bensi del populismo. 2) Quali sono pertanto i rapporti tra questa problematica della questione meridionale e la mancata analisi in Gramsci del capitale finanziario nonché del capitali: tout court? E' illuminante su questo punto la contrapposizione bu{fa tra il « buon » capitalismo, « il capitalismo normale [sic), regolare, produttore delle cose utili e necessarie alla vita », e il « cattivo n capitalismo, « il capitalismo degli affari bacati [ ... J che specula sulla bestialità nazionalistica », anzi che « vende la sua patria alle colonie » ( Chi deve pagare, Ordine Nuovo, 20 marzo 1921). 3) Se è vero, secondo un articolo pubblicato su Stato Operaio, marzo 1928 ( ma si tratta di una C'Sposizione svolta da Gramsci nell'agosto '26) che si trai• tR di impedire che, dopo la caduta del fascismo, il Mezzogiorno divenga « la base piu forte della coalizione di sinistra », in che misura questa strategia, che, nonostante le ap• parenze, annuncia già la parola d'ordine della Costituente, questa strategia testimonia o meno dell'incapacità o della rinuncia a porsi i problemi della caduta del fascismo, del come, per interessarsi solo del dopo? In altri termini: in che misura la strategia imperniata sulla questione meridionale rispecchia o meno l'incapacità ad elaborare un programma di transizione o, se si vuole, rappresenta o meno la riformulazione gramsciana della « dottrina della inerzia del proletariato n? E' insomma abbastanza strano che confrontato alla dittatura del capitale finanziario ed industriale, Gramsci sia sboccato non, per es., su una Storia della grande industria come ha fatto Morandi, ma sulla Questione meridionale. 4) Mentre infine lo scritto di Bordiga rispecchia ampiamente le Tesi di Lenin del Il Congresso sulla questione agraria, si potrebbe chiedersi - ma non l'ha fatto Salvadori - come è andato a finire il « leninismo » di Gramsci ne La Questione meridionale. Pre• messo con Salvadori che « il problema decisivo n sollevato dalla questione meridionale sia quello di « un 'azione di conquista culturale e morale » o ancora la lotta contro « l'opera di centralizzazione e unificazione del blocco agra• ria esercitata dai Croce e dai Fortunato », si deve chie• dersi quanto vi sia ancora di « leninismo » in questa sorravalutazione della parte dell'ideologia e degli intellettuali. Ma l'esaltazione di questo « leninismo » ad usum intellettuali è stato, come ho già detto, il grande avvenimento ciel Convegno. Sarebbe stato senz'altro piu utile, sulla scia dell'Asor Rosa, additare ne La Questione meridionale la prima grande e completa formulazione del nazional-populismo gramsciano. Dal primo giorno, quando si è paragonato Gramsci a Don Luigi Sturzo ( ma era un complimento, fatto da un democristiano), all'ultimo, quando si è rivendicato ( sempre da parte democristiana), chiedendo anche una edizione nazionale, il Gramsci di tutti, per non parlare di quell'oratore comunista che, commemorando Gramsci, ha citato senza nominarlo ( « come disse c1ualcuno n) il Papa Benedetto XV, il Convegno si è dunque sforzalo di presentare un Gramsci ecumenico e postconciliario. E non era forse la cosa meno interessante questo sovrapporre al Gramsci di Togliatti il Gramsci diciamo di Giovanni XXIII. Che, tra ambedue i Gramsci, non ci sono tutto sommato grandi differenze. ella lettura staliniana e poststaliniana di Togliatti. con la ricorrenza di terni comuni al Fronte popolare, alla Resistenza ed all'Antifascismo, era già presente infatti questo populismo che è sembrato cosi commodo per il dialogo con i cattolici. Che questo populismo sia anche presente in Gramsci, è inutile negarlo. Che vi sia potenzialmente, ed io ultima istanza, io Gramsci un Gramsci socialdemocratico, un Gramsci IO· gliattista, anzi amendoliano, è ovvio. Salvo che in chiave di storiografia, non si possa operare questo tipo di riduzione ideologica. Ma è stata insomma la grande conferma del Convegno. La sinistra - ed è forse anche per questo che non è intervenuta - non ha da rivendicare Gramsci: 11011 vuol piu rivendicarlo. Quanto ad intervenire per difendere il leninismo, anche solo per una richiesta scien• tifica, non era troppo utile. Anche Ragionieri, anche Amendola sanno cos'è il leninismo. E il leninismo, come tutti sanno, non si difende nel Convegno Gramsci: ma nel Vietnam. E in fabbrica. Roberl Pario - 59
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