3 Asor Roso ho un vero ingegno demistificatore: il suo esame del populismo vale anche come una severa presa di posizione nei confronti dei nostri scrittori, e tale severità non dispiace, anzi toni• fica per la carica di rivelazione che comporta; meno felici 1000, semmoi, i pochi· giudizi positivi che riguardano autori del '900: non mi sembra accettabile, specie dal punto di vista di Asor Rosa. l'assoluzione di opere come Cronache di poveri amanti in cui si riprcsen1a la fom1u1a, tipica in Pratolini, di un populismo annrcosessuole, oppure quella di Cri.io ,i è fermalo a Eboli, un chiaro esempio di populismo art.i{icialmente mitizzante. • i\li stupisce che nella Pre/a:ione alla ,econda edi:ione ( p. VIII) l'autore dichiari di aver seguito il suo tema • con onesta minuziosità • per evitare ogni « accusa di troppo facile disinvoltura... hibHogrnfico »: non avrei pensato che Asor Rosa avesse tali scn1poli ... umanistici, specie per un lavoro come questo che vuol rompere con In tradizione ed in eHetti è tutto teso a una verifir.1 politica del fenomeno letterario, verifica che può far perdonare ogni trascuratezza bibliografica. A ebe servirebbe sottolineare lacuno o luoghi comuni che si sarebbe potuto evitare? Aggiungere un migliore esame del pensiero di De Sanctis, studiare il populismo cattolico di un De Marchi e di altri, dare un qualche rilievo alla Scapigliatura, rompere la manualistica triade di Verga, Capuaoa, Ile Roberto per rivedere il loro atteggiamento anche politico non mi sembra che avrebbe cambiato la tesi di fondo, quella che conta. D1altra parie all'essenzialità del discorso è sacrificato anche ogni riferimento alla bibliografia critica che avrebbe potuto essere sfruttata anche utilmente, ' Cfr. lntrodu:ione a Scrittori e popolo cit. p. 11 ; e di séguito si legge ancora: « Si vedrà che il marxismo, cui facciamo riferimento, non implica come conseguenza logica e necessaria una concezione del mondo da imporre alla letteratura e alla poeaia •· • Sull'identificazione borghese di « popolo • e « nazione • ( in contrapposizione col • proletariato •) si legga la pagina lucida e penetrante di F. FORTINI, Na:ional-popolare, 1959 in L'o,pite ingrato. Te,ti e noie per veni ironici, Bari, 1966, p. 68. 7 Traggo l'espressione dal volumetto di Fortini ( Per Asor Ro,a. 1965 in op. cii. p. 133) che riafferma, contro questa tesi, il significato dell'ideologia, dei « valori » che non sono, dice, • fanfnre domenicali, 'ideali supremi' », ma • la mediazione che, organo ideologico e teoretico, il partito compie fra comportamento oggettivo della classe e interpretazioni ideologicamente false o paniali [. .. ) .. 1 Cfr. Prefa,ione alfa ,econda edi,ione p. XV: « Non abbiam? la vocazione dei profeti: il futuro c'interessa ne11a misura in cui riu,ciamo noi a crearlo nel presente [. ..) •· • Cfr. Pre/a:ione alla seconda ed. cii. p. Xli. •• Clr. Scrillori e popolo, ed. '65, p. 348. 11 Cfr. A. ASOR RosA, Le ambiguità ,i chiari.cono. in C!w.e operaia, a. III, maggio 1966, pp. 21 sgg. L'articolo prende in esame le conclusioni a cui sono giunti i congressi del Pci e del Psiup e ne mette in rilievo rinndcgualezz:a e l"arretrate.zza politica e tattica. Su quesla conslotaz:ione nnsce la dichiarazione che certi « nodi di problemi, restati finora incerti, giungono a soluzione - forse ddiniti, 1a,ncntc ». 12 Cfr. A. AsoR ROSA. L'uomo. il poetc, in Àngelu.s novu.s. nn. 5-6. dicembre 1965, p. 26 n. 2. Questo saggio integra Scrittori e popolo. spostando. come era di do,•ere, il discorso dal populismù all'arte grande-borghese. E' una recensione a Verifica dei poteri di Fortini. le cui storia intellettuale è ricostruita con particolare attenzione al tipo di rapporti che Forlini ha cercato di istituire frd poesia e classe operaia. rapporti che 1 secondo Asor Rosa, sono sempre stati inficiati da un residuo borghese della concezione umani~ stie.a di una « poesia liberatrice », di o: una non volgare sublimità ». rosicché Forlini è definito (< l'ultimo degli intellettuali borghesi pili che il primo dei ricercatori marxisti ». 13 Questa ribadita impossibilità di rapporli Ira gli scrillori borghesi di ieri e gli intellettuali di oggi è io perfetta contrappo• siziooe col motivo euristico attraverso il quale Luluics ho cercato ,ti istituire un dialogo con i « classici della democrazia n e di e utilizzare» certa letteratura borghese. crr. ad es., io G. LuKAcs, Rea1.. ,; tedeschi del X IX secolo, ( trod. F. Codino, Milano. 1963, p. 158) il saggio su G. Keller do,•e sono giustificate • ricerche di questo ~enere » perché a: restituiscono Ja civiltà dei nostri classici al loro legittimo erede: al popolo liberato di oggi •· Certo la posizione cli Luk.ir-s presenta pericoli storicistici e riformistici ( c!r. C. CAsEs. Le idee politiche di llavemann e di Luk<ic.5, in Quaderni piacen.- tini n. 27, pp. 15 sgg.), ma aiuta anche a una lettura attiva della letteratura borghese. 14 crr. lntroduz.ione di A. Asor Rosa a G. FRANCOVICH, Sciopero generale del 1911 alle acciaierie di Piombino. in Centro ,tudi per In ,torio della cla.. e operaia - Ricerche n. l ( s. a., ma 1966) p. 6. 15 Cfr. L'uomo, il poeta cit., 1a prima citazione a p. 22. la seconda a p. 16. u « In una società come questa. solo se Bi trova il coraggio ,!i offrontare le domande almeno in que,to campo supreme ( a che la mia critica letterarie? la mia storiografia? lo mia sociologia?) si può creare la possibilità d'uscire dall'integrazione. »: cfr. Pre/a- :ione cii. p. Xl. 1 7 L'impossibilità di ogni impegno è dichiarata dall'autore quando nega di voler sostituire il • patrimonio culturale della sinistra » con un altro; dice infatti di non avere « un patrimonio culturale nuovo da proporre al movimento operaio e alla classe opeTaia » - dal che consegue che il dilemma è solo fra rinnegani o farsi borghese, che è poi un•altra maniera di annutlani. - 89
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