giovane critica - n. 17 - autunno 1967

11 Cfr. la nota 5. 17 • Tattica e strategia: tenerle oggettivamente divise, sempre, nelle cose, nor: confonderle mai, mai identificarle, perché una volta fatte identiche impediscono IA azione; e tenerle soggettivamente unite, nella nostra testa, nello nostra persona, e qui non separarle mai, perché qui una volta separate distruggono gli uomini, li dimezzano, ne fanno quest'ombra grigia a cui è ridotto oggi il dirigente di partito • (M. TRONTI, Operai e capitale, cii., p. 26). • [ ... ] Quella conquista del potere politico che già Marx metteva all'ordine del giorno della lotta di cJ.....,, si p=enta ancora ai nostri tempi nella sua forma primitiva o preliminare: come conqujsts della org1ni11uione politica. Questo è il compito urgente di tutto il movimento. E' il vuoto del burrone che bisogna saltare. Molte esperienze sono già cadute. Que111 nostra non cadrà [. .. l • ( ib., p. 259). l'inizio del discorso di Classe operaia", è in cffett i pienamente conseguente all'ideologia spontaneista che la ispira, con un curioso ritorno in certi momenti a posizioni dei giovani hegeliani quando al momento della strategia come subordinazione del ciclo economico ai movimenti della classe si Ca corrispondere un momento della tattica e dell'organizzazione fondato sulla figura, peggio, sulla testa pensante del dirigente 17 • Queste posizioni appaiono tutto sommato profondamente estranee al dibattito in corso all'interno del movimento comunista internazionale e delle forze antimperialiste, volto a un riesame antieconomicista delle analisi tradizionali del sistema imperialista e alla costruzione verificata nella prassi sociale di nuovi strumenti organizzativi del movimento di classe e di nuove forme di lotta illegale contro l'apparato statuale. La stessa ricchezza di analisi dei movimenti della classe a livello di fabbrica, che ha costituito uno degli aspetti pili originali e convincenti del lavoro iniziale di Classe operaia, è venuta progressivamente disperdendosi in parole d'ordine generali che coprivano un vuoto effettivo d'intervento. Nella misura in cui i compagni di Classe operaia riportano oggi il proprio patrimonio di elaborazione teorica e di esperienze di lavoro operaio all'interno delle organizzazioni tradizionali accettandone la realtà istituzionale ci sembrano concludere una esperienza, che pure resta l'unica politicamente significativa del movimento operaio di questi anni, con una morte infeconda. Giuumario Cozwniga - 33

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