giovane critica - n. 17 - autunno 1967

pitale. E' il t1p1co mcccani,mo nevrotico: l'assolutizzazione del rclati,·o. la dc-dialettizzazione, la soppressione della ulteriore contraddittorietà. E' una follia ra:ionale; -cnc al dominio. è e,pre«ionc del dominio.) « Il rc!!nO della libertà comincia oltanto là dove ce--a il la, oro determinato dalla necessità e dalla finalità c--tcrna: ,i tro, a quindi per ,ua natura oltre la sfora della prodll7ione materiale \'Cra e propria». Sono le righe di un famo,o. e tormentato, passo cli Marx nel terzo libro del Capitale. Lo ,i è interpretato diversamente. La lettura fondamentale, oggi. ci sembra quella letterale; cleri• \'ala dalla con,ape,·olezza che siamo ancora nella « preistoria n nella nostra « post-storia » neocapitalistica. La pro\'ocazione ciel pa o di 1arx è nell'aHerma• zionc che il dominio dell'uomo sulla natura deve es ere, insieme. l'appropriazione, da parte dell'uomo, della propria natura. Il dominio umano sulla natura, è insieme, la -oppre--ionc dei rapporti umani- ociali esistenti. La scienza è. insieme. la tra•Cormazionc della società. Deve esserci. oltre che una appropriazione materiale della natura, anche una appropriazione culturale della natura umana: una appropriazione umana della appropriazione naturale. E. in\'cce, nella società della ratio, la natura (< si prc-enta » ( cd è « rappresentata ») in una forma « dop· pia » e contraddittoria. ,, innocente » nella sua « gratuità " e. in,ieme. « colpevole >>nel suo rapporto rovesciato con il la"oro umano sfruttato. E' questo un problema essenziale: esiste un rapporto rovesciato, inver• lito. « Colle ». tra il lavoro umano sfruttato e la natura dominata tecnico- cientificamente; tra la natura che non è ancora per l'l,\omo e il dominio tecnico-scientifico della natura che si esprime nel dominio sui rap• porti umani-,ociali. Bisogna, forse, dirlo: l'uomo non domina, realmente, ancora la natura, perché non domina ancora la scienza e la tecnica, anzi ne è dominato. Non è « antiquato >l solo l'uomo; sono antiquate anche la scienza e la tecnica in quanto sono al servizio del capitale e sono separate dalla produzione-autoprodu• zione umana. L'ideologia della scienza oscilla tra la cele- '12 - brazionc della natura « gratuita » e la celebrazione delln natura ,e artificializzata ». 1atura-physis e natura-tecnae. Due forme della alienazione alla (< oggettività ». Alienazione alla 'oggettività' formale o strumentale. Cioè: la natura ,e artificializzata ». Natura-physis e natura-techne. Si può liberare dall'alienaziouc sociale con l'aliena• zione dell'uomo alla natura-physis, o alla natura-techne, - al di fuori della liberazione del lavoro umano come sopprc•sionc elci rapporti umani-sociali esistenti? La scienza come tale, non si interroga piu sul suo ,, scopo » umano-sociale, non come ,e benessere », ma CO· mc possibile scelta-decisione ,e politica >>.Ha detto bene ,1arcuse: oggi la scienza « deve farsi politica >>. Ìl1arx, nei Grundrisse: ,e La natura non costruisce delle macchine [ .. ,l Sono degli organi del cervello umano creati dalla mano dell'uomo >>.La civiltà delle macchine ( il traguardo della « automazione ») non risolve il problema del rapporto uomo-natura. Solo la liberazione dell'uomo è la appropriazione della natura « diventata macchina». Dobbiamo distinguere, ancora, tra macchine e uso delle macchine; dobbiamo distinguere tra natura e« uso>> della natura. Bisogrrn riconoscere la verità del « sogno >> kepleriano. ,e Keplero e gli scienziati-astrologi del suo tempo vollero unire la conoscenza della natura a quella del de tino degli uomini. Visione fantastica di ciò che sarà la ~cienza ociale e quella della natura comprendente il punto di vista delle scienze sociali, il loro fine umano '! la conoscenza dei rapporti sociali, del lavoro che li mette in opera>> (J. Fallot, Marx et le machinisme, 1966). « Al concetto corrotto del lavoro appartiene come suo complemento la natura che esiste gratuitamente [ ... Il marxismo volgare l non vuol vedere che i progressi del dominio della natura, e non i regressi della società » ( Benjamin). Marx direbbe: unità delle scienze della natura e delle scienze sociali, attraverso la critica pratica, la « urnwiilzende Praxis n, la soppressione dei rapporti sociali esistenti. E' il problema fondamentale, sempre aperto: il dominio

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