giovane critica - n. 17 - autunno 1967

il mo, imento operaio italiano è stata definita e anticipata in convegni di studio, in saggi teorici. La teoria prepara la trada ai tempi taltici della politica. E' stato un esempio offerto ai fenomenologi della politica e agli intellellnali delle strategie, alla ricerca di un ruolo politico per la organizzazione teorica, di come la teoria diventi politica e viceversa e come si componga la loro unificazione nel movimento reale in un fronte comune di lotta. comunisti italiani con il lavoro fatto attorno al nome di Gramsci hanno politicamente suturato la crisi espressasi nel loro indirizzo culturale e teorico in séguito al superamento dello stalinismo; hanno portato a tennine la difficile operazione di riconversione organizzativa e teorica cd ora sono su un terreno di pressione esterna e di attacco. avendo isolato alla loro sinistra, senza possibilità alternative, un ghetto verbale che vive nelle pieghe della loro politica, da loro indirettamente e contemporaneamente alimentato e controllato. Il 30° gramsciano ha offerto anche l'occasione per fare il punto sulla consistenza organizzativa e politica di un fronte teorico che si ponga i problemi del movimento operaio al di là di Gramsci, di un fronte che accompagni e sostenga la conversione del movimento operaio da una linea di avanzata per alleanze nazionali-popolari a una linea di avanzata per contenuti e per istituti di classe. Ebbene questo bilancio non è confortante. Odiernamente, io una situazione di transizione e di incertezza, il marxismo sembra ritornare - come già lo fu in passato in periodi analoghi - ad essere una « filosofia », un prodotto di genialità ~ulture bizzarrie personali anche. Sedicenti « sinistre » incapaci della organizzazione di un discor o autonomo hanno dato spettacolo di pirotecnia verbacea a testimonianza, se ce n'era bisogno, della loro vocazione masochistico-minoritaria. Se noi dovessimo registrare io questo caroevalino tutto ciò che il movimento operaio - a dieci anni dal '56 - ha espresso sul terreno della organizzazione di una politica e di una teoria 62 - alternativa al gramscismo, dovremmo proprio e con assoluta tranquillità concludere che la crisi è totale e definitiva. Ma se il marxismo è ancora e prima di tutto ana1isi e organizzazione della lotta di classe, analisi e organizzazione di una teoria di classe, allora bisogna prendere atto che la realtà del movimento operaio è una creazione complessa che richiede un atteggiamento non censorio ma dialettico, un atteggiamento non iconoclasta o assenteista ma unitario. Bisogna inoltre prendere atto che la necessità di fare i conti con Antonio Gramsci non è un fenomeno di ribellione generazionale, come pure non è un fenomeno che nasce specificatamente dalla crisi attuale, anche se questa lo evidenzia in modo macroscopico, ma ha radici lontane connesse con la crisi della concezione della rivoluzione e del potere della Terza Internazionale. con il passaggio dal paleo al neocapitalismo, con il passaggio dalla strategia per il socialismo in un paese solo a quella della rivoluzione ininterrotta, dell'azione autonoma dei popoli e delle avanguardie per il socialismo. La necessità quindi del superamento del gramscismo non va confusa con la critica soggettivistica e con le ribellioni elitarie, perché è una necessità che il movimento sperimenta e organizza, nella azione di classe, nella struttura del partito, nella preparazione dei quadri. Quel che caratterizza il momento odierno della organizzazione di classe rispetto alla situazione di 10-15 anni fa quando aicuni pionieri rivedevano il loro indiretto grarnscismo frutto piu che di convinzioni autonome dell'atmosfera egemonica creata dal prestigio della politica del Pci, non è certamente il pullulare eterogeneo di ribellioni individuali e di gruppo, quanto il fatto politicamente determinante che quella indicazione-pilota di 1015 anni fa si è allargata, è diventata organizzazione del movimento, politica e politica di massa; quanto il fatto che capillarmente forze del movimento operaio fanno i loro conti con A. Gramsci, li fanno non rivedendo Gramsci in lettura sinottica con i classici del marxismo, ma concretamente, valutandone l'influenza sulla prassi del

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