznEione politico.militari sviluppatesi durante la lotta rivoluzionaria nelle campagne erano assai diverse dall'originario modello di partito •trettamente leninista formatosi nelle c.ittà. • Dalla prefazione e poscritto a • Inchieste nelle campagne • ( mano-aprile 1941), in Cit,uioni, cit., pp. 243-44. • Ciò non significa che tale •tile di polemica sia •empre seguito nella poli• tica del Pcc: nei documenti della rivoluzione culturale abbiamo e,empi sia di polemica • cbiarilicatrice a livello di massa • sia di polemica priva di riferimenti chiari e piti vicina allo stile stalinitta. hanno preso coscienza della necessità di questo lavoro e non sono disposte a farlo. [ ...] Si tratta qui di due principi: il primo riguarda i bisogni reali delle masse e non quelli nati dalla nostra immaginazione; il secondo riguarda i desideri delle masse, che devono decidere <la sole e non noi per loro ••. Da queste citazioni emerge, in particolare, una duplice indicazione cruciale: a) il livello di coscienza politica delle masse non è un « dato », che si può utilizzare ( strumentalizzare) ma non modificare: il lavoro di direzione politica <'Onsiste anzi in buona parie in una continua trasformazione di questo livello di coscienza; b) corrispondentemente, il lavoro di direzione non può essere totalmente « esterno » alle masse, opera di una ristretta avanguardia che utilizza la spinta rlelle ml.!sse in vista di obiettivi cli cui esse sono magari inconsapevoli: solo se questi obiettivi rappresentano realmente il concentrato e la sistematizzazione delle aspirazioni delle masse l'azione di guida dell'organizzazione ha concrete possibilità di successo. Ciò significa che il rapporto avanguardia-massa. la distinzione organizzativa tra i livelli ( r, quindi, le stesse caratteristiche dell'organizzazione « di avanguardia») sono molto meno cristallizzate e definibili a priori'. 8. Questo criterio fondamentale si riflette in una serie di altri aspetti del metodo di lavoro elaborato e realizzato da Mao. Uno di questi riguarda appunto il ,netodo di conoscenza della situazione di classe; e qui è nettissimo il rifiuto di ogni metodo astratto di conoscenza « dedott1, dai concetti », e l'insistenza sui metodi empirici la cui precisa destinazione pratica libera dai rischi di « sociologismo » fine a se stesso. « Tutti coloro che svolgono un lavoro pratico devono condurre inchieste alla base. Per coloro che conoscono la teoria ma non conoscono la situazione reale, è ancora piU neeessario procedere a tali inchieste, altrimenti non saranno in grado di unire la teoria alla pratica. Nono~ .;tante eh~ l'asserzione 'senza inchiesta non si ha diritto di parlare' sia stata derisa e tacciata di 'gretto empirismo', ancora oggi non rimpiango di averla Catta, al contrario, insisto nel dire che senza inchiesta non si può avere il diritto di parlare »8 • Un altro, non meno attuale ed utile data l'esperienza dei « gruppetti di SJDJ• stra » in questo campo, è lo stile della polemica interna. L'esperienza politica di Mao è tutt'altro che scarsa di lotte di frazione e polemiche interne: ma l'aspetto che colpisce è che i termini della polemica, il suo oggetto e il suo stesso linguaggio, hanno sempre un preciso riferimento alle masse, sono comprensibili per queste e - soprattutto - sono chiari/icatori e orientatori per le masse stesse•. 5

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