giovane critica - n. 15/16 - primavera/estate 1967

hanno con, cnuto di parlare, oppure quello che, con Lo ·" il11ppo del capitalismo in l~ussia. s'impegna in una ricerca di cui furono incapaci ( non volendola forse) tutti f!li antipo,itivi,ti di filiazione crociana'? L'autore di Due /altiche a cui -i rifà il profilo di Lenin pubblicato sullo Ordine .\'110!'0 oppure, come nel testo di 13ordiga, quello cli Stato e ri1·ol11:io11e e de Virnperialismo? :'\on a ca-o. in,·cce, questa rivalutazione da parte di Grarn-ci di Due tattiche per a-·er ccpreconizzato fino dal 190 I la nuova politica economica », cioè la ep. E qua, ha,ta rifar,i allo stc,,o Gramsci: Due tallicl,e rappresenta ,;ue,ta « ,ecchia mentalità» che intende,·a « solo stabilire una dittatura politica ciel proletariato alleato ai contadini. la quale -en·isse cl"involucro allo sviluppo del capitali-mo ». mentre si viluppa una nuova mentalità quando. nel 1917. ccLenin e la maggioranza del partito era pa--ata alla concezione di Trotskij » il quale, « politicamente piti a sinistra dei bolscevichi [ ... ] riteneva che in Rus,ia pote--e ,·erificarsi una rivoluzione socialista e operaia »13 • Que•to va ricordato, s'intende, non per << scoprire ipotetici an·icinamenti » tra Gramsci e Trotskij 14 , ma per dire non solo che la scelta del Gramsci negli anni "23-'26 è stata scelta consapevole del ,, ritorno alla vecchia mentalità » col rifiuto con egucnte del << maggior intervento clell"elemento operaio nella vita del partito e una diminuzione dei poteri della burocrazia» richiesti dalla Pppo,izione - e in questo ha ragione Ragionieri di insi tere su << l'adesione indiscutibile che Gramsci dette alla politica di talin »15 -, ma anche per sottolineare che la « lettura di Lenin in Gramsci » non è stata necessariamente quella del Lenin teorico della rivoluzione, né, ao7itutto, una lettura scevra di preoccupazioni tattiche o occasionali. Giustamente ha constatato P. Spriano che i Quaderni rappresentano u 0 na riflessione autocritica sullo scacco del periodo di vita attiva. Perciò, Cor e, si è dunque tentato di ridurre il « leninismo » alla nota tesi sulla « guerra di posizione» ed 54 - al leninismo definito non tanto da Gramsci, quanto da Ragionieri il leninismo tout court. Riprendendo l'interpretazione proposta da Togliatti, che vedendo nei Quaderni una ,, riflessione sui problemi ciel tempo », vi mette al centro la distinzione tra << guerra manovrata » e << guerra cli posizione »", Ragionieri si for- ,a infatti di identificare con questa concezione non solo il << leninismo» di Gram ci, ciò che si potrebbe forse accertare ( con la conclusione che Gramsci avrebbe avuto poco a che fare col leninismo), ma anzi tenta di ridurre il << leninismo » a ccguerra di po izione » e teoria delle alleanze. riducendo in questo modo il leninismo ad italornarxis1no. In qualche pagina, troppo nota perché sia necessario ci1arla per intero, Gramsci tende dunque ad oppore, alla " guerra manovrata, applicata vittoriosamente in Orient~ [ cioè in Russia] nel '17 », una << guerra di posizione » che giudica esser stata ,, la sola possibile in Occidente » in un momento ben determinato: e questo va tanto pili sottolineato, io quanto il testo - scritto nel passato l « era ») - delinea non qualsiasi concezione generica della tattica operaia, ma un momento storico ben preciso. quello che - dalle prime direttive del 25 dicembre 1921 - è definito come periodo dei Fronti unici. Al che si deve aggiungere che il << Fronte unico " non ha gran che a vedere col << Fronte popolare », di cui non si sa bene quali rapporti abbia tanto con la concezione gramsciana del blocco storico quanto con l'attuale << via ita1 iana » ( o, se si vuole coi rapporti di amorosi sensi tra Pcf e Federazione della Sinistra). Comunque, non è inutile notare - e se ne trova abbastanza imbarazzato Ragionieri - che « la contrap• posizione Russia-Europa occidentale » era già stata « fissata da Bordiga ». Anzi, oltre l'accusa di « proviocialissmo " lanciata contro la sinistra 17 , si era sopratutto rimproverata a· Bordiga « una certa diffidenza circa l'adatta• zionc del bolscevismo, di un metodo cioè che si è formato sul terreno della rivoluzione russa, al movimento rivoluzionario dei paesi occidentali ", per opporgli il << valore universale» della «tattica» bolscevica 11 •

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