giovane critica - n. 15/16 - primavera/estate 1967

5 • La sociologia di Marx, io quanto nasce dalla critica dell'economia politica, nasce da una constatazione e osservazione sulla societò capitalistica, la qlinle è fondamentalmente una società dicotomica, una· società nella quolc lo rappresentazione unilaterale della scienza che essa ha sviluppato, cioè dello scienza dell'economia politica, lascia fuori l'altra metà della realtà. li fotto di trallare la forza.lavoro soltanto come elemento del capitole provoca in 1ineo di principio da un punto di vista teorico una limitazione e anche uno deformazione interna al sistema che si costruisce [. ..]. Ancora sottolineo il carattere sociologico del pensiero di Marx da questo punto di visto, che rifiuto l'individuazione della classe operaia a partire dal movimento del capitale [ ... ] la classe ope• raia sia che operi come elemento conflittuale, e quindi capitalistico, sia come elemento antagonistico, e quindi onticapitalistico, esige uno osservazione scientifico assolutamente o parte» ( R. PAN· ZIERI, U$o $ocialista dell'inchiesta operaia, Quaderni ro,sj O. 5, pp. 67-76). Questa posizione dicotomica che rifiuta di fa. re scaturire l'antagonismo operaio dal processo capitalistico di produzione ma lo vede fio dall'ini• zio fuori di esso ci sembra caratterizzare tutta la esperienza teorica dei Q. R. anche nei suoi esiti apparentemente assai diversi. Da una parte la cri• tica della sociologia tende invece di fondarsi sulla critica dell'economia politica ad astrarre da e53a divenendo cosi sociologia acritica. Questa involuzione, che a nostro giudizio era presente solo CO· me tendenza nelle posizioni di Panzieri, sembra invece essersi concretata nelle ultime esperienze di compagni dei Q. R. io un alleggiamento di registrazione neutra delle comunicazioni sociali ( significativa a questo proposito è l'impostazione del giornale Fiat La voce operaia). Dall'altra nei compagni di C/a,se operaia la distinzione fra i due punti di vista è divenuta opposizione fra storia vera ( della classe operaia) dove trionfa l'uso operaio del capitale, delle is1ituzione ( leggi Pci•Cgil) e dello stato, e sloria falsa ( della forza-lavoro) dove domina invece il capitale. Va rilevato che la storia vera dopo essersi recentemente convertita ad una pratica entrista perlomeno dubbia sembra ora conoscere un pe• riodo di riposo io attesa della proletarizzazione non risulta soltanto una componente interna del modello analizzato ( forza-lavoro) ma è la possibilità permanente di negazione del modello e pertanto non può essere definita che da entrambi i punti di vista e come organicità del rapporto fra di essi'. E' infatti all'interno del processo di valorizzazione che la classe perviene oggettivamente ad esistenza e di conseguenza una verifica del modello di società capitalistica contenuto nel Capitale e delle sue possibili articolazioni storiche è insieme verifica della composizione interna di classe del modello analizzato e quindi delle condizioni storiche io cui vanno situati i movimenti e li! lotte della classe operaia, anche se questi non sono comprensibili se riferiti soltanto all'interno del processo di valorizzazione. Vediamo meglio la composizione del modello tipico cli società capitalistica presente nel Capitale. A livello di processo lavorativo il capitalismo si caratterizza come cooperazione, cioè come lavoro sociale secondo un piano•. Qui il fondamento della distinzione di classe sta net riferimento a funzioni di esecuzione o di direzione, la cui separazione caratterizza appunto l'uso capitalistico della cooperazione 7 • E' tuttavia a livello di processo di valorizzazione che il capitale definisce piu chiaramente la sua essenza, che è la crescita illimitata del lavoro morto in quanto capitale. A questo livello la distinzione di classe è fra produttori e consumatori di plusvalore. Il sistema di potere che ne consegue è semplicemente funzionale al processo di valorizzazione e limita i propri interventi che hanno comunque il compito di ripristinare la regolarità delle leggi generali del processo. Il modello di Marx è dunque un modello di capitalismo concorrenziale puro, in cui operano semplicemente due classi, i capitalisti cioe l'insieme dei proprietari privati di mezzi di produzione e gli operai cioè meri detentori di forza-lavoro. lo realtà lo sviluppo capitalistico superò rapidamente questa fase e già nella analisi del Capitale, in particolare nel III libro, sono presenti elementi di un modello superiore in cui l'accumulazione assume la forma della centralizzazione a tendenza monopolistica • e di conseguenza si ha una profonda distorsione del funzionamento della legge del valore con il venire meno della legge della caduta tendenziale del saggio di profitto • ed una tendenza, attraverso lo sviluppo della scienza e l'accresciuto controllo delle forze naturali, ad una dissoluzione della legge del valore tout court ••. In questo nuovo modello la suddivisione del profitto io interesse e guadagno cli imprenditore comporta una analisi della composizione cli - 21

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==