distribuire il prodotto sociale dando la priorità alla soddisfazione delle necessità vitali e con un minimo di fatica e di ingiustizia. In altre parole, è possibile definire la direzione verso cui le ist_ituzioni prevalenti, le politiche, le opinioni dovrebbero esser cambiate al fine di migliorare la probabilità di una pace che non sia identica alla guerra fredda e alla piccola guerra calda, e di una soddisfazione dei bisogni che non si nutra della povertà, dell'oppressione, e dello sfruttamento. Di conseguenza, è anche possibile identificare quelle politiche, opinioni, movimenti che promuoverebbero questo cambio, e quelle che farebbero il contrario. La soppressione del regresso è un preliminare per il rafforzamento del progresso. L'interrogativo, chi è qualificato per fare tutte queste distinzioni, definizioni, identificazioni per la società come un tutto, ha ora una risposta logica, cioè, ognuno « nella maturità delle sue facoltà " in quanto essere umano, chiunque abbia imparato a pensare razionalmente ed autonomamente. La risposta alla educazione dittatoriale di Platone è l'educazione dittatorialmente democratica di uomini liberi. La concezione della res publica di John Stuart Mili non è opposta a quella di Platone: anche il liberale richiede l'autorità della Ragione non soltanto come un potere intellettuale ma anche come un potere politico. In Platone, la razionalità è limitata al piccolo numero di re-filosofi; in Mili, ogni essere umano razionale partecipa alla discussione e alla decisione - ma soltanto come un essere razionale. Dove la società è entrata nella fase di amministrazione e indottrinamento totali, questo sarebbe davvero un piccolo numero, e non necessariamente quello delle rappresentanze elette del popolo. Il problema non è quello di una dittatura nell'educazione, ma quello di spezzare la lirannia dell'opinione pubblica e dei suoi formatori nella società chiusa. Comunque, garantita la razionalità empirica della distinzione tra progresso e regressione, e garantito che essa può giustificare una tolleranza fortemente discriminatoria sul terreno politico (l'eliminazione del credo liberale di una libera ed eguale discussione), un 'altra impossibile conseguenza ne deriverebbe. Ho detto che, in virtu della sua logica interna, il ritiro della tolleranza verso i movimenti regressivi e la tolleranza discriminatoria in favore delle tendenze progressive equivarrebbero alla promozione « ufficiale n della sovversione. li calcolo storico del progresso ( che è allualmente il calcolo delle prospellive di ridurre la crudeltà, la miseria, la repressione) sembra implicare la scelta calcolala fra due forme di violenza poli1ica: quella dalla parie dei poteri legalmenlc costituiti ( dalla loro azione legittimala o dal loro tacito consenso o dalla loro impotenza a prevenire la violenza), e quella dalla parie dei movimenti potenzialmente sovversivi. Inoltre, nei confronli della seconda, una polilica cli trallamento diseguale proteggerebbe il radicalismo della Sinislra contro quello della Deslra. Può il calcolo storico venir esteso ragionevolmente alla giustificazione cli una forma di violenza contro un'altra? O meglio (giacché « giustificazione n porta con sé una connotazione morale), c'è un'evidenza storica del fallo che l'origine sociale e l'impeto cli violenza ( delle classi dominate o di quelle dominanti, dei possidenti o di quelli che non hanno niente, della Sinistra o della Destra) slanno in una relazione dimostrabile col progresso ( come sopra dcfi nito)? Con tulli i requisiti di un'ipotesi basata su di u,; passalo storico « aperto », sembra che la violenza che emana dalla ribellione delle classi oppresse abbia rollo il continuum storico dell"ingiustizia, della crudeltà, e del silenzio per un breve momento, breve ma sufficieutemente esplosivo da conseguire un aumento nel perseguimento della libertà e giustizia, e una migliore e piu equa distribuzione della miseria e dell'oppressione in un nuovo sistema sociale - in una parola: il progresso nella civiltà. Le guerre civili inglesi, la Rivoluzione francese, le Rivoluzioni cinese e cubana possono illustrare l'ipotesi. Per contro, il solo mutamento storico da un sistema sociale ad un altro, che segna l'inizio cli un nuovo periodo della civiltà. che non fu acceso e condotto da un effellivo movimento « dal basso », cioè, la caduta dell'Impero romano d'Occidente. causò un lungo periodo cli regressione di molti secoli, fino acl un nuovo, piu alto periodo di civiltà che nacque dolorosamente nella violenza delle rivolte degli eretici ciel tredicesimo secolo e nelle rivolte di contadini e lavoratori del quallordicesimo secolo. Riguardo alla violenza storica emanante dalle classi -71
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