giovane critica - n. 15/16 - primavera/estate 1967

dello Staio-Comune, o»ia del potere sovrano e diretto della comunità dei produttori ('la forma politica finalmente ,coperta. nella quale si può compiere la emancipazione del la, oro·. come Lenin citava da 1\[arx sulla Comune di Parigi). co,tituisce il tentativo di giustificazione ideologica di que;,to forzalo processo di limitazione e deforn1a1,ionc della democrazia socialista. La ideologia della a,,en1,a di conflitti nel socialismo viene poi in soccorso per •giu,tifieare·• il carattere a,soluto dei contrasti alla •(inca del Partito· n. La rollura operata dal XX Congre so del Pcus è ,,i. eta. da Panzieri. come affermazione di « autentica conti• nuità della rivoluzione proletaria », e giustificata anche nella forma in cui essa avvenne ( p. 32). Il processo in tal modo iniziato viene giudicato « irrevocabile n. Il suo ottimismo di allora. con eguente alla « distruzione delle concezioni dogmatiche e di 'guida· n, lo porta a sommare indiscriminatamente esperienze diverse quali quelle in atto in Cina, in Polonia e in Jugoslavia. L"e alla indicazione delle nuove esigenze rivoluzionarie viene. cioè, riferita praticamente anche a forze che non solo non le avevano avvertite, rna che dalla destalinizzazione dovevano ricavare motivi e impulsi per una autentica opera di revisione in senso antileninista e antimarxista 10 • La piena validità « ideologica n della visione che Panzieri ave,·a allora dei problemi del rinnovamento, cioè dei problemi della rivoluzione socialista e dei suoi svilup• pi. era collocata in una cornice politica che non la sopportava. che anzi ri chiava di soffocarla: infatti, dal XX Coagresso del Pcus, politicamente, dovevano uscire piu che altro « luci n per Pietro Nenni e la socialdemocrazia e « ombre >l per la rivoluzione socialista e i suoi sviluppi. Questo giudizio ha un'altra conferma nell'analisi che, nell"inten•ento citato; Panzieri fece della situazione italiana. Egli seppe vedere, anzi anticipare - rispetto alla sua tes a ulteriore ricerca e in un vuoto allora pressoché assoluto di analisi simili - alcune delle lince di sviluppo del capitalismo pur nella considerazione, che a me pare realistica, di alcune sue contraddizioni. Tra gli clc94 menti di consolidamento del « sistema capitalista», infatti, Panzicri enunciò fra i piu importanti ( p. 33): « lo sviluppo della spesa militare in (unzione della espansione della domanda effettiva e del sostegno di elevati livelli di produzione, la estensione dell'interventismo statale in funzione di controllo e correzione degli elementi di perturbazione interna del ciclo economico, e di limitazione della <marchia lii corsivo è mio per sottolineare uno dei punti che poi saranno sviluppati particolarmente dai Quaderni rossi nell'analisi del nuovo rapporto fra fabbrica e socie. tà n.d.r.] connaturata al sistema >l. Da qui la considerazione giustamente data alla « im• ponente accelerazione del processo tecnico e scientifico », alle « nuove forme di organizzazione del lavoro in connessione con le nuove tecniche produttive », alla « capacità di adallarnento ( della ideologia borghese) agli sviluppi della situazione per mezzo di nuove e piu raffinate forme di mistificazione ideologica ». È su questo terreno, particolarmente, che il lavoro di Panzieri si sarebbe fatto via via piu incalzante, penetrante e fecondo. Ma nel contempo è da chiedersi se non siano da riprendere oggi altri suoi spunti di allora che successivamente dovevano avere un posto di minor rilievo se non subire addirittura una negazione o un abbandono: « lo aggravarsi del contrasto fra agricoltura e industria, lo aiimento del divario tra zone avanzate e arretrate, l'impoveri rnento assoluto ( non nell'àmbito di un singolo Stato ma nella sfera d'influenza di ogni capitale nazionale) [Il corsivo è mio]", la instabilità permanente del sistema l>- Gli spunti di analisi del capitalismo, ai quali Panzieri ha dato risalto, dovevano trovare tuttavia, per quanto riguarda le conseguenze politiche in termini di lotta di classe in Italia, una risposta sbagliata, che Panzieri stesso doveva criticare di li a poco, nei fatti, con il massimo rigore. L'errore, come si è detto prima, discende dalla valutazione acriticamente positiva che si era data del XX Congresso del Pcus, ma anche dalla influenza che la situazione conseguentemente determinatasi in seno al gruppo dirigente del Psi aveva su tutti. Accettata la « destalinizzazione l> nei termini kruscioviani, non era ancora

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