giovane critica - n. 15/16 - primavera/estate 1967

gruppo od individuo che sia contro iJ governo costituzionale sostenuto dal.la maggioranza della popolazione. Ma credo che ci sia un ." diritto naturale ll della resistenza per le minoranze oppresse e dominate di usare mezzi extra-legali se quelli legali hanno mostrato d'essere inadeguati. La legge e l'ordine sono sempre e dovunque la legge e l'ordine che proteggono la gerarchia stabilita; è insensato invocare l'autorità assoluta di questa legge e di quest'ordine contro quelli che soffrono a causa sua e lottano contro di esso. non per ottenere vantaggi personali e per desiderio di vendetta, ma per la loro parte di umanità. Non c'è altro giudice sopra di essi all'infuori delle autorità costituite, della polizia, e della loro propria coscienza. Se usano violenza, non dànno inizio ad una catena di violenze ma cercano di spezzare quella stabilita. Da quando verranno puniti conosceranno iJ rischio, e quando lo corrono volontariamente, nessuna terza persona, e ultimi di tutti l'educatore e l'intellettuale, ha il diritto di predicar loro che se ne astengano. Berberi l\larcuse Il re,ro che precede è ,raro da noi ripre.o dal volume A Critique of Pure Tolerance, Beacon Preu, Bo.ion, 1965, ,alvi i dirilli de/l'oulore e dell'edi1ore. I di,egni di que.lo Giovane critica ,ono di Chaval; Iralli da Bizarre n. 41 (dedicalo a Chaval) e dal n. 101, 1966, di Le nouvel observateur. /I leslo in copertina, di Paul Nisan, è slralcialo da Le• cbiens de garde. Intervento su Marcuse e aro Mughini, ti ringrazio per /"invito ad intervenire su L'uomo a una dimensione: il tema mi sta a cuore, soprattuuo com.e militante del movimento operaio; 11011 ho modo. però, di affrontarlo in ,naniera elaborata; perciò chiedo prelimi,wrment.e scusa a te e ai lettori e mi permetto d'intervenire con una lettera, sperando, comunque, di non eludere il discorso. Il testo presuppone e richia,na gli altri saggi fondomentali di Marcuse (Ragione e rivoluzione, Eros e civiltà, Soviet marxism) e q,wnto meno le tesi generali della « sc<Loladi Francoforte »; presenta i problemi ad un alto livello di mediazione; richiede, perciò, che si espliciti la « lettura " che di esso si fa, prima di dire la propria. V aglio dunque partire da una sommaria esposizione di quel che io ho letto in esso, delle analisi e delle tesi che io vi leggo. L'uomo a una dimensione è l'uomo che ha perso, forse definitivaniente, la « immaginazione sociologica », la facoltà d'intendere la realtà per quel che storicamente è, e quindi di intervenire su di essa in base all'ipotesi di poterla rovesciare. Accetta la storia parziale in cui vive come un dato naturale ed assoluto. Agisce secondo una razionalità operazionistica e comportamentistica, senza mettere in discussione la società nella q,wle vive, fondala sul dominio e sulla repressione. E' il prodotto di nwssa della « società industriale avanzata », « un universo amministrativo in cui le depressioni sono controllate ed i conflitti stabilizzati », e che oltre ad aver soppresso il mutamento al proprio intemo, non rischia di vederselo proporre dall'esterno, almeno nei termini tradizionali, poiché q<Lestotipo di organizzazione sociale è sempre pizi comune al capitalismo cosi come al socialismo, nelle loro sezioni piu sviluppate, e dunque questo tradizionale antagonismo tende a scomparire. - 75

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