giovane critica - n. 15/16 - primavera/estate 1967

1 0 « Ma nello misuro in cui si sviluppa la grande industria, )a creazione deJlo ricchezza realr viene n dipendere meno do) tempo di lavoro e dallo quantità di lavoro impiegato che dalla potenza degli agenti che vengono messi in moto durante il tempo di lavoro, e che a sua volta - )a loro powerful eHeetiveness - non è minimamente in rapporto al tempo di Jovoro immediato che costo lo loro produzione, ma dipende invece dolio stato generale dello scienza e dal progresso della tecnologia [ ...) » ( dai Grundrisse. tr. it. parziale in Quaderni rossi n. 4, pp. 297-98). 11 << )I capitale produttivo di interesse è il capitale come proprietà contrapposto al capitale come funzione» ( Capitale III. 2, p. 55). 12 Ib. pp. 57-58. 13 lb. p. 59. 14 Jb. p. 123. 15 Uno degli elementi pili interessanti delle lotte universitarie di questi mesi sto nella critica alla divisione del lavoro nello produzione intellettuale, che separo la didattica dalla ricerca e all'interno di questa lo direzione dall'esecuzione. Nelle avanguardie del movimento questa critica si traduce in forme organizzative originali ( l'assemblea permanente di facoltà o di corso di laurea, senza deleghe di rappresentanza ad organi esecutivi) la cui funzione è quella di costituire una opposizione collettiva permanente all'organizzazione capitalistica dello studio e dello ricerca, dando come scontata l'impossibilità di una riforma valido di essa all1interno del sistema. 18 funzione sociale subordinata nel processo d; produzione e massificazione di questa condizione sociale appaiono condizionati per la caratterizzazione di classe dell 1insuhordinazione. A questo proposito la sociologia radicale americana (Wright Mills, Marcuse} appare, pur all'interno di analisi socio•Ìstituzionali ricche di fermenti critici, sostanzialmente chiusa al tema della pratica sociale. In essa non solo il capitale Usa appare slegato dal mercato mondiale e chiuso nelle proprie componenti interne, ma ogni ipotesi di classe viene vanificata nella misura in cui l'antagonismo possibile nei con&onti del sistema appare riferito esclusivamente alla coscienza individuale io rivolta verso una prospettiva di bisogni non repressivi. Questo modello, che evidentemente vuole essere 11011 tanto logicocoerente quanto (unzionalc a forme ociali storicamente esistenti, implica una composizione interna di classe sconcertante: con la prima variabile la società appare uniclassista mentre con la seconda il dualismo antagonista si sposta dalle formazioni sociali all"interno dei singoli membri della società. L'insuJCicienza di quest'analisi di classe deriva a no. tro gudizio dall'essere puramente interna ad un modello di processo di valorizzazione, inteso come sistema di interdipendcuzc quantitative, che si difCerenzia da quello tipico del capitalismo concorrenziale in quanto il rapporto non è piu fra produttore e consumatore di pl11srnlore ma piuttosto Era produzione ocialc di plu valore e redistribuzione sociale di plusvalore. E' evidente che una volta accettata la formalizzazione del modello, la gerarchizzazione sociale e il rapporto investimenti-consumi possono essere determinati a piacere purché vengano fissati ( arbitrariamente) alcuni parametri di riCerimento. Ci sembra pertanto necessario riCcrirc ad altri livelli di analisi la composizione di classe del modello. Con !"assorbimento del capitale-proprietà da parte del capitale-funzione l'uso capitalistico del processo lavorativo ( cooperazione) ha marcatamente accentuato la divisione Cra lavoro di direzione e sovrintendenza e lavoro di esecuzione. La stessa distinzione fra lavoro manuale e lavoro intellettuale, che caratterizza la composizione di classe della preistoria, tende a venire meno nella misura in cui non tanto cadono sotto la condizione di salario molte delle proCessioni intellettuali quanto perdono di autonomia creativa e decadono a esecuzione di processi predeterminati ( meccanizzazione dell'amministrazione, industrializzazione dei consumi culturali, trasformazione dell'uniYersità in luogo di produzione di forza-lavoro qualificata)••. Un'analisi della composizione di classe a livello di capitale socializzato deve pertanto necessariamente usare violenza al formalismo del processo di valorizzazione, e del sistema politico-decisionale che lo riflette, rintracciando nell'uso capitalistico del processo lavorativo e la logica di classe che lo caratterizza e il supporto storico-materiale per una prospettiva rivoluzionaria". Tuttavia anche questa demistificazione appare insufCiciente, nella misura in cui la realtà sociale che ci circonda non è interpretabile, o quanto meno non lo è a sufficienza alla luce della ipotesi di fondo che ha retto i diversi modelli analizzati, cioè l'unicità del modo di produzione. Il mercato mondiale appare infatti come un sistema a pili modelli inter-relati, riducibili per semplificare a due ( capitalistico/non- - 23

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