giovane critica - n. 15/16 - primavera/estate 1967

su.Ila strada dell'abbondanza o della maggiore abbondanza. Il tollerare l'incretinimento sistematico dei bambini come degli adulti, prodotto dalla pubblicità e dalla propaganda, lo sfogo della distruttività realizzato nella guida aggressiva, il reclutamento e l'istruzione di truppe speciali, l'imponente e benevola tolleranza verso l'inganno completo nel commercio, nello spreco e nell'inutilizzazione pianificata, non sono distorsioni e aberrazioni, sono l'essenza di un sistema che coltiva la tolleranza come un mezzo per perpetuare la lotta per l'esistenza sopprimendone le alternative. Le autorità nei campi nell'educazione, della morale e della psicologia sbraitano contro l'aumento delJa delinquenza giovanile; sbraitano di meno contro la presentazione superba, a parole e a fatti e al cinema, di missili, razzi, bombe sempre piu potenti - la delinquenza matura di un'intera civiltà. Secondo una proposizione dialettica è il tutto che determina la verità - non nel senso che il tutto è precedente o superiore a.Ile sue parti, ma nel senso che la sua struttura e la sua funzione determinano ogni particolare condizione e relazione. Cosi, all'interno d'una società repressiva, anche i movimenti progressivi minacciano di volgersi nel loro opposto nella misura in cui essi accettano le regole del gioco. Per prendere un caso assai controverso: l'esercizio dei diritti politici ( come votare, scrivere lettere alla stampa. ai Senatori, ecc., far dimostrazioni di protesta con la rinuncia a priori della controviolenza) in una società di totale amministrazione serve a rafforzare questa amministrazione col testimoniare dell'esistenza di libertà democratiche le quali, in realtà, hanno cambiato il loro contenuto e perso la loro efficacia. In un caso simile, la libertà ( di opinioni, di riunione, di parola) diventa uno strumento per assolvere la schiavitu. E ancora ( e soltanto qui la proposizione dialettica mostra tutto il suo scopo) l'esistenza e la pratica di queste libertà rimane una condjzione preliminare per la restaurazione della loro originaria funzione di opposizione, a condizione che lo sforzo di trascendere le loro ( spesso auto-imposte) limitazioni sia intensificato. Generalmente. la funzione e il valore della tolleranza dipendono dall'eguaglianza che prevale nella società in cui la tolleranza è praticata. La tolleranza stessa è soggetta a criteri superiori: la sua portata e i suoi limiti non possono esser definiti nei termini della società rispettiva. In altre parole, la tolleranza è un fine in sé soltanto quando è davvero universale. praticata dai governanti come dai governati, dai signori come dai contadini, dagli sceriffi come dalle loro vittime. E una tale tolleranza universale è possibile soltanto quando nessun reale o presunto nemico richiede ncll"interesse nazionale l'educazione e l'assuefazione degli individui alla violenza militare e alla distruzione. Fintantoché queste condizioni non prevalgono, le condizioni della tolleranza sono « adulterate »: sono determinate e definite dalla disuguaglianza istituzionalizzata ( che è certamente compatibile con l'eguaglianza costituzionale), cioè dalla struttura di classe della società. In una simile società, la tolleranza è de facto limitata sul dupUce terreno della violenza e della repressione legalizzate ( polizia, forze armate, guardie d'ogni tipo) e dalla posizione privilegiata posseduta dagli interessi predominanti e dalle loro ccconnessioni ». Queste limitazioni di fondo della tolleranza vengono normalmente prima delle limitazioni esplicite e giudiziarie quali le definiscono le corti, i costumi, i governi, ecc. ( ad esempio, ccil pericolo chiaro ed attuale ». la minaccia alla sicurezza nazionale. l'eresia). Entro la struttura di una società cosi conformata, la tolleranza può essere praticata e proclamata senza pericolo. Essa è di due tipi: l) la tolleranza passiva degli atteggiamenti e delle idee consolidatesi e stabilite anche se è evidente il loro effetto dannoso sull'uomo e la natura; e 2) l'attiva, ufficiale tolleranza garantita alla Destra come alla Sinistra, ai movimenti di aggressione come ai movimenti di pace, al partito dell'odio come a quelJo dell'umanità. lo definisco questa tolleranza non-partigiana « astratta » o ccpura " in quanto essa trattiene dal prender posizione - ma nel far cosi attualmente protegge il meccanismo già stabilito della discriminazione. La tolleranza che ingrandi In portata e il contenuto della libertà fu sempre partigiana - intollerante verso i protagonisti dello status quo repressivo. Il risultato fu soltanto il grado e il limite dell'intolleranza. Nelle società liberali solidamente stabilite dell'Inghilterra e degli Stati Uniti, la - 63

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