giovane critica - n. 15/16 - primavera/estate 1967

serv1z10 d'amministrazione, sapeva a stento scrivere, leggeva con difficoltà gli scrilli ermetici che gli venivano solloposti, non riusciva a raccapezzarsi nel testo dei decreti ; ma trovtlva rapidamente un buon assistente, ben al corrente della vecchia maniera di tenere gli uffici, eximpiegato di banca o professore di contabilità. L'assistente, a sua volta, si faceva assistere da un suo amico che abbisognava di sistemazione. Cosi si formava dolcemente il personale. Altre cause di sviluppo della burocrazia alimentata dalle classi medie: 1 ° la carestia che rendeva estremamente difficile la ripartizione degli ultimi stocks: è facile capire come quando si traila di ripartire 500 paia di calzature tra 10 000 persone, tulio un meccanismo spe· ciale sia necessario ; 2° e infine la centralizzazione eccessiva imposta dalla guerra. Burocrazia. Nel 1920, mentre le mobilitazioni del partito strappano al lavoro di organizzazione interna migliaia di comunisti, mentre tutte le forze vive della rivoluzione fanno la guerra, alla Polonia, a Vrangel, alle bande del s.-r. Antonov che devasta Tambov, alle bande dell'« anarchi- <'O » Machno e a un mucchio di altri briganti avventiÌrieri che devastano l'Ukraina e il Caucaso, alle bande di Gngern in Mongolia, di Samenov nella Siberia orientale, le classi medie, nelle grandi cillà, si sono perfeuamente adatlate. E hanno trovato un mezzo enormemente temibile di combattere l'ordine nuovo, che la loro sola presenza in tulli gli ingranaggi dello Stato rivoluzionario basta spesso a discreditare e a rendere inoperante. I comunisti si ballono a morte. Dovrà pur essere raccontata un giorno l'atrocità di questa guerra civile nella quale i bianchi sgozzavano implacabilmente ogni prigioniero sospetto di simpatia verso il comunismo ( o ebreo...). Gli operai senza partito subiscono tulle le privazioni del tempo di carestia, già stremati da anni di sofferenza, lavorano per la guerra. E quando un ferito convalescente, tornato in cillò, lta bisogno di un documento, quando l'operaio viene dall'officina al Commissariato a chiedere un servizio che gli è dovuto, chi vedono negli uilici? Vi si prende il thé dalle 11 alle 15. (Sono all'incirca le ore del « lavoro » apparente.) Vi si baciano le mani alle graziose piccole funzionarie impomatate chi, leggono romanzi francesi, Bourget e Henri Bordeaux! Quando si [inge di lavorare è per numerare dei documenti, aggiornare dei libri assai imponenti, compilare dei rapporti, deliberare in sede di commissione. Ci si Jr.menta di tulio, ci si beffa del lavoro, si attende la caduta diHerita dei bolscevichi, si divulgano odiose storielle sul « commissario ». E ci si veste assai bene, ci si nutre meglio di solito che all'officina o al fronte. Perché ci sono degli amici nelle cooperative, perché si « tiene » qualche servizio di approvvigionamento, e infine perché c'è una quantità di piccoli e grandi misteri che solo la Ceka riesce talvolta ad elucidare. Questa burocrazia è divenuta una piaga nazionale. Tuili i giorni, la stampa sovietica la denuncia. I. Lario svolge contro di lei una campagna rimbombante. Noi tutti la esecriamo. Essa dispone di due maniere egualmente gravi per nuocere. Spesso in buona fede e individualmente onesti i suoi funzionari hanno incrostato di formalismo, di lungaggini burocratiche, di irresponsabilità, di assenteismo quasi tulli gli ingranaggi dello Stato che non possono, in queste condizioni, funzionare che male. Essa non comprende nulla del socialismo e non cerca di comprendere. Applica ( quando li applica) i decreti alla lellera, in maniera idiota. Prende un piacere maligno a sprecare tempo e carta, a esasperare il pubblico. « Eccolo, il potere dei Soviet ». Consapevole o no, è ancora un sabotaggio nellamente contro-rivoluzionario. L'altra maniera di nuocere è criminale. Già prima della Nep si potevano incontrare sulla prospettiva Nevskij a Pietrogrado, sul viale Tverskoy a Mosca, eleganti donne che portavano nelle loro spese di -111

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