giovane critica - n. 15/16 - primavera/estate 1967

zibaldone Il "Marat -Sade,, di Weiss I 1 .lfarat- ade di Peter \\;'eiss è staio critlo Ira il 1963 e il '64 e rappresentato per la prima volts allo Schillcr-Theatcr cli Berlino il 29 aprile 1964. cU"evoluzione dello scrittore questo dramma costituisce una tappa intermedia. Oggi Peter Weiss è noto per il suo impegno politico, non solo di scrittore ( dopo L'Istruttoria ha composto un· opera teatrale sulla re islenza al dominio portoghese in Angola e ora ne sia scrivendo una ul \"ietnam) ma anche di membro attivo del Tribunale Rus ell per i crimini di guerra americani. Tuttavia i libri autobiografici - Congedo dai genitori, già uscito in italiano, e Punto di fuga. di prossima pubblicazione - ci rivelano che durante e subito dopo la guerra Weiss si precluse ostinatamente a ogni presa cli posizione politica. Era troppo occupato dai problemi personali - la rottura con il mondo borghese da cui provenirn, raHermazione della propria vocazione artistica - per ,cntirsi solidale con rumanità in lolla o anche ,oltanto con i suoi fratelli ebrei che morivano ad Auschwitz mentre egli e ne slava al sicuro a Stoccolma. Agli amici che lo rimproveravano per questo assenteismo egli opponeva il proprio bisogno cli liberazione individuale, a chi lo c,ortava a leggere Marx risponde,·a leggendo Hamsun o llcnry )1iller. olo piu tardi, una volta superata questa fase, ritrovata la propria libertà e verificata la propria vocazione, \Veiss ebbe quc~to impegno politico a scoppio ritardato che ne (a una 4figura pressoché unica nel panorama delle lettere contemporanee. li Marat-Sade si situa quindi all'incrocio tra i due periodi, il dibattito qui messo in scena è quello che si stava svolgendo nell'animo stesso dell'autore. Sade è il portavoce dell'individualismo anarchico. Marat quello delr a cesi rivoluzionaria. Questo carattere eminentemente ideologico determina la forza e insieme i limiti della opera. Essa mantiene solo fino a un certo punto la promessa del titolo, poiché da questo ( La persecuzione e lo assassinio di Jean Paul Marat, rappresentati dai filodrammatici dell'ospizio di Charenton sotto la guida del marchese di Sade) ci si attende una narrazione che non ha luogo. Per trenta scene vediamo Marat nella vasca e la Corday pronta a pugnalarlo. Questa staticità è deliberata, poiché a Weiss interessa appunto solo il conflitto ideologico. non la storia in sé. Dal punto di vista teatrale essa sarebbe quanto mai negativa se non fosse spezzala dai vari slraniamenti introdotti. In primo luogo si traila di « teatro nel teatro » poiché l'assassinio di Maral è rappresentato da una compagnia di allori improvvisati. Quindi il nostro interesse non va tanto ai personaggi quanto a coloro che li incarnano. Il fatto poi che costoro siano pazzi del manicomio di Charenton costituisce il secondo elemento dinamico: allori di questo genere non possono immedesimarsi del tulio nella parte, spesso essi la dimen-

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