1111111 ciel pcn,iero socialista del novecento. Comunque, non fu accolta qucsl'esigcnza di verifica. Non a ca•o. invece. è stato il francese J. Texier, auto· re di 1111 librelto ullra-storicistico ( cd ultra-garaudyano !) ,u Gram,ci. a dare il tono a tutta una serie d'interventi. ~é a ca,o ,i è , i,10 L. Gruppi appoggiare calorosamente lo ,tc,,o Tcxier. Difatti. avendo proclamato il suo « profondo dissenso " col Bobbio. Tcxier gli ha rimproverato, in 1111modo che lo stc,,o Bobhio definirà (assai giustamente. pare) ,cmplici tico. non solo di individuare sistemalicamentc l"originaliti1 di Gramsci in punti nei quali ,111c,1·ullimo ,i allontana da Marx. ma anche di dimenticare che. c.-enclo marxista. Grarn ci aveva necessariamente tenuto ,cmpre presente, almeno come presupposto, la strultura economica. Nella stessa direzione. sia S. F. Romano rimproverando a Bobbio di non aver usato il concetto di clas,e. sia L. Gruppi approvando la scelta gram- •ciana del campo leorico crociano, ia V. Gcrratana esaltando in Gramsci un istcma concettuale flessibile, sia Garin Hiluppando un 'ultima apologia pro crociana, la maggioranza degli interventi sono consistiti in una difesa draslica di uno storicismo che, piu o meno. risultava poco differente da quello proposto da Croce. Cosi, con meno ,orpresa del previ 10. si è venuto a sapere giusto adesso dal Corriere della sera che in Romania dibattiti altrettaot<' vivaci portano a rimproverare Gramsci di essere stato troppo duro nelle sue critiche a Croce! Collocandosi un po' Cuori dell'àmbito del dibattito, !"intervento del Kosik è consistito sopratutto in una luo- ~a medilazione altorno al concetto di prassi. Anzi, si potrebbe parlare di una modulazione dei temi maggiori della Dialettica del co11creto oppure della relazione presentata al Convegno sulla morale marxistica. Imperniato sull'antitesi prassi-pratica. il di corso del Kosik è sboccato, qua- ,i naturalmente si direbbe, sull'opposizione prassi-filosofia della prassi. Mentre quest'ultima - ha constatato Kosik - tende a ridurre l'umana realtà al lavoro, lasciando poco spazio a fenomeni « gratuiti » quali il giuoco, il riso ccc. e restringendo l'umana presenza al mondo alla sola 52 - (unzione di chiarimento, di esplicitazione, la prassi invece, lull'attcnta a restituire un'unità primaria, originaria, ,i sforza di definire questa presenza come creazione di novità, creazione di un mondo social-umano allo stesso lempo che allualizzazione del vero. Ovviamente, que la era una via possibile, ma non la unica, per riaffermare nella tradizione del Lukiics la famosa autosuHicienza del marxismo; in una direzione assai , icina. M. Markovic ha individuato in Gramsci una reazione alla tendenza che vuol ridurre la teoria a mero complemento della pratica. Ma, a meno di accellare la categoria generica cd ascientifica di « sinistra teorica » pro1,osta <la Althusser oppure di riprendere il riferimento dellavolpiano ( già piu rigoroso) al romanticismo, senza dimcuticarc comunque che ha tull'altro senso nel '67 fare la « sinistra teorica» in Francia ed in Cecoslovacchia, il discorso del Kosik è sembrato paradossalmente tra i piu rigorosi ed i piu costruiti che si siano sentiti a Cagliari. Poteva, si, sembrare alquanto fuor di tono e, perlomeno, collocato ad un altro livello dei problemi, anche di quelli teorici, posti dalla gramsciana filosofia della prassi. ma poneva insieme - io questo modo hegelo-esislenzialistico che è quello del Kosik - certe domande necessarie: dalla possibilità che si riducesse la filosofia della prassi a teoria di un (relativo) strumentalismo politico ossia di uno stalinismo di sinistra, alla necessità di riproporsi il problema del rapporto marxismo-filosofia. ConCronlato all'antipositivismo crociano ed ambientato, ripetiamolo, a Praga e non a Torino, Firenze o Napoli, il discorso del Kosik suonava straordinariamente radicale e moderno. Ché, tulio sommato, il rifarsi anche a Husserl o a Heidcgger porta aria piu fresca che non la Storia del regno di Napoli. Il pezzo grosso del Convegno, cosi almeno era aspettato. avrebbe dovuto essere la relazione di Ragionieri su (;ram.•ci e il dibattito teorico nel movimento operaio internazionale. Si voleva sapere in poche parole cosa era riiventato quel leninismo del Gramsci di dieci anni fa•; si speravano almeno, sulla scia delle ultime pubblicazioni
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