Questo scritto di Osip Brik pubblicato nel 1919 su lzobrazitel'noe iskusstvo, può essere letto in due modi diversi. Il primo vedrà in euo un prezioso documento per una compren.sione dellu a1iarrguardia letteraria e artistica sovietica. Lo studio di questo fondamentale momento dell'arte moderna dovrà, prima o poi, uscire dallo stato disordinato e lacunoso in cui si trova. Dopo i poclii utili lavori d"in/orma:ione generale di cui il lettore dispone, è tempo che si tenti di rico.struire il « sistema ,, dell'avanguardia sovietica e. prima ancora, i suoi « sotto.sistemi ,,. cioè le si11gole poetiche dei suoi rappresentanti. Di Osip Brih·. per esempio. che nel /m,oro teorico ,li quell'avanguorclia tenne un posto centrale. Il .suo scritto qui pubblicato ha. da questo punto cli vi.da. un 110/ore illuminante. Si sente in es.rn, come .1uo pre!uppo.1to. lo spirito te Proico » di una rivolu:ione appena compiuta e un inten.siuimo c,ccrescime1110 della prassi artistica a livelli e in dire:ioni di e.1trem11 origirralità. Questo spiega il tono perentorio e convinto <le/le parole di Brik. Un c,ltro modo di letlura. complementare al prima. f,, del/"Artisln e la Comune un elemento della di,cwsione attuale sul/"arte. L'ostilità del capitali.1mo all'arte e dell'arte <11capitalismo è l'ostilità di due /or:e legate da un'unica matrice. da un unico fondamento produttivo e culturale. Due /orze che, quindi, nel loro contrasto, .1i implicano a vicenda. Concepire un mondo do- ,.,. l'arte cessi di contrapporsi alla realtà, e la realtà ce.1si d'essere ostile al/"arte. vuol dire concepire un monllo a.1sol11tamente diverso da quello borghese. Una soluzione, questa. ben diversa eia quelln staliniana che. là dove, nonostante le aspettative impa:ienti dei Brik·. esistevano ancora le condizioni di un ruolo di ,e opposi:.ionr ,> dell'arte. da un I.alo pretese inesistenti il contra.110 e la disarmonia nella vita sociale e, dall'altro, re.uitui a/l',c arte n la /un:ione di u sogno », ma di un « sogno » controllato e costretto a /arsi mimetico della stessa realtà mistificala. Infine, l'articolo di Brik potrebbe entrare in un'ideale antologia sul tema u orte e industria )). E qui si apre un nuovo vasto tema che, per la parte &oviet-ica, è ancora quasi sconosciuto. Vittorio ~lrndu L'artista e la Comune I I calzolaio fa stivali, il falegname tavoli. E l'artista che cosa fa? on fa nulla: crea. Cosa sospella e oscura. La società borghese trallava con indjfferenza questo problema, non se ne interessava. Faccia quello che vuole. E appellava l'artista ora sacerdote, ora parassita. Secondo l'umore. Alla Comune non servono né sacerdoti né parassiti. 'oltanto gli uomini del la,•oro vi troveranno posto. Se gli artisti non vogliono condividere la sorte degli elementi parassitari. es i devono dimostrare il loro diritto di esistere. Il lavoro dell'artista deve essere esattamente definito e registrato negli elenchi degli uffici di collocamento della Comune. L"artista crea. Per la società borghese questo bastava. Creava un piccolo gruppo di persone: gli altri erano vili creature. [I titolo di creatore dava diritto a una posizione privilegiata. ella Comune creano lutti. Creare. essere autonomamente attivo è dovere d'ogni suo membro. Di creatori di professione la Comune non ha bisogno. L'artista propaganda idee grandi. Occupazione squisitamente borghese: imporre agli altri le proprie idee. Propagandare le idee ignifica convincere della loro verità. Ma si convince quando non si può dimostrare. Convincere che la terra gira è cosa inutile: lo i può dimostrare. Ma non si può dimostrare che cosa è immobile: di questo si deve convincere. Al con• vincimcnto si fa ricorso quando si deve far credere alla gente che è vera un'idea falsa. L'artista, propagandando idee. non dimostra nulla; non fa che convincere. Quindi, il suo lavoro o è inutile ( se la verità dell'idea può essere dimostrata), o è nociva (se l'idea è falsa). Sia l'una rosa che l'altra è intollerabile alla Comune. L'artista rispecchia la vita. A chi serve, questo? A che serve il rispecchiamento, se si dispone dell'intera vita? Chi preferisce la copia all'originale? L'artista rispecchia la vita a suo modo. Tanto peggio. Vuol dire che la altera. - 53
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