giovane critica - n. 17 - autunno 1967

strie o le aziende agricole nazionalizzate - o a partecipazione statale - per rendersene conto), dato il presupposto. a cui non si rinuncia, dell'esistenza di imperativi tecnologici; ma per « evitare che l'ioOuenza di tali imperativi dichiarati dal loro naturale campo d'azione, intaccando e snaturando il normale evolversi delle relazioni propriamente sociali, ed [ ... ] esaltarne al tempo stesso la funzione squisitamente economica di supporto [ ...] dello edificio sociale stesso »10 • Ciò ampi ia le necessità di coordinamento dei servizi e di aumento dei consumi. All'espansione e alla sicurezza del processo produttivo generale sono necessari margini sempre piu ampi di prevedibilità degli e,,enti, cioè di controllo e di stabilità. Occorre creare migliori condizioni di ,·ita « sociale » in ogni senso, occorrono un comportamento piu omogeneo degli imprenditori e l'eliminazione di disli,·elli che possono ripercuotersi negativamente sui comportamenti dei subordinati. Matura cosi il « salto » verso la programmazione: con la compiacente assistenza di alcuni « esperti » del « movimento operaio » ( il quale. nel frattempo, ha avuto la gentilezza di dividersi io « sostenitori attivi » e « stimolanti polemici » di tale sviluppo), e di alcune frange capitalistiche arretrate, i cui strilli dànno l'impre siooe che si tratti di una operazione c,·ersiva, quella che in regime di « libera iniziativa » appariva come inOuenza dei gruppi capitalistici ( spesso parzialmente in contrasto tra loro) sullo stato, ora appare semplicemente come 3tato. Ma proprio nella misura in cui ciò accade, la sfera della produzione - che sembra essere ridimensionata e ridotta nei propri « confini naturali » - in realtà si espande abbracciando, com,e mai prima, l'intero tessuto sociale 11 • Per la prima ,,olta la proletarizzazione - spogliata dagli aspetti di miseria e degradazione che io altri periodi erano sembrati esserle coessenziali - appare nella sua realtà di subordinazione completa ( e diretta) d'una parte sempre piu ampia della società alle decisioni d'un gruppo ristretto con il quale lo stato non può - tendenzialmente - che identificarsi. 12 - La caratteristica costante della proletarizzazione - in questa luce - è proprio l'assoluta impossibilità dei subordinati di controllo sulle condizioni che stanno alla base della propria vita. Se possedere soltanto la propria forza lavoro non significa sempre vedere ridotte al minimo vitale, e a volta sotto di esso, le proprie possibilità di consumo, significa però sempre - invece - stato d'incertezza, impossibilità di programmare la propria vita a medio e lungo periodo, difficoltà di comprendere a fondo e di inOuenzare le variabili che determinano la propria esistenza, io ogni suo aspetto. Per il proletario, pace o guerra, fame o elettrodomestici, diritto di voto o terrorismo fascista, salute fisica e psichica o malattia, impiego in agricoltura, nell'industria o altrove, occupazione o disoccupazione ( con o senza indennità statale), analfabetismo o scuola obbligatoria, e cosi via, non sono che stati dell'oggi, mai garantiti, sia che egli accetti, o meno, la subordinazione al potere capitalistico nella sfera produttiva. 4. D'altra parte, non si può negare che - quando ci si guarda intorno - le situazioni che coesistono in questa società appaiono invece estremamente eterogenee, anche soltanto fermandosi a livello nazionale. Diversi gradi di sviluppo, differenti condizioni di lavoro, di livelli salariali, di stratificazione gerarchica e di mo• delli organizzativi, di cultura, coesistono all'interno di ciascun settore, e nel passaggio da settore a settore, da regione a regione, da area ad area. Come all'interno della « programmazione "esistono molteplici ed ampi margini di « libertà imprenditoriale » ( di cui la programmazione stessa è garanzia), cosi la definizione generale della proletarizzazione, a cui sopra si è fatto riferimento, non rappre• senta che una schematizzazione dei tratti essenziali comu• ni alle molteplici figure concrete di proletari esistenti nel1:i nostra società. Se il nostro obbiettivo è quello di analizzare e verificare concretamente ( attraverso sforzi organizzativi e partecipazione alla lotta anticapitalistica) le possibilità di tra-

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