La tolleranza repressiva Questo ,aggio c,amina !"idea di tolleranza nella nostra •orictà industriale a, anlata. La conclusione raggiunta è che la rcali1.zazione dell'obiettivo della tolleranza richiederebbe t"intolleranLa ,·crso le politiche, gli atteggiamenti. le opinioni dominanti e t"estensione della tolleranza alle politiche, agli atteggiamenti e alle opinioni che sono banditi o soppressi. In altre parole, oggi la tolleranza appare di nuorn ciò che era all"origine, ali.inizio delretà moderna - una meta partigiana. un ·idea e una pratica son crsiva e liberante. Al contrario, ciò che si proclama e si pratica per tollcranla oggi. è in molte delle sue piL1effettive manifestazioni al servizio della causa dell'oppressione. L"autore è pienamente consapevole che. attualmente, non esi te alcun potere. alcuna autorità. alcun governo che voglia tradurre in pratica la tolleranza liberante, ma egli crede che sia compito e dovere dell'intellettuale richiamare e preservare le possibilità storiche che embrano esser divenute possibilità utopistiche - che ia suo compito spezzare la concretezza dclt"opprcs ione al fine di aprire Io spazio mentale in cui questa società può e er riconosciuta per ciò che è e fa. La tolleranza è un fine in sé. L'eliminazione della violenza, e la riduzione della soppressione al grado richiesto per proteggere uomini e animali dalla crudeltà e dall'aggressione sono condizioni preliminari per la creazione di una 62 - ocictà umana. Una tale ocictà non esiste ancora; il progresso verso di essa forse piu di prima è arrestato dalla violenza e dalla repressione su scala mondiale. Come dissuasori contro la guerra nucleare, come azione di polizia contro la sovversione, come aiuto tecnico nella lotta contro rimperialismo e il comunismo, come metodi di pacificazione nei massacri neocoloniali, la violenza e la repressione sono diffusi. praticati e difesi dai governi democratici allo stesso modo di quelli autoritari, e gli individui sottoposti a questi governi sono educati a sostenere simili pratiche come necessarie per il mantenimento dello status quo. La tolleranza è estesa alle politiche, alle condizioni e ai modi di comportamento che non dovrebbero esser tollerati perché impediscono, e non distruggono, le probabilità di creare un'esistenza enza paura e sofferenza. Questo tipo di tolleranza rinforza la tirannia della maggioranza contro ciò che affermavano gli autentici liberali. Il luogo politico della tolleranza è cambiato: mentre si è piu o meno tranquillamente e costituzionalmente ritirato dall'opposizione, esso è diventato comportamento obbligatorio nei confronti delle politiche istituite. La tolleranza è passata da uno stato attivo ad uno passivo, dalla pratica alla nonpratica: laissez-faire le autorità costituite. E' la gente che tollera il governo, il quale a sua volta tollera l'opposizione entro la struttura determinata dalle autorità costituite. La tolleranza verso ciò che è radicalmente un male ora appare come un bene perché serve alla coesione del tutto
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