Ecco la parola definitiva, ecco la dure realtà. La Nep ha segnato, nella Russia rossa, la ripresa della lotta di classe tra la piccola borghesia e il proletariato rivoluzionario.· Rivestendo le forme della concorrenza economica, della penetrazione del regime dei Soviet da parte del nemico di classe, della resistenza morale e materiale a questa penetrazione, del monopolio del potere politico nelle mani del Partito Comuni&ta. Questa lotta rimane una lotta mortale. Forme attuali della lotta tra lo Stato Comunista e le classi medie. Gettiamo un'occhiata sui suoi aspetti. Constatiamo innanzitutto che non c'è in Russia c non può esservi in questo momento un 'autentica borghesia, per parecchie ragioni definitive e cioè: 1 ° gli ostacoli apprestati all'acquisto da parte di privati dei mezzi di produzione; 2° le restrizioni poste ai lasciti ereditari; 3° il controllo dello Stato su tutta la produzione. La formazione di grandi fortune private, in queste condizioni, sembra impossibile. Provenienti dall'estero, esse possono impiegarsi a condizioni vantaggiose ed esercitare un 'influenza notevole, ma subordinata al corso degli avvenimenti politici in Europa. Se il finanziere inglese, proprieta. rio del terzo delle azioni in una impresa russa, di cui lo Stato Comunista possiede i rimanenti due terzi, raccoglierà dei dividendi cospicui non potrà reimpiegarli in Russia che alle stesse condizioni, cioè a dire si ritroverà Rcmpre in presenza dello Stato proletario e sarà sempre il piu debole, a meno che la reazione trionfi nel mondo. Torniamo dunque, una volta ancora, a questa constatazione: che il piu tenace nemico di classe, il piu pericoloso per il proletariato, è la piccola borghesia. E' con lei che la rivoluzione russa è particolarmente alle prese. In che modo? Questa lotta ha una duplice categoria di aspetti: l'una, normale, che qualificheremo volentieri come 3ana, prevista, ammessa dal Governo dei Soviet: la concorrenza del piccolo produttore nei confronti dello Stato; l'altra, maùana, perché vizia tutti i rapporti sociali e suscita incessantemente nuovi ostacoli alla rinascita economica del paese: gli abusi. Per il momento, la lotta malsana sembra talvolta la piti importante: a giudicarne almeno dal rapporto del Consiglio Economico Superiore sulle concessioni accordate nel 1921. li concessionario piccolo borghese, in luo- :ro di preoccuparsi di produrre, assai spesso non pensa che a saccheggiare. Non prende in concessione se non uno stabilimento che contiene ancora degli stocks nascosti o un'atlrezzalura nuova ( cosa di cui è informalo da uno dei suoi amici « specialisti "• collaboratore delle amministrazioni dei Soviet), vendibile. Si impegna a pagare allo stato una percentuale elevata su una produzione alla quale non pensa minimamente di dedicarsi. Esauriti gli stocks nascosti, venduta l'atlrezzatura o rubata pezzo per pezzo, dichiara di non poter mantenere i suoi impegni e restituisce l'impresa allo Stato. allegando del resto un inventario all'apparenza completo. ( Cfr. su tale argomento nel n. 104 della Pravda, 1922, un articolo-appendice documentario.) Conosciamo migliaia di combinazioni, tutte equivoche, fraudolente, poco pulite. Tulle testimoniano nella piccola borghesia l'esistenza di una menti.lità da predone pronto a lutlo. E i tribunali rivoluzionari continuano a giudicare, ogni settimana, funzionari delle amministrazioni dei Soviet - sempre la « penetrazione pacifica " delle classi medie - accusati di aver perct>pito bustarelle e che vengono fucilati di tanto in tanto. Nel campo del lavoro, il piccolo padrone si mostra duro e sleale: a Smolensk, a Mosca, a Pietrogrado, alcuni « processi di sfrutlatori " hanno rivelato come costui intenda la restaurazione del salario, e hanno mostrato anche, indubbiamente per la prima volta nella storia, che la giustizia, arma di classe, può essere adoperata da coloro che non possiedono contro i proprietari se i primi detengono il potere politico. Cosi: lotta di tutti i giorni in tutti i settori della vita sociale. Lotta aspra, senza mai una tregua, la cui posta in gioco è la liberazione del proletariato e la fondazione della nuova società. - 115
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