to: il mercato, che assorbe ugualmente bene ( forse con frequenti fluttuazioni del tutto improvvise) l'arte, l'anti-arte e la non-arte, tutti i possibili contrastanti stili, scuole, forme, fornisce un « compiaciuto ricettacolo, un amichevole abisso» (Edgar Wind, Art and Anarchy, New York: Knopf, 1964, p. 101) in cui l'urto radicale dell'arte, la protesta dell'arte contro la realtà stabilita è inghiottita. Comunque, la censura dell'arte e della letteratura è regressiva sotto tutte le circostanze. L'autentica oeuvre non è e non può essere una propaganda dell'oppressione, e la pseudo-arte ( che può essere una tale propaganda) non è arte. L'arte è contro la storia, si oppone alla storia che è stata la storia dell'oppressione, perché l'arte assoggetta la realtà a leggi djverse da quelle stabiHte: le leggi della Forma che crea una realtà differente - la negazione di quella stabilita anche quando l'arte dipinge la realtà stabilita. Ma nella sua lotta con la storia, l'arte si sottomette alla storia: la storia inizia la definizione dell'arte e inizia la distinzione tra arte e pseudo-arte. Cosi accade che ciò che una volta era arte diventa pseudoarte. Le forme, gH stili e le qualità precedenti, i precedenti modj di protesta e di rifiuto non possono venir ripresi entro oppure contro una società rufferente. Ci sono casi in cui un'autentica oeuvre porta un messaggio politico regressivo - Dostoevskjj è un caso simile. Ma allora, il messaggio è annullato dalla stessa oeuvre: il contenuto poHtico regressivo è assorbito, auf gehoben nella forma artistica: nell'opera come letteratura. La tolleranza della libertà ru parola è il modo di migliorare, di progredfre nella liberazione, non perché non esiste una verità obiettiva, e il mjglioramento deve necessariamente essere un compromesso tra una varietà d'opinioni, ma perché c'è una verità obiettiva che può essere scoperta, accertata soltanto nell'imparare e nel comprendere ciò che è e ciò che potrebbe essere e dovrebbe esser fatto al fine ru migliorare la sorte dell'umanità. Questo comune e storico « dovrebbe » [ ought] non è immediatamente evidente, a portata di mano: esso dev'essere scoperto dal « taglio da parte a parte » [ cutting through], dal « fendente » [ splitting], dal« fare a pezzi» (di&-cutio) il materiale dato - se parando il giusto dall'ingiusto, il buono dal cattivo, il corretto dallo scorretto. Il soggetto il cui « miglioramento » dipende da una progressiva prassi storica è ogru uomo come uomo, e questa universalità è riflessa in quella della discussione, che a priori non esclude alcun gruppo od individuo. Ma anche il carattere di onnicomprcnsionc della tolleranza liberale era, almeno in teoria. basato sull'asserLione che gli uomini fossero individui ( potenzialmente) che possono imparare ad udire a vedere e a sentire da se stessi, a sviluppare i propri pensieri, a tentar di conseguire i loro veri intere si, diritti e capacità, anche contro l'autorità e l'opinione stabilite. Questa era la ragione fondamentale della libertà di parola e di riunione. La tolleranza universale ruventa discutibile quando la sua ragione fondamentale non prevale piu, quando la tolleranza è amministrata per manipolare e indottrinare degli individui che ripetano pappagallescamente, come fossero le proprie. le opinioni dei loro capi, per i quali l'eteronomia è diventata l'autonomia. Il telos della tolleranza è la verità. E' chiaro dal ricordo storico che gli autentici portavoce della tolleranza avevano in mente una verità maggiore e diversa da quella della logica teoretica e della teoria accademica. John Stuart Mill parla della verità che è perseguitata nella storia e che non trionfa sulla persecuzione in virtu del suo « potere innato ». che infatti non ha potere innato « contro la prigione ed il rogo ». Ed egli enumera le « verità » che furono crudelmente e successivamente liquidate nelle prigioni e sul rogo: quella di Arnaldo da Brescia, di Fra Dolcino, di Savonarola, degli Albigesi, dei Valdesi, dei Lollardi e degli Ussiti. La tolleranza è la prima e principale cosa per causa degli eretici - il cammino storico verso la humanitas appare come eresia: bersaglio della persecuzione da parte dei poteri costituiti. L'eresia di per sé, comunque, non è un dato della verità. Il criterio ru progresso nella libertà secondo cui Mili giudica questi movimenti è la RHorma. La valutazione è ex post, e la sua lista include gli opposti ( anche Savonarola avrebbe bruciato Fra Dolcino). Anche la valutazione ex post è contestabile come la sua verità: la storia corregge il giudizio - troppo tarru. La correzione non aiuta le vittime e non assolve i loro esecutori. Comunque, la lezione è chiara: -65
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