sulla natura no.o può essere separato dall'appropriazion<! della natura umana. Scriveva il giovane Marx ( e ripeterà per tutta la vita): « ciò che dobbiamo compiere al presente è la critica spregiudicata di tutto ciò che esiste, spregiudicata nel senso che la critica non si atterrisce di fronte ai suoi risultati e nemmeno di fronte al conflitto con le forze esistenti ». La critica è la rivoluzione, il « tentativo » di « dare l'assalto al cielo ». Commentando alcuni passi di lettere marxiane a Kugelmann, Lenin, nel 1907, ci ricordarn: « Oh quanto avrebbero deriso Marx allora i saggi 'realisti' tra i nostri odierni marxisti che condannano spietatamente il romanticismo rivoluzionario! Quanto avrebbero schernito il materialista, l'economista, il nemico delle utopie, che s'inchina dinnanzi al 'tentativo' di dare l'assalto al cielo! Quante lacrime, quante risa indulgenti o di compassione avrebbero prodigato tutti gli uomini 'chiusi nel proprio guscio' davanti alle tendenze alla ribellione, all'utopismo, ecc. ecc. ». Gianni Scnlin La bottega che puzza (( Duce, non dovremo mai impegnarci in uno guerra perché se la perderemo il Papa diventerà re d'Italia». ( L"ambasciatore Contarini a Mu,so/ini. nel 1929) Non siamo stati violentati dai preti in età minore. Lo diciamo subito, a scanso di equivoci. Padre Pompilio era già stato allontanato con discrezione. Padre Francesco, - che ci colmò dj stupore e d'orgoglio alla nostra prima Confessione, rivelandoci i nostri atti impuri - venne allontanato piu tardi. Ma affermiamo lealmente che con noi si comportò in maniera irreprensibile. Non eravamo di suo gusto. Ci copri di santini e piccoli rosari. Ci favori copertamente nelle gare di catechismo. Le vincemmo tutte, con grave scorno dei ragazzi proletari. Questo per <lire che non abbiamo fatti personali con preti, violazioni d'anima o <l'altro. crnplicemcntc, siamo d'accorcio con Garibaldi. C<! lo ha insegnato lui: <( Quando un uomo che non conosci ti avvicina per consigliarti, tu fiutalo prima. e se ti puzza di quell'olezzo caccialo; sarà facile ricono cerio allo odore impuro ». Garibaldi ha sempre ragione. E noi fiutiamo. Da ogni parte ci giunge quell"« ole1.zo ». dalle direzioni pit.i insospettabili. Siamo diventati di naso fine. Come contravveleno, al capezzale, teniamo sempre le Pagi11ea11ticlericali (Samonà e Savelli, 1967) di Ernesto Rossi. Sono potenti e le consigliamo a tutti. Ogni sera, l'Unità, Testimonianze, L'Avvenire d'Italia ( una volta). Dialoghi, Dialogo a colori, Dialogo-sera. E alla fine, proprio prima di spegnere, una sorsata di benessere: una pagina - una sola - di Ernesto Rossi. Ci rischiara le idee. Facciamo un lungo sonno senza incubi. Si dirà: O bischero! Gli è vieto anticlericalismo codesto. E del Concilio ecumenico che ne fai? L'era costantiniana bla bla. Rispondo evangelicamente: Chi non è hischero scagli la prima pietra. Qui bischeri siamo in tanti. E in Italia in i pecie - nel beneamato (( contesto italiano» - cc n'è di egregi e che non si smentiscono. Facciamo cosi. Io vi metto - papale papale - sotto il naso una pagina di Rossi; poi se ne ragiona. Eccola qui, è il ritratto della <( repubblica pontificia ». id est del « bello italo regno »: « Un'Italia in cui la religione cattolica è la religione dello Stato per patto internazionale, firmato dal 'duce' in nome della Santissima Trinità; in cui la Chiesa dice allo Stato: quello che è mio è mio, perché me lo garantiscono i patti del Laterano, e quello che è tuo è mio, per potestà indiretta, perché il governo è un governo vicario del vicario di Cristo; un 'Italia in cui il capo delJo Stato si Ca fotografare, per i rotocalchi, inginocchiato davanti al Papa, insieme al ministro degli esteri; un'Italia in cui i pubblici funzionari sono condotti inquadrati a rendere omaggio al Papa, e il Papa insegna ai magistrati che non - 43
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