ma rivoluzionaria, si va affermando « a rollure » e " a salti » in Cina, ed è nota e cresce n Cuba e dintorni. Si era dunque in ritardo nella elaborazione teorica; Nenni e i suoi. cominciavano a far leva sulla « stanchezza delle masse » per riagitare lo spauracchio del fascismo, e quindi la necessità dell'unità socialista e dell'apertura a sinistra per un'alternativa di politica, non di potere: tutto ciò a breve distanza dall'inizio delle piu grandi e avanzate lotte operaie del dopoguerra ( l'errore, oltre che da mistificazioni ideologiche, dipendeva dalla cecità con cui si guardava al capitalismo e ai suoi sviluppi). Con Panzieri, il problema di guadagnar tempo prese rilievo nei nostri discorsi. Il solo modo di guadagnar tempo, però, era quello di togliere Nenni dalla carica di segretario del Partito malauguratamente riaffidatagli a Venezia, assumere decisamente la direzione del Partito in espliciti termini di maggioranza, subire pazientemente gli inevitabili contraccolpi elettorali interni ed esterni del Partito. Posso dire di aver premuto molto, dove e con chi potevo, per questa soluzione. E da Panzieri, a nome anche di altri compagni dirigenti, ebbi l'incarico di « esplorare » ~e Lelio Basso, nella ipotesi di una rottura al Comitato Centrale, fosse disposto ad assumere l'incarico di segretario del Partito. Il sondaggio, a ben guardare, non poteva non avere esito negativo ; e non tanto per comprensibili preoccupazioni personali conseguenti ai pericoli politici che l'« operazione » avrebbe presentato, e alla dif, fidenza che l'uomo, non senza giustificazioni, doveva nutrire verso « morandiani » che lo avevano posto ai margini del partito, e « massimalisti » ( erano anzi chiamati u carristi ») per il loro « stalinismo » o, piu ancora, per il loro « frontismo »; quanto e soprattutto perché la posizione di Basso differiva su molti punti importanti da quella di Nenni, ma si collocava all'interno della strategia kruscioviana e inoltre faceva capo a forze contradditorie 14 • Mondo Operaio andò affrontando nell'unica forma oggettivamente possibile, quella del dibattito, alcune grosse questioni, quali l'analisi del capitalismo, anzi del neocapitalismo e dell'autonomia della cultura, informando sugli sviluppi della « destalinizzazione » nel mondo, sulla rivolta dei popoli coloniali, sulle situazioni sociali interne che si ponevano in termini di lolla. « Grave è l'errore degli amici, dei compagni, che deridono il nuovo come una invenzione propagandistica dei monopoli - scriveva Vittorio Foa nell'articolo Il neocapitali.!mo è una realtà 15 - e accusano i compagni 'innovatori' di 'fare il gioco' dei gruppi dominanti. La verità è all'opposto. Sono proprio i dogmatici, i fossili del movimento operaio, ciechi alla nuova materia operativa dei gruppi dominanti e ai loro nuovi strumenti d'azione, sono proprio questi conservatori che contribuiscono al nuovo riformismo operaio, alla nascita di aristocrazie operaie 'integrate' nella politica padronale, alle difficoltà crescenti delle masse popolari. La liquidazione del dogmatismo è oggi una condizione assoluta per comballere efficacemente il potere padronale ». Sarebbe stata ovviamente una ingenuità allendersi che la linea di Mondo Operaio fosse non diciamo omogenea ( cosa impossibile per la divisione in atto nel Psi che non poteva non riflettersi nelle collaborazioni alla rivista ufficiale del Partito anche se Panzieri seppe tenere salde le briglie in mano durante tulio il periodo della sua direzione scoraggiando non pochi « avversari » perfino dall'intervenire alle riunioni del Comitato di redazione fatta eccezione per Nenni il quale, al contrario, interveniva puntualmente e si batteva abilmente), ma chiara e sicura anche nell'affermazione del nuovo. C'era sempre il grosso nodo del XX Congresso del Pcus da sciogliere. Questo nodo si ripresenta all'allenzione, di Panzieri nell'articolo Sulla linea del 20° Congresso ••. Panzieri vede favorevolmente e fiduciosamente gli sviluppi della linea del XX Congresso. « Lo sforzo è dunque rivolto - in Urss, come in Polonia, come in Cina, seppure in forme necessariamente differenti in ciascun paese - egli scrive - verso i due punti di riferimento capitali della democratizzazione: partecipazione delle masse alla formazione del potere economico-politico e 'sburocratizzazione' ». Nell'esemplificare il suo discorso, Pan- - 97
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