giovane critica - n. 17 - autunno 1967

La nuova sintesi: dentro e contro Cercherò di guardare gli stessi problemi che sono stati trattati nelle prime relazioni da un 'angolazione leggermente diversa, tentando di far avanzare per una certa via il discorso che finora abbiamo fatto su queste cose, compreso il discorso contenuto nel « numero ultimo » di Classe operaia. Abbiamo detto che ci disponiamo a calare le prospettive e le ipotesi di lavoro nella dimensione degli anni '70. Questo implica tre livelli del discorso: I) quello dell'analisi delle vicende ultime della lotta di classe; 2) quello che fa perno su una previsione del terreno prossimo di queste lotte; 3) da cui si dovrebbe ricavare l'elaborazione di una condotta politica provvisoria. E' forse proprio quest'ultimo il dato mancante finora alla discussione e forse è quello che limita il discorso e, anzi, non fa vedere dove questo discorso può poi portare. Condotta politica provvisoria significa per noi, proprio perché vogliamo cogliere la dimensione degli anni '70, una condotta politica a lungo provvisoria; cioè una provvisorietà da non assegnare al breve periodo della lotta, ma ad un periodo forse piuttosto lungo. Riguardo al primo tema, l'analisi delle vicende ultime della lotta di classe, ci troviamo di fronte alla necessità di ricostruire venti anni di lotte operaie. Questa ricostruzione, bisogna dire subito, è ancora da fare, ed è da mettere in pro~amma; con una nuova misura, che è appunto una misura internazionale della lotta di classe ( e questo è, in fondo, uno dei motivi di novità di questo seminario, anche nei confronti dei nostri discorsi passati): ricostruire cioè il terreno della lotta di classe nel secondo dopoguerra. In questo senso si tratta anche di giudicare in modo critico alcuni nostri tentativi già fatti, anche sul giornale. Uno dei limiti era proprio quello che. in gran parte, questa ricostruzione del ventennio della lotta di classe riguardava principalmente, e io alcuni casi esclusivamente, l'Italia. Era questo un limite che non permetteva di cogliere una dimensione di previsione dei problemi che andasse oltre i ristretti margini di iniziativa capitalistica strettamente nazionale. C'era però anche un altro limite, secondo me ancora maggiore di questo, che consisteva nel puntare soprattutto sull'applicazione immediata di quello che noi abbiamo chiamato il rovesciamento strategico tra classe operaia e capitale. Cioè, nella ricostruzione che noi abbiamo fatto degli ultimi vent'anni di lotte operaie, si cercava di far giocare meccanicamente t: immediatamente questa che era un'ipotesi guida e che, evidentemente, rimane come ipotesi guida di tutte le ricerche che facciamo, ossia la precedenza storico-teoricopolitica dei movimenti di classe operaia nei confronti dei movimenti del capitale. Ci troviamo invece ora di fronte alla necessità di trovare alcune mediazioni concrete nella - 17

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