giovane critica - n. 17 - autunno 1967

' La geoeralizzabilità di questo metocfo si inquadra in una piU vasta re,·i• ,ione del problema del rapporto tra li- ,·elJo di 1:, iluppo e rivoluzione, a cui i rinesi hanno potentemente contribuito: es-..:,as1 inquadra cioè nel rifiuto di stabilire un rapporto meccanico tra questi due termini; la possibilità rivoluzionaria viene quindi definita in base ai rapporti di forza tra le cla&Si antagooistiche 1 e può quindi sorgere anche in paesi di bas•o li,•ello di .. -iluppo. Questa posizione si può ovviamente far risalire a quella leninista: ma è dei cinesi l'elaborazione di una teoria piU ricca e coerente sulle condizioni necessarie perché il processo rivoluzionario, iniziato in un"arra sottosviluppata, non subisca una in, oluzione di tipo capitaHstico. Queste condizioni possono sintetizzarsi nel termine di « rivo1uzionc ininterrotta •, ,•ista sia nella sua dimensione internazionale ( l"area in cui si è preso il potere e solo un·« area occupata dalle fon.e ri- \·oluzionarie » in continua lotta con I1area capitalistica) c-he nella sua dimensione interna (l'u edi[icazione del socioli~mo » è vi~ta come uo procesao di lotta di cla 11se anche all"interno, e di questa lotta sono permeate tutte le istituzioni della sorietà socialista. partito compreso). " Da « Alcune questioni riguardanti i metodi di direzione » (l O giugno 1943), in Cira:ioni dalle opere del pre,idente Mao T.e-lung. Casa Editrice in Lingue Estere, Pechino 1967, p. 137. s Da u Sul governo di coalizione •, ( 2 I aprile 19-15) in Cira,ioni, cit., pp. 135-6. 4Utilità del penaiero di Muo Tsc-tung 6. Da questo punto di vista, il riferimento al pensiero di Mao Tse-tuog non è arbitrario, né è soltanto un generico « omaggio ». Esso costituisce infatti la Conte piti ricca ed organica di indicazioni generali di metodo sul rapporto tra organizzazione e masse, Queste indicazioni sono valide al di là delle differenze nei livelli di sviluppo e nelle situazioni specifiche: varierà la composizione di classe delle masse organizzabili, e con essa i contenuti immediati della lotta, ma i criteri con cui !"organizzazione deve riferirsi alle masse per sviluppare la capacità rivoluzionaria sembrano generalizzabili'. 7. La formula « dalle masse alle masse » sintetizza efficacemente il metodo di Mao: « In tutto il lavoro pratico del nostro Partito, q-ua1siasi direzione giusta è necessariamente basata sul seguente principio: dulie masse alle masse. Questo significa che bisogna raccogliere le idee delle masse ( disperse, non sistematiche), tonccntrarlc ( attravero lo studio trasformarle in idee concentrate e sistematiche), quindi portarle di nuovo alle masse, diUondere e spiegare queste idee finché le masse non le assimilino, vi aderiscano fermamente e le traducano in aziooe; e verificare in tale azione la giustezza di queste idee. Poi concentrare ancora uno volta le idee delle masse e riportarle quindi alle masse perché queste idee siano applicate con fermezza e fino in fondo. E sempre cosi, indefinitamente, come una spirale senza fine; le idee ogni volta saranno piU giuste, vitali e ricche. Questa è la teoria marxista della conoscenza••· « L'autoritarismo è un errore in qualunque tipo di lavoro, perché, andando oltre il livello di coscienza politica delle masse e violando il principio dell'azione volontaria delle masse, riflette quella malattia che si chiama precipitazione. I nostri compagni non devono credere che tutto ciò che essi capiscono sia capito dalle larghe masse. Solo andando fra le masse e 1 onducendo un'inchiesta, possiamo scoprire se esse hanno capito e sono pronte a passare alla azione. Agendo in questo modo, possiamo evitare l'autoritarismo. Il 'codisrno' in qualunque tipo di lavoro è anch"esso un errore. perché, non rnggiungcndo il livello di coscienza politica delle masse e violando il principio di guidare )e masse nella loro avanzata, riflette una altra malattia chiamata lentezza. I noslri compagni non devono credere che tutto ciò che essi ancora non capiscono oon sia ,·11pito dalle masse »5 • « Per stabilire un legame <'On le masse. dobbiomo agire in conformità con i loro bisogni e i loro desideri. Ogni lavoro fatto per le masse deve partire dai loro bisogni e non dal oesiderio di una qualsiasi persona. per quanto bene intenzionata. Capita spesso che 1e masse abbiano obiettivamente bisogno di unn certa trasfom1nzione, ma che, soggettivamente. non abbiano ancora coscienza di questo bisogno, e che non abbiano né il desiderio né 1a deci- •ione di compierla. lo tale caso. dobbiamo attendere con pazienza. Potremo realizzare questa trasformazione solo quando. in seguito al nostro lavoro, le masse saranno per )a maggior parte divenute coscienti di questo bisogno e acquisteranno il desiderio e la decisione di rea• lizzarlo. In caso contrario, ci allontaneremo dalle masse. Qualunque lavoro che richiede la partec-ipazione delle masse div<'nlerà qualcosa del tutto formale e fallirà se le masse non

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==