titati,amcntc e qualitati,·amcntc). « Il capitale può accre• ,rcr-i ,oltanto ;.e ,i scambia con la forza-lavoro. soltanto ,r produce la, oro salariato. La forza-lavoro del salariato si può ,cambiare con capitale soltanto a condizione di accrc-ccrc il capitale. di rafforzare il potere di cui è schia- , o r... 7 f 11me11todel capitale è q11i11di aume11to del proletariato. cioè della cla..<feoperaia [ ... ] Se dunque con il rapido aumento del capitale aumentano le entrate dello operaio. nello ,tesso tempo però si approfondisce l'abisso sociale- che -cpara !"operaio dal capitalista. aumenta il po• tcre del capitale ul lavoro. la dipendenza del lavoro dal capitale. Dire che !"operaio ha interesse al rapido aumento del capitale significa soltanto che quanto pi11 rapidamente l'operaio accresce la ricchezza altrui. tanto piti grosse ,ono le briciole che gli sono riservate, tanto pii1 numero-i •ono gli operai che possono essere impiegati e me•-i al mondo. tanto piu può e ere aumentata la massa degli schiavi alle dipendenze ciel capitale»'. Le •pecificazioni concrete di questa legge di fondo dello •viluppo capitalistico non appaiono per altro cosi « chiare » a livello sociale: non a caso ( né soltanto per malafede. come tendono a far credere. nel loro volontarismo facilone e frustrato. alcuni gruppelli che vivacchiano nel poco accogliente ma comunque« garantito » alveo della Grande Sinistra) il valore dimostrativo immediato dei brani di :\larx su tale problema sembra oggi inferiore alla loro funzione di riferimenti rituali. A tale proposito occorre aprire una parentesi. Che le analisi marxiane abbiano avuto all'origine un potere di liberazione del movimento operaio ( o di parte di esso) dalla tutela piccolo bor~he e e dalla logica sellaria che le è connessa ( settaria in •enso proprio. cioè di frantumazione in gruppi cospirativi di « santi », piti o meno ampi e integrati nella rncietà) è chiaro. Altrellanto chiaro è che ancor oggi esse costituiscono la base per la co truzione d'una nuova forza ri, oluzionaria. •ebbene la verifica di ciò non possa essere ricercata esclusivamente sul piano teorico-dedultivo, o su quello delle analisi socio-economiche (( pure», ma richieda il passaggio a forme di sperimentazione pratica a livello organizzativo ( cioè di lotta), esigenza cli cui s'è già parlato recentemente anche su Giovane critica•. \fono acccllabile sembra invece la posizione di co• loro - nel movimento operaio - che parlano d'una diminuzione dcll'eviden:a immediata delle analisi marxiane rispetto ad un non ben precisato «passato»'. Tale posizione va decisamente condannata, soprallullo per i rischi di opportunismo che essa nasconde, e occorre invitare i compagni che la condividono in buona fede, per lo piti condizionati da scoraggiamenti personali connessi alle soffocanti situazioni in cui vi,,ono e all'assenza d'una forza ri,·oluzionaria consistente e combattiva, a rellificarla praticamente. collaborando con la loro azione a creare tale forza. Ciò di cui occorre rendersi conto, in sostanza, è che le analisi marxiane - in quanto analisi - non hanno mai avuto una <( evidenza immediata », se con ciò s'intende una forza mobilitativa propria, rispello alla quale sia indifferente l'esistenza o meno d'una forza eversiva organizzata. Per riprendere termini della domanda posta dallo editoriale delJ"ultimo numero di Giovane critica, si può dire dunque che lo spellro che s'aggira per l'Europa, tanto nell'800 quanto oggi, non è né l'esistenza empirica ( o addirittura la lcllura diffusa) dei testi marxiani e/o marxisti, né l'esistenza empirica ( o la moltiplicazione, che può anche raggiungere ritmi assai elevati) di gruppi che non rappresentano altro - per semplificare - se non (< circoli di lellura » di quegli stessi testi, raccolti intorno a diverse <( interpretazioni », in se stessi conchiusi e ( bene o male) soddisfatti. Esso consiste piuttosto nel fatto - è ridicolo doverlo ribadire, quasi si trallasse di una grossa scoperta - che, per dirlo con i termini di Marx, (( il capitale presuppone il lavoro salariato, il lavoro salariato presuppone il capitale: essi si condizionano a vicenda, essi si generano a vicenda »'; e che in questa relazione necessaria, nell'impossibilità del capitale di eliminare il lavoro salariato, da una parte, e dall'altra di ridurlo definitivamente - anche a livello sociale - a semplice parte del capitale stesso ( ovvero a un insieme i cui compor-
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