giovane critica - n. 17 - autunno 1967

Il prinio: La• pregherei di parlarmi del convegno sul « nuovo teatro » svoltosi a Ivrea nel giugno scorso. Vorrei sapere qual è stato il gesto del convegno. Il secondo: « Il gesto è assunto come elemento generale della corporeità in quanto presenza decisiva nel fatto teatrale e in quanto elemento determinante della azione drammatica »1 • Il primo: Forse non mi sono ben spiegato. lntedevo chiederle deU'oggetto del convegno. Il secondo: « L'oggetto scenico è tutto ciò che costituisce il 'tramite', la 'relazione' tra la gestualità e l'azione drammatica. L'uso dell'oggetto scenico e la sua definizione drammaturgica si realizzano in stretto rapporto con la gestualità cosi come essa è definita. L'oggetto scenico si colloca, quindi, in rapporto alla gestualità: 1) come relazione temporale e spaziale tra l'azione drammaturgica e la 'contemporaneità' in cui essa viene a collocarsi nei confronti dello spettatore, 2) come riferimento tra interiorità ed esteriorità sul piano gestuale e solo su questo, 3) come elemento antitetico nei confronti della dinamica gestuale, 4) come riferimento tra l'azione drammatica e il suo contesto storico e sociale, 5) come delimitazione e collocazione della gestualità nello spazio scenico, 6) come delimitazione e collocazione della gestualità nel tempo dell'azione drammatica ( uso temporale). Senza contare che la sonorizzazione è la realizzazione oggettuale del suono ». Il primo: Davvero non riusciamo a capirci, io le chiedo di parlarmi dell'impegno del... Il secondo: « Non bisogna parlare d'impegno », come non bisogna parlare di ideologie. « Al di sopra di ogni diversità », a Ivrea ci siamo riuniti in un'organizzazione di critici attori e registi, pensando di trovare « una suHiciente forza di coesione » nei « problemi di lavoro ( che sono] fondamentalmente analoghi. » Paradosso contro Il primo: Ah, nel gesto e nell'oggetto. Il secondo: cl gesto, e nell'oggetto, nella contemporaneità, nello spazio scenico: 1) ... Il primo: Grazie, basta cosi. E l'obiettivo? Il secondo: « Non vogliamo dar vita a un teatro clandestino per pochi iniziati, né rimanere esclusi dalle possibilità offerte dalle organizzazioni di pubblico alle quali riteniamo di aver diritto n. li primo: In pratica, fine della minoranza e caccia al potere. Il secondo: Per questo l'Arei ci ha già oUerto la sua rete associativa. Il primo: Qualche mese fa appresi questa notizia e non le nascondo che mi sorprese. La sorpresa cessò solo quando appresi che Il Contemporaneo si era rifiutato di pubblicare una lettera polemica sull'argomento. Il secondo: Non capisco. Il primo: Non importa, sarebbe una discussione inutile, vista la situazione, né del resto lei meriterebbe la parie dell'accusato. Il secondo: Allude alle mie relazioni? Il primo: Non propriamente, anche se si tratta di qualcosa di piu di semplici rapporti di lavoro. Il secondo: Dica, dica, non amo l'industria, ma non sono un « moralista ». Potrei definirmi anzi un rivoluzionario, nemico di ogni forma di burocrazia. Il pri,no: Mi dica allora: con quale spirito i critici suoi amici hanno raccolto a Ivrea i cordons bleus delle nostre taverne, per dir loro: unite le vostre cucine e faremo un Autogrill .. . Il secondo: d'opposizione! .. . Il primo: S'intende. Mi dica. Il secondo: Per creare un collettivo. Il primo: Come si spiega allora l'atteggiamento dei sopraddetti cordons bleus, Bene, Quartucci, Ricci, De il teatro paradossale - 55

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