della -cuoia'· Hanno in comune anche l'impazienza ( Rap 13rown: « iamo stufi di ricevere aspirina e sentirlo chiamare progresso »). la severità contro l'indifferenza politica. il richiamo continuo all'autogoverno, l'odio per lo ·arrangiarsi' ( forma atea della alvezza), il disprezzo per i tra tulli consueti come il 'dialogo sui valori' o sulla coesistenza del colono e del colonizzatore, l'ossessione di rischiare il lavoro, di liberarlo dalla sua opacità storica'. Poi la coscienza di essere i dannati della terra, di apparttnere alla razza dei tribolati da secoli, gli ultimi, gli e•clusi, i colonizzati che non pos ono legare la rivolta alla ,truttura geografica del proprio paese ma devono proiettarla u ba i internazionali. L'analogia si fa strettissima su certi punti chiave: il peso politico delle gio- , ani generazioni (Carmichael all'Olas: <e L'autentico potenziale rivoluzionario in questo paese sono i giovani negri dei ghetti »). la di torsione politica indotta nelle mas•e dalla organizzazione reazionaria dei giuochi e della vita sportiva e l'urgenza imperiosa di com1inicare con le masse con uu linguaggio preciso, senza paternalismi ( v. Esperien=e pastorali, p. 152 e s. e le straordinarie indicazioni di Fanon ne I dannati della terra, pp. 131-132, 136-139: «[ ... ]occorre prima di tutto sbarazzarsi dell'idea molto occidentale, molto borghese, dunque molto sprezzante. che le masse sono incapaci di dirigersi »). A questo punto le strade si separano. I giovani del potere negro - ;\1alcom X. Carmichael, Rap Brown e gli altri - si sono formati alla scuola di Fanon. In altre parole, hanno traversato la pratica della non violenza e della via pacifica per l'integrazione ( sedere coi bianchi nei tram, nelle men e, nelle scuole, votare), delle marce della pace con il traguardo delJ!edi(icazione di un << ordine sociale di giustizia impregnato d'amore », ne hanno verificato in prima persona l'inconcludenza, come strada fondamentale per la liberazione; hanno acquistato coscienza politica della lotta di eia se, si sono posti il traguardo del potere e del coordinamento dell'azione sul piano mondiale. In concreto questo significa: a) la nozione circostanziata della natura della violenza e della nonviolenza (secondo gli insegnamenti del mae50 - tro. Fanon: « olo la violenza esercitala dal popolo, violenza organizzata e illuminata dalla direzione, consente alle masse di decifrare la realtà sociale, gliene dà la chia- ,·c. enza questa lotta, senza questa conoscenza nella prassi, non c'è piu che solfa e carnevalata [ ... ]. Essa trasforma spettatori colpiti d'inessenzialità in attori privilegiati, còlt i in modo quasi grandioso dal fascio della storia: la 'cosa' colonizzata diventa uomo nel processo stesso per il quale essa si libera [ ... ] La mobilitazione delle masse, quando s, realizza in occasione della guerra di liberazione, introduce in ogni coscienza la nozione di causa comune, di destino nazionale, di storia collettiva». E dunque. un obiettivo concreto: il rovesciamento radicale del sistema, l'abolizione del capitalismo, la socializzazione del potere; b) la consapevolezza storica della natura delle « borghe ie nazionali »: e dunque nessuna programmazione basata sul presupposto della coesistenza e conversione del nemico di classe; c) il congedo definitivo da una visione politica europocentrica, e individuazione del cuore del sistema nemico: l'imperialismo capitalistico. E su questo bersaglio oc• corre mirare proprio per ricomporre l'uomo - come chiedeva anche la scuola di Barbiana - a un livello superiore. Ancora Fanon: « Ricominciare una storia dell'uomo che tenga conto al tempo stesso delle tesi a volte prodigiose sostenute dall'Europa, ma anche dei delitti dell'Europa, di cui il piu efferato, sarà stato, in seno all'uomo, lo squarcio patologico delle sue funzioni e lo sbriciolamento della sua unità; nel quadro d'una collettività, la rottura, la stratificazione, le tensioni sanguinose alimentate da classi; infine, alla scala immensa dell'umanità, gli odi razziali, la schiavitu, lo sfruttamento e sopratutto il genocidio esangue costituito dall'aver messo da parte un miliardo e mezzo di uomini »; d) la comprensione che la solidarietà internazionale degli oppressi non riguarda solo la comunanza di sangue e di miserie, ma sopratutto il coordinamento dell'azione politica e militare. Malcom X: « Noi viviamo in un'era rivoluzionaria e la rivolta dei negri americani è parte in-
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