punto, amm101strazione e Sian.de, che, da Hegel, Marx uon aveva ripresi. L'accento, perciò, è posto da Gramsci non solo sulJa sovrastruttura, ma inoltre, all'interno di questa, sul momento etico nei confronti di quello politico. A questo punto, Bobbio rileva una certa divergenza nei confronti del concetto leninista. In realtà, mentre nel '26 questo concetto additava solo la direzione politica, nei Quaderni tende ad investire un altro campo, quello della direzione culturale e morale, nello sforzo - per citare Bobbio - di " recuperare tutto c10 che c'è di popolare e di nazionale [ ... ] il pit.'1 possibile di una determinata concezione popolare >>. Concezioni, queste, e particolarmente il concetto di 11azionale-popolare che vanno ricolJegate, secondo Bobbio, non alla tradizione marxista-leninista, ma bensi a quella dell'Anti-Risorgimento, con un'innegabile influenza del Gioberti. La funzione privilegiata degli intellettuali, nonché l'istanza democratica, che sono caratteristiche del pensiero gramsciano andrebbero cosi riattaccate alla giobert iana « opera dell'ingegno », mentre la polemica del Gioherti contro la letteratura italiana staccata dalJe masse po• polari, sarebbe stata ricuperata ( o « tradotta n) dal Gramsci nel concetto di nazionale-popolare. Va notato subito che questo riferimento a Gioberti, che si rimproverava per altro alla sinistra 5 , non è stato raccolto nella polemica successiva. Affrontando in questi termini il problema della fine dello Stato, Gramsci sarebbe portato - sempre secondo Ilobbio - a darvi una risposta assai poco leninista. Per Gramsci, cioè, la fine dello Stato equivarrebbe al riassorbimento dello Stato nella società civile oppure al proseguimento, alla continuazione della società civile senza lu società politica. Mentre nei confronti dello Stato il marxismo classico proponeva una risposta innovatrice, quale per esempio lo smantellamento dell'apparato statale in Stato e rivoluzione, Gramsci, da storicista conseguente, proporrebbe invece un certo tipo di recupero, eliminando perciò il « mito della fine dello Stato n. Conclusione non poco rilevante per chi, come il sottoscritto, avendo da affrontare la " traduzione » gramsciana ( nei Quaderni del carcere) della cns, teorica del '23, si vede costretto a constatare che, mentre c'è in Gramsci, lo spazio teorico per echeggiare in un modo o in un altro le posizioni di Lukacs e di Graziadei, va notata invece. in quanto rappres,•nta uno dei massimi problemi, l'assenza di ogni riferimento o accenno, anche indiretto, ai temi propri di Marxismo e f i/oso/ ia, ossia ad una problematica tutt'imperniata su una critica dello Stato, non scevra di elementi anarchicheggianti •. Ad un Convegno decisamente orientato verso un Gramsci che fosse non tanto « il capo della classe operaia italiana », c1uanto, secondo i termini cli Ragionieri, l'autore dei Quaderni del carcere, la relazione cli Bobbio avrebLc dunque potuto offrire l'occasione cli un ampio e rigoroso dibattito, Ma questa volta ancora, nonostante una certa vivacità, tutta cli tono, ciel francese J. Texier, il clil•attito, eccetto qualche caso cli cui si dirà, non è riuscito ad uscire dai limiti prefissati ccl anzi, dedicato nella sua gran parte alla difesa dello storicismo crociano, è scmhato spesso costituire un'iUustrazione della gramsciana « guerra di posizione ». Intanto, forse perciò, fu l'occasione, per il Convegno, di un primo scivolamento a destra. A questo punto, però, il dibattito poteva ancor fare. Lasciando da parte l'intervento di R. Mazzetti proponente il recupero - in chiave dellavolpiana - di un Gramsci (secondo me, tutt'immaginario) che si sarebbe impegnato nello sforzo di elaborare « una cultura non romantica n, i termini del problema oppure l'abbozzo di un programma minimo sono apparsi abbastanza chiaramente ( nonché un po' tardi) nell'intervento di A. Pizzorno: era a~solutamente necessario riaffermare ostinatamente la continuità della linea italiana e reperire in Gramsci una prima formulazione della tesi della « via italiana », oppure •i doveva, come ha proposto Althusser, mettere a fuoco e rnttomettere a verifica le categorie determinate che sono proposte ed adoperate nei Quaderni del carcere? Rivendicazione legittima se si pensa che da circa quindici anni si parla e si scrive dei Quaderni come del Novum Orga- - 51
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