corruzione inizia nella mente dell'individuo, nella sua coscienza, nei suoi bisogni, quando interessi eteronomi lo occupano prima che possa sperimentare la sua schiavitu, allora gli sforzi per contrastare la sua disumanizzazione devono aver inizio al posto d'entrata, là dove la falsa coscienza prende forma ( o piuttosto: viene formata sistematicamente) - deve cominciare col fermare le parole t' le immagini che nutrono questa coscienza. A dire il vero, questa è la censura, anzi la censura preventiva, ma diretta apertamente contro la censura piu o meno nascosta che permea i mezzi liberi. Ove la falsa coscienza abbia prevalso nel comportamento nazionale e popolare, essa si trasferisce quasi immediatamente nella pratica: la distanza di sicurezza tra ideologia e realtà, pensiero repressivo e azione repressiva, tra la parola della distruzione e i fatti della distruzione si è pericolosamente accorciata. Cosi lo spezzare completamente la falsa coscienza può fornire il punto d'appoggio archimedeo per una piu larga emancipazione, in un punto infinitamente piccolo, a dire il vero, ma è dall'allargamento di simili piccoli punti che dipende la possibilità del mutamento. Le forze dell'emancipazione non si possono identificare con nessuna classe sociale che, in virtu delle sue condizioni materiali, sia libera dalla falsa coscienza. Oggi, esse sono senza speranza disperse qua e là nella società, e le minoranze in lotta e i gruppi isolati spesso sono in contrasto coi loro stessi capi. Nella società in generale, lo spazio mentale per il rifiuto e per la riflessione deve esser ri-creato. Respinto dalla concretezza della società amministrata, lo sforzo di emancipazione diventa «astratto »; esso si è ridotto a facilitare il riconoscimento di ciò che va accadendo, a liberare il linguaggio della tirannia della sintassi e della logica orwelliana, a sviluppare i concetti che comprendono la realtà. Piu che mai appare vera la proposizione che il progresso nella libertà esige il progresso nella coscienza della libertà. Dove la mente è stata resa un soggetto-oggetto dei politicanti e delle politiche, l'autonomia intellettuale, il regno del pensiero « puro » è divenuto una materia di educazione politica ( o piuttosto: contro-educazione). . Ciò significa che gli aspetti formali deU'apprendimento e dell'insegnamento precedentemente neutrali, privi di valore, ora diventano, sul loro proprio terreno e nel loro proprio diritto, politici: imparare a conoscere i fatti, la verità per intero, e a comprendere, in ciò consiste la critica completamente radicale, la sovversione intellelluale. In un mondo in cui le capacità e i bisogni umani sono arrestati o corrolli, il pensiero autonomo piomba in un « mondo corrollo »: la contraddizione e l'immagine contraria del mondo stabiUto della repressione. E questa contraddizione non è semplicemente stipulata, non è il semplice prodollo di un pensare confuso o d'una fantasia, ma lo sviluppo logico del mondo dato, del mondo esistente. Secondo il grado in cui questo sviluppo è attualmente impedito dal peso a piombo di una società repressiva e secondo la necessità di viverci, la repressione invade la stessa impresa accademica, anche prima di tulle le restrizioni alla libertà accademica. Lo svuotamento a priori della mente vizia l'imparzialità e l'obiellività: salvo che lo studente non impari a pensare nella direzione opposta, egli sarà incUne a porre i fatti nella struttura predominante dei valori. La cultura, cioè l'acquisizione e la comunicazione della conoscenza, impedisce la purificazione e l'isolamento dei fatti dal contesto dell'intera verità. Una parie essenziale di quest'ultima è il riconoscere il grado spaventoso al quale la storia fu fatta e scrilla dai e per i vincitori, cioè il grado al quale la storia è staia lo sviluppo dell'oppressione. E quest'oppressione è nei fatti stessi che stabilisce; allora essi stessi recano un valore negativo come parte ed aspello della loro effettività. Trallare le grandi crociate contro l'umanità ( come quella contro gli Albigesi) colla stessa imparzialità delle lotte disperate per l'umanità significa annullare la loro diversa funzione storica, riconciliando i boia con le loro vittime, distorcendo il passato. Tale falsa neutralità serve a riprodurre l'accellazione del domi.nio dei vincitori nella coscienza dell'uomo. Qui, anche, nell'educazione di quelli che non sono ancora perfettamente integrati, nella mente della gioventu, il terreno per la tolleranza liberatrice deve ancora essere creato. L'educazione offre ancora un altro esempio di tolle- - 73
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