giovane critica - n. 15/16 - primavera/estate 1967

La prima assunzione è palesemente falsa: essa si basa su un rifiuto di ogni politica di riforme in quanto questa sarebbe necessariamente socialdemocratica. Ora non solo va riconosciuto che le riforme socialdemocratiche si autolimitano in base a quanto offre il sistema economico capitalistico, mentre quelle comuniste sono viste nella prospelliva di mutamento del sistema economico, ma va anche preso in considerazione il fallo che la linea strategica del Pci ha una sun pluridecennale tradizione che la colloca storicamente a mezzo tra la linea socialdemocratica e quella di unità di classe. Una politica di riforme economiche capaci di mutare la direzione dell'investimento e della produzione verso i bisogni sociali e gli usi sociali avrebbe un grosso significato, a tulli i livelli, colpendo al cuore la ragione stessa d'esistenza e quindi il potere del capitalismo oligopolistico, introducendo razionalità nella produzione, indebolendo radicalmente i centri politici dell'autoritarismo, dando coesione e fiducia e quindi capacità di lotta alla classe operaia. La seconda obbiezione è piu seria, ma finisce per sbagliare anch'essa il bersaglio. Si sostiene che il Pci, poiché la sua politica di riforme di strullura è irrealizzabile, deve necessariamente trasformarsi in partito socialdemocratico. Infatti continuando a cercare di condurre in porto l'unità delle sinistre e non potendo mai conseguire questo suo obbiettivo, il Pci finisce per indebolire sempre piu la sua posizione strategica ( richiesta di avanzate riforme di struttura), per impuntarsi con tutte le sue forze nel conseguimento degli obbiettivi tattici ( unità delle sinistre, adeguamento del programma e dell'ideologia al livello di coscienza delle masse e delle organizzazioni progressiste non comuniste), dimodoché la strategia viene annegata entro una tattica socialdemocratica e i quadri stessi del partito vengono ad assorbire una ideologia riformista. Questa posizione finisce dunque per presupporre un processo già in atto di socialdemocratizzazione nel Pci e si dà da fare di conseguenza per mostrare in ogni atto politico di questo partito la presenza di un ormai unitario spirito socialdemocratico: la tattica è la vera strategia del Pci, ciò che esso fa di fatto è il senso reale di ciò che dice Il cli voler fare. li Pci contrappone energicamente a questa obbiezione un'interpretazione della propria politica che fa riemergere costantemente la strategia dietro la tattica, il senso generale dietro ciò che di fatto vien realizzato. A nostro avviso questa polemica non concerne il punto nodale della questione. Nell'obbiezione citata ci sono due proposizioni: la politica del Pci non può realizzarsi; perciò c'è una socialclcmocratizzazione in atto. Invece di battere sulla conscgueza, che è errata, va a nostro avviso battuto mila premessa che è esatta: la politica del Pci è impossibile. Non si tratta dunque cli un tradimento, ma di un errore. 1. Il processo di socialclemocratizzazione del Pci è verosimile solo sulla base di una situazione storica priva cli tensioni, priva dell'esplosione di nuove contraddizioni; una situazione storica di morta gora in cui il centro-sinistra prosegue il suo scialbo trantran, il capitalismo oligopolistico rinsalda il suo controllo dell'apparato economico e dirigistico statale, la classe operaia si appiattisce in una passiva accettazione del solidissimo sistema capitalistico, la situazione internazionale si placa sollo la cappa strettissima di una coesistenza pacifica come status quo. In realtà questa è a nostro avviso una visione che direi « socialdemocratica disperata » della nostra storia contemporanea, ove il socialdemocratica indica l'aderenza alla visione borghese socialdemocratica della realtà, e il disperata indica la tristezza nera di chi socialdemocratico non è, ma riconosce la verità di fondo di quella posizione. Le contraddizioni permangono evidentissime, non solo a livello internazionale, ma anche interno: la politica governativa di ordinaria amministrazione lascia che si approfondisca la contraddizione tra bisogni di tulle le categorie sociali e esigenze di sviluppo del sistema oligopolistico; la razionalizzazione capitalistica colpisce sempre di piu la classe operaia e questa matura e sviluppa la sua risposta negativa spontanea al sistema di fabbrica. In questo contesto è impossibile che il Pci possa trasformarsi in grosso addormentato pitone socialdemocratico: la sua tattica non può annullare la strategia delle riforme di strullura. 2. Ciò che va oggi dimostrato in modo incontroverti- - 31

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