giovane critica - n. 17 - autunno 1967

alla conqui,1a del potere, al governo dello lato, non nell'interesse della società, ma nel proprio particolare iolere--c. In que,to caso il capitale verrebbe consapevolmente gestito dalla parte operaia, io alcuni punti oa.zional i. addiriltura in alcuni punti sovranazionali, e per un periodo storico. finché la sua esistenza non diventi super• rtua per la classe operaia stessa, e maturino quindi le condizioni internazionali del suo rovesciamento. A due formidabili condizioni. La prima: una pratica della lotta di classe e della organiaazione di classe coodolla questa volta dal vertice ciel polcre. La "ecooda: una visuale teorico-strategica che tenga dentro di sé come momenti puramente propagandi•tici l'ideologia della gestione del capitale come superamento ciel capitalismo. In questo eoso ci troviamo di fronte ai due o tacoli della socialdemocrazia e del socialismo realizzato. L'alleanza lattica delJa classe operaia con lo ,,·iluppo capitalistico. quel tratto cli strada io comune, come •i clice,·a prima, tra capitale e classe operaia, porta con -é e que,to è un altro enorme problema che pongo consapevolmente in modo brutale - porta con sé una allean1.a politica tra operai e socialdemocrazia? Cioè si può dare un 11<0 operaio della socialdemocrazia? un uso operaio della gestione socialista del capitale? Se questa compare come l'unica via per controllare dall'alto la società. e per introdursi nella macchina ciel potere, per introdurre cioè il potere operaio al vertice dello Stato, e lì la,·orare per ,pezzare la macchina dello lato, allora l'errore ,torico della socialdemocrazia non è stato quello di aver preteso la ge tione dello Stato e della società cosi come erano. ma di non averla utilizzata per altri fini. Allora l'errore cli Lenin non è stato il colpo violento portato al capitale, ma l'averlo creduto morto o moribondo, dopo questo colpo. Allora l'errore di Togliatti a Salerno non è stato il tentativo di far entrare il movimento comunista dentro la sfera del potere borghese, ma di credere che questo doveva avvenire perché il partito coincideva con il popolo e con la nazione. Vogliamo fare noi J"elogio della doppiezza: che era correttamente nella classe operaia di quel periodo, e non era invece nel vertice 26 - dirigente comunista, non era nella testa di Togliatti e di nes 1111 altro di quel gruppo dirigente. La classe operaia dentro e contro il capitale, questa ì· la premessa da cui bisogna partire per ogni tipo di lotta generale. Allora, e questo è vero: il partito dentro e contro lo lato. Di nuovo l'errore è e sarebbe nello scambio tra tallica e strategia. Il partito al governo, i fronti popolari, la svolta di Salerno, ecc., come mosse tattiche sono forse ammissibili, anche se ciascuna di esse è discutibile come scelta singola. Non sono ammissibili invece come di egoi trategici. cioè cosi come sono state presentate e portate avanti dal movimento operaio ufficiale. Come di egni strategici si rovesciano invece in interessi della eia se oppo ta. mediati soltanto dagli interessi della classe operaia. La di criminante quindi sta nell'interesse di parie della classe operaia che utilizza il capitale come interesse sociale, come soluzione deIJe contraddizioni e degli ,quilibri della società io generale, fa risolvere cioè al capitale alcune contraddizioni secondarie della società in generale per un lungo periodo storico, e ripropone poi i rapporti tra classe operaia e capitale come rapporti tra politica ed economia: che sembra la soluzione piu corrclla di questi problemi. Inutile dire che questo tipo di discorso è facile estenderlo al momento che precede tutto questo: cioè al momento che precede l'apertura del processo rivoluzionario, al momento cioè della lolla di partito oggi e nei prossimi anni. Come la classe è dentro e contro il capitale, come il partito è dentro e contro lo Stato, cosi bisogna essere dentro e contro il partito cosi come è. Per farlo saltare cioè, bisogna starci dentro. Per utilizzarlo bisogna starci dentro: va fallo un rifiuto definitivo su questa base del vecchio massimalismo che operava sempre e CO· rnunque dall'esterno. Operare tatticamente dall'interno, ma in modo strategicamente alternativo: questa è la soluzione operativa che si presenta oggi ai nostri occhi. E quando io parlo di partito, stante le considerazioni precedenti, evidentemente non mi riferisco al partito comunista io quanto tale, ma anche e perfino ad una possi-

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