giovane critica - n. 15/16 - primavera/estate 1967

l'inlollcraoza ba rimaoclalo il progresso e ha prolungato il mas acro e la tortura degli innocenti per centinaia d'anni. Ciò conferma la condizione per la tolleranza iocliscriminata, « pura n? Ci sono condizioni storiche in cui tale tolleranza impedisce la liberazione e moltiplica le vittime che vengono sacrificate allo tatus quo'? La garanzia indiscriminata cli diritti e libertà politici può essere repressiva? Tale tolleranza può ser\'irc a contenere il cambio sociale qualitativo? Oiscutcrò questo problema solo in riferimento ai movimenti politici. agli atteggiamenti, alle scuole cli pensiero, alle filosofie che sono « politiche n nel senso piu vasto - toccando la società come un tutto, trascendendo climostrabilmente la sfera privata. Inoltre. opererò uno spostamento nel fuoco della discussione: essa avrà a che fare non soltant0, e non priocipalmente. con la tolleranza verso gli estremi radicali. le minoranze. i sovversivi, ecc., ma piuttosto con la tolleranza verso le maggioranze, verso l'opinione ufficiale e pubblica. ver o i protettori stabiliti della libertà. In questo caso. la discussione può avere come forma cli riferimento soltanto la società democratica, in cui il popolo, come individui e come membri dell'organizzazione politica e cli altre organizzazioni, partecipa nel fare, nel sostenere e nel cambiare le politiche. In un sistema autoritario, il popolo non tollera - sopporta le politiche stabilite. In un sistema cli diritti civili e libertà costituzionalmente garantiti e ( generalmente e senza troppe evidenti eccezioni) mes i in pratica, l'opposizione e il dissenso sono tollerati a meno che essi non sfocino nella violenza e/o nell'esortazione e nell'organizzazione della sovversione violenta. La supposizione sottesa è che la società stabilita è libera e che ogni miglioramento, anche un cambio nella struttura e nei valori sociali, accadrebbe nel normale corso degli eventi, preparato, definito e collaudato nella djscussione libera ed eguale, sull'aperta piazza del mercato delle idee e dei beni. Ora nel richiamm-e il passo di John Stuart Mill, ho attirato l'attenzione sulla premessa nascosta in questa supposizione: la dfacussione libera ed eguale può eseguire la funzione att.ribuitale soltanto se essa è razionale - espressione e sviluppo di pensiero indjpendente, libero dall'indottrinamento, dalla manipolazione, dall'autorità esterna. La nozio66 - ne di pluralismo e di poteri equivalentisi non sostituisce questa esigenza. Uno potrebbe in teoria costruire uno stato in cui una moltitudine di djfferenti pressioni, interessi e autorità si bilancino l'uno coll'altro e risultino davvero nell'interesse generale e razionale. Comunque, una tale costruzione mal si adatta ad una società in cui i poteri sono e rimangono disuguali e anzi aumentano il loro peso disuguale quando seguono il proprio corso. Vi si adatta ancor peggio quando la varietà delle pressioni si unjfica e si coagula in un tutto opprimente, integrando i particolari poteri equivalenti in virtu dj uu crescente standard cli vita e di una crescente concentrazione di potere. Allora, il lavoratore, i cw interessi rea]j sono in conflitto con quelli dell'amministrazione, il consumatore comune i cui interessi reali sono in conflitto con quelli del produttore, l'intellettuale la cui vocazione è in conflitto con quella ciel suo datore di lavoro si trovano sottomessi ad un sistema contro il quale essi sono impotenti e che appare irragionevole. Le idee di alternative valide evaporauo iu una dimensione assolutamente utopistica che è loro propria, perché una società libera è forse irrealisticarnentc e indefinibilmente differente da quelle esistenti. In queste circostanze, qualunque miglioramento possa succedere « nel normale corso degli eventi » e senza sovversione è probabile che sia un miglioramento nella djrezione determinata dagli interessi particolari che controllano il tutto. A conferma dj ciò, quelle minoranze che lottano per un mutamento del tutto stesso, nelle condizioru piu favorevoli che di rado prevalgono, saranno lasciate libere di deliberare e di discutere, cli parlare e di riunirsi - e saranno rese inoffensive e impotenti nei confronti della maggioranza opprimente, che milita contro il mutamento sociale quafoativo. Questa maggioranza è stabilmente basata sulla crescente soddisfazione delle necessità e sulla coordinazione tecnologica-mentale, che testimonia della generale impotenza dei gruppi radjcali in un sistema sociale ben funzionante. Entro la democrazia affluente, prevale la djscussione affluente, ed entro la struttura stabilita, essa è tollerante in larga misura. Tutti i punti di vista possono essere ascoltati:

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==