giovane critica - n. 17 - autunno 1967

crato e castrato, son venuti a insegnare come si fa. E Raniero La Valle, che faceva sul serio e io un campo e nell"altro, l'han mandato a gambe all'aria. Dunque, ancora una volta, non si chiede convinzione, ma sottomi3sione. A questo punto, personalmente, considero secondario che, nel merito, le parole d'ordine - poco o tanto - siano piti avanzate ( caso, p. es., del Medio Oriente). Sempre d'una conversione su se stesso del medesimo esercito si tratta, operata dagli stessi generali; si ha ragione di sup• porre, per fini immutati nella sostanza. E infatti se morti sul campo ne restano, sono quelli degli avamposti perduti. E infatti si è avuta cura di affermare la piena 'continuità dello stato': ora si arriva a dire che il concilio lo volevano, prima di Giovanni, già i due Pii; e Montini era il miglior collaboratore di papa Pacelli, Montini ha difeso a spada tratta ( non piu di Saragat, però) la memoria di Pacelli antinazista e protettore dei perseguitati, Montini va a Fatima, Montini ha voluto squallidamente equiparare Pio XII e Giovanni sulla via della canonizzazione quando ha visto che il favore popolare nei confronti di quest'ultimo implicava un giudizio nei confronti del primo e un inizio d'autonomia. Uno studioso cattolico tedesco - il Kiihner - con una nettezza di giudizio che non è dato ritrovare in Italia nei partners del nostro ipotetico dialogo, ci ricorda che la svolta attuale risulta compromessa in partenza dal « metodo dell'apologia e del silenzio » nei confronti di tutta la storia ecclesiastica precedente, che viene tuttora imposta e fatta ingurgitare nei suoi rospi piu disgustosi, con il silenzio o, quando la polemica sia purtroppo fatta scop• piare dall'esterno, con l'argomentazione capziosa o il rude gesto di forza. È di ieri la polemica sul Vicario e il comportamento di Pio XII; Rossi ci documenta puntigliosamente « la leale collaborazione di Pio XII con i fascisti e i nazisti n, cosi come aveva additato (Il manganello e l'O$pCr$orio) negli articoli della Civiltà cattolica i precedenti delle leggi razziali fasciste. Ma la connivenza della chiesa cattolica con il nazifascismo non è che la questionevenuta, almeno, clamorosamente in discussione. Lo studioso tedesco ce ne addita tante altre che avvelenano l'organizzazione e la coscienza della cristianità e che a nostro avviso ba terebbero - anche a voler per un momento prescindere dai problemi di struttura e a voler re- ~tare sul terreno ideologico - a compromettere l'attuai<! attesa ed estimazione di cui Cruisce la chiesa nel mondo 'di sinistra' e 'laico'. Oltre al secolare anti emitismo, sono le conversioni attuate con la violenza tra carneficine orl'cnde. i massacri delle guerre di religione e delle 'crociate'. le false decretali, la inquisizione, la caccia alle streghe, le scomuniche ideologiche e politiche, il illabo. Sembra ( ed era, una volta) materiale da comizio. Forse, ma solo a patto che non ci si pensi. In realtà fan corp-> con tutta la storia della Chiesa, che non le ha affatto rinnegate, son consegnate a documenti che hanno tuttora valore uHiciale. Chi ha seguito il concilio, lo sa. Anche questa è la Chiesa, con cui il partito socialista si è carnalmente congiunto e con la quale il Partito Comunista aspirerebbe a giuste nozze. Tacerlo è fesso, oltre che ridicolo. Ernesto Rossi ce lo ricordava ed era quasi il solo a farlo in questa Italia connivente e furbesca. Per questo era un nostro maestro, anche se in tante altre cose ci appariva di un altro tempo. Ma per questo - per la passione anticlericale che serviva con scrupolo attento di filologo - proprio per quello cioè che gli rendeva altri furiosamente nemici o sollecitava nei suoi confronti ammonimenti pii ( ma 'di sinistra'), reprimende untuose - proprio per questo è nostro, è utile, è nel tempo. Ma un altro merito non possiamo tacere di Ernesto Rossi, quello di aver contribuito a rivelarci in Giuseppe Garibaldi doti a noi sconosciute, di robusto pensatore ed educatore civile, che alla società operaia italiana additava « i grassi servi di Dio », la « razza satanica » dei preti come « setta contagiosa e perversa », una « gramigna » da sradicare « sino all'ultimo pelo ». « Il prete è l'assassino dell'anima ,, ; il papa « canchero nel cuore dell'Italia ». Conclusione costruttiva per dialoganti e dialoghisti: « Fuggite la Chiesa, la bottega che puzza d'infetti rettili e non la permettete ai vostri congiunti ». 1 Mario hoeoghi - 45

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