una parte si ri_duce il bisogno al lavoro e quindi lo stimolo a nuovi bisogni e al godimento ( è la faccia della accumulazione, dell'« economicità », ascetica, penitenziale, « puritana »); e dall'altra parte, si riduce il lavoro al bisogno, e il bisogno al godimento « puro » ( è la faccia della dissipazione, dello spreco, edonistica, « erotica » .. autodistruttiva). Alla radice della separazione e della cattiva unità, sono l'estraniazione del lavoro e la cc reificazione » dei suoi prodotti e dei suoi fini. Ancora una volta. !"ascesi e la dissipazione, l'accumulare e lo sprecare. il trattenere e l'escludere: le due facce dissociate e identificate - sotto il segno dell'an.anke industriale - nella contraddittorietà « impazzita » di eros e thanatos. Marx aveva perfettamente compreso ( si pensi a certe pagine dei Grundrisse) il futuro sviluppo della società ,, pianificata» dal capitale come società dei consumi. li capitale dà piu « tempo libero » ( o « tempo disponibile »), come tempo di non-lavoro, non come « tempo di vita » ( Lebenszeit). Questo tempo di non-lavoro ( che non è temporalità vissuta, scelta, decisa e orientata) è « pagato » dal pluslavoro ( senza riduzione del lavoro al lavoro necessario). Contraddizione tra tempo libero e tempo di vita; identificazione tra tempo di lavoro e pluslavoro da una parte, e tempo di non lavoro, dall'altra, per impiegare la terminologia marxiana dei Grundrisse. Identificazione tra tempo disponibile e tempo di pluslavoro. Il tempo libero è ancora, nella sua presunta cc libertà », « oggettivato » nel tempo di pluslavoro. « Un individuo o una classe di individui viene costretto a lavorare più di quanto è necessario al soddisfacimento dei suoi bisogni, perché da una parte si pone pluslavoro e dall'altra nonlavoro o eccedenza di ricchezza ». E, invece si deve affermare: « [ ... 1 il libero sviluppo della individualità, e quindi non il ridurre il lavoro necessario per porre pluslavoro, ma in generale la riduzione al minimo del lavoro necessario della società, alla quale quindi corrisponde la funzione artistica, scientifica, ecc., degli individui, mediante il tempo di venuto libero per essi tutti [ ... ] ». E' la proposta rivoluzionaria di Marx in un « frammento ». Una proposta incomprensibile e impraticabile, « utopistica » ( come certe pagine del Capiwle sulla libertà del e dal lvvoro) per i padroni del lavoro, del « godimento n, del tempo. dei significati delle parole. Sono prczio c, per noi, lo confes iamo, quelle parole libere: « la (unzione artitica. ·cicntifica degli individui n. ella società della ratio ono alienati e « reificati " ( dicevamo) sia il rapporto tra uomo e natura, sia il rapporto degli uomini tra loro. Jl lavoro non è necessario; l,a perduto la sua « forma naturale n di produzione-autoprocluzionc umana. materiale e culturale. di produzione per l'uso; ha assunto la sua forma « innaturale », il « doppio carattere», in cui è la sua aliena:ione: lavoro come " manifestazione dell'uomo » e lavoro come « procluttor~ cli ,·alorc e cli plusvalore». i è perduta la coscienza cl«>l suo " doppio carattere ». Il lavoro è « tempo di lavoro " e " forza-lavoro "· Il tempo. come tempo di lavoro e anche come tempo di non lavoro ( « tempo di ponibile ». non « tempo cli vita »), non è « tempo umano », la produzione-autoproduzione umana. « li tempo è tutto, lo uomo non è piu niente; è, tutt'al pi11. la carcassa del tempo». Lavorare-produrre per consumare. consumare-per-produrre. Il « circolo infernale» è la nostra società dei consumi: l'utilizzazione irrazionale e disumana del surplus, non per la società ma per la sopravvivenza funzionale e strutturale del sistema. Il sistema è una società che produce oggetti-cose non piu umani per soggetti disumanizzati, e produce uomini non piu umanamente oggett.ivi per oggetti disumanizzati: un oggetto per il soggetto, un soggetto per l'oggetto. La società del feticcio è razionalizzazione, repressione; cerca e trova, invertiti e « impazziti », il fine, il fondamento, la giustificazione in se stessa. ( E' la « follia ,, del capitale, come dice Marx in termini forti. La « metafora » psicopatologica è perfetta. Il fine del processo di produzione capitalistico è considerato la fine di ogni processo. Lo storico è considerato il naturale. La contraddittorietà è finita per il capitale e per le scienze del ca- - 41
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